SENECA (L. Annaeus Seneca)
Oratore, poeta e filosofo stoico romano. Nato verso il 4 a. C. a Cordova in Spagna come figlio dell'oratore L. Anneo Seneca. Insegnante, educatore e ministro consigliere dell'imperatore Nerone. Morto nel 65 d. C. per suicidio forzato.
Dalla fine del XVI sec. si credeva di poterne riconoscere il ritratto nel tipo ellenistico - per mancanza di un'interpretazione sicura oggi denominato "Pseudo-Seneca" (v.) - pubblicato per la prima volta da F. Orsini nel suo libro Illustrium Imagines (1598) che, per confronto con un contorniato oggi scomparso, aveva interpretato come ritratto di Seneca. La fisionomia del personaggio rappresentato in questo tipo concordava coll'idea dell'aspetto fisionomico di S., che si era formata attraverso le fonti antiche, e l'interpretazione dell'Orsini fu così accolta quasi unanimemente durante più di due secoli (v. pseudo-seneca).
Soltanto il Winckelmann la rifiutò - e il suo dubbio è stato confermato più tardi, quando nel 1813 a Roma nel territorio della Villa Mattei sul Celio, vicino alla chiesa di S. Maria in Domnica, fu scoperto un ritratto di S., testimoniato da un'iscrizione antica e unito con un ritratto di Socrate in un erma bicipite. Gli archeologi sorpresi dovevano constatare che il romano grasso, calvo e sbarbato della nuova erma bicipite contrastava con quello ad summam maciem deductus, come S. aveva caratterizzato se stesso (Ep., 78). Conseguentemente non mancarono voci che misero in dubbio l'autenticità dell'iscrizione o la considerarono come aggiunta posteriore, non volendo riconoscere questo ritratto come quello di Seneca.
Oggi il ritratto di S. dell'erma bicipite e l'autenticità della sua iscrizione sembrano assicurati. È una copia della metà del III sec. d. C. da un ritratto di S. del 50-60 d. C., cioè del tempo della sua più alta considerazione, quando forse la suddetta caratterizzazione di se stesso non si era ancora affermata.
L'erma bicipite coi ritratti di Socrate e S. che fu acquistata dai Musei di Berlino (Beschreibungen, n. 391, C. Blümel, R 106) nel 1878, è l'unico esemplare del genere nel quale sono uniti un greco e un romano. La composizione si spiega dalla volontà di raffigurare S. come il "Socrate romano" insieme col più celebre filosofo greco e dal fatto biografico che tutt'e due furono spinti a finire la loro vita con un suicidio forzato per mezzo del veleno.
Lo Hübner credeva di riconoscere una raffigurazione di S. in una cornalina di una collezione privata in Spagna, il Brunn nella testa n. 272 della Gliptoteca di Monaco. Ambedue le ipotesi sono estremamente dubbie. Con molta probabilità, tuttavia, si può riconoscere nella figura seduta di un rilievo in miniatura di giallo-antico - una volta in una collezione privata a Monaco di Baviera, oggi nella collezione D. M. Robinson - una sicura raffigurazione di Seneca. Recentemente il Rumpf ha proposto di riconoscere S. anche nel poeta seduto del dittico di avorio del duomo di Monza (v. avorio, tav. a colori), finora interpretato come il poeta Claudiano.
Bibl.: L. Ré, Seneca e Socrate, erma bicipite... trovato... nelle scavazioni della... Villa Celimontana..., Roma 1816; E. Hübner, Das-Bildnis des Seneca, in Arch. Zeitg., XXXVIII, 1880, pp. 20-22, tav. 5; J. J. Bernoulli, Röm. Ik., I, pp. 276-280, tav. XXIV; J. Sieveking, Eine Darstellung des Seneca, in Arch. Anz., XXXVI, 1921, c. 351-353, fig. i; C. Blümel, Katalog der Sammlung antiker Skulpturen im Berliner Museum, VI, Römische Bildnisse, Berlino 1933, p. 44, n. R 106, tav. 71; K. Schefold, Bildnisse der antiken Dichter, Redner und Denker, Basilea 1943, pp. 178-179; 222, fig. 3 a p. 179; D. M. Robinson, A Possible Representation of Seneca, in Festschrift B. Schweitzer, Stoccarda 1954, pp. 352-353, tav. 76; A. Rumpf, in Bonner Jahrbücher, CLV-CLVI, 1955-56, p. 134, tav. 24, 3.