SEGESTA
(XXXI, p. 294)
Antica città della Sicilia occidentale sulle pendici del Monte Barbaro (Calatafimi, Palermo). Con Entella ed Erice fu tra le tre più importanti città fondate dagli Elimi (v. in questa Appendice), della cui lingua ha restituito il nucleo maggiore di testi graffiti su materiale ceramico, ed ebbe un ruolo di primo piano nell'ambito del koinon elimo, come provano testi epigrafici da poco venuti alla luce. È un tipico esempio di città non greca progressivamente ellenizzata tramite la mediazione selinuntina e imerese: la sua grandezza nel 5° secolo a.C. è dimostrata, oltre che dalle imponenti realizzazioni urbanistiche (fra le quali il tempio extramurano), dall'alleanza con Atene a fianco della quale S. si schierò durante la guerra del Peloponneso, come c'informano ampiamente Tucidide nel 6° libro delle Storie e il testo epigrafico del trattato con Atene ora definitivamente datato al 418 a.C.
Oggetto di devastazioni da parte dei Vandali, la città non fu mai del tutto abbandonata, come testimoniano recenti scavi sull'acropoli nord, che attestano la continuità di vita nel Medioevo. Poco indagata dalla ricerca archeologica fino al 1986, con l'eccezione della scoperta del santuario di contrada Mango (6° secolo a.C.), S. è ora al centro di un'intensa attività di scavo a opera di una missione congiunta della Scuola Normale Superiore di Pisa, dell'università di Siena e della Soprintendenza ai beni culturali e ambientali per la provincia di Trapani. In particolare sono oggetto delle ricerche in corso le due cinte murarie e l'acropoli nord, che ha restituito i resti dell'abitato medievale, databile fra la fine del 12° e la prima metà del 13° secolo, che utilizza aree e materiali della S. ellenistica. Da segnalare altresì un castello normanno, che sorge su edifici arabi, fra i quali una moschea. L'agorà di S. sta restituendo sull'acropoli nord i resti di imponenti edifici di età ellenistica e romana. Sempre dagli scavi recenti provengono numerosi documenti epigrafici greci e latini. Sono in corso di realizzazione il parco e il museo archeologico di Segesta.
Bibl.: R. Van Compernolle, Ségeste et l'Hellénisme, in Phoibos, 5 (1950-51), pp. 183-228; V. Tusa, Il santuario arcaico di Segesta, Atti vii congresso Internaz. Archeol. Classica, Roma 1961, pp. 31-40; Atlante aereofotografico delle sedi umane in Italia, Firenze 1970, ii, tavv. xcv-xcvi; L. Agostiniani, Iscrizioni anelleniche in Sicilia. I. Le iscrizioni elime, Firenze 1977; J. de La Genière, Ségeste et l'Hellénisme, in Mélanges Ecole Franç. de Rome, 90 (1978), pp. 33-48; V. Tusa, in V. Tusa, E. De Miro, Sicilia occidentale, Roma 1983, pp. 68-73; F. Coarelli, M. Torelli, Sicilia, Roma-Bari 1984, pp. 49-56; D. Mertens, Der Tempel von Segesta und die dorische Tempelbaukunst des griechischen Westens in klassischer Zeit, Magonza 1984; V. Tusa, Segesta, Palermo 1991; AA.VV., Segesta. Storia della ricerca, parco e Museo archeologico, ricognizioni topografiche (1987-1988) e relazione preliminare della campagna di scavo 1989, in Annali Sc. Norm. Sup. di Pisa, s. 3, 21 (1991), pp. 765-994 (con fonti e bibliografia).