seduzione
In psicoanalisi, atto amoroso e sessuale subito e fantasticato nell’infanzia. Questo specifico significato, allargatosi poi a comprendere talvolta anche il rapporto seduttivo tra terapeuta e paziente, si discosta da altre accezioni correnti del termine come attrazione intellettuale, plagio, fascinazione tra adulti.
Il tema della s. ha un ruolo metapsicologico cruciale nella storia della psicoanalisi. Sigmund freud si confrontò con l’enigma dell’isteria e individuò nella complicata struttura dei sintomi le tracce indiziarie di un antico delitto. La prima ipotesi fu che nell’infanzia sia le giovani che i giovani affidati alle sue cure avessero subito una s. sessuale e che tale evento, in ragione dell’intrico emotivo di eccitazione, colpa, angoscia, avesse esercitato una forza traumatica patogena. Il ricordo del trauma (➔ trauma psichico), troppo forte per la tenera psiche infantile, avrebbe determinato la rimozione nell’inconscio. A livello conscio sarebbero rimasti – come tracce misteriose, ma indelebili – i sintomi. Il compito dell’analisi era dunque quello di decifrare il rebus sintomatico e di eliminare la censura difensiva, riportando il paziente a rivivere l’antico dramma. L’elemento più inquietante di tale ricostruzione, peraltro, era rappresentato dall’identità del seduttore: un adulto importante, talora addirittura il padre, proprio colui che avrebbe dovuto rappresentare la norma, la protezione e la legge. Il trauma della s. sessuale si aggrava quindi della dimensione incestuosa (➔ incesto).
In un secondo tempo, la riflessione clinica e teorica di freud fu costretta però a confrontarsi con una ulteriore complicazione patogenetica e con un’altra ipotesi, poiché le tracce sintomatiche conducevano a una diversa realtà remota: la s. sessuale non era stata davvero passivamente subita, ma attivamente fantasticata. La grande intuizione freudiana fu proprio capire che a causare una nevrosi possono essere sia un trauma reale, sia una fantasia; che poi nell’esperienza clinica e nella vita quotidiana sia possibile riscontrare sia l’una che l’altra eventualità, è il lato ovvio della questione. Invece, l’incontrovertibile dato oggettivo della doppia possibilità e il conseguente spostamento dell’asse patogenetico della psicoanalisi da fatto storico (episodico) a fantasia inconscia (ubiquitaria), ha suscitato una polemica insensata e rumorosa, che ancora, a un secolo di distanza, non accenna a finire.
Il tema della s. fra terapeuta e paziente è tanto vasto quanto scomodo e scivoloso. Convergono infatti nella questione una complessità di livelli: etici, tecnici, medico- legali, giuridici, che necessariamente si intrecciano con i problemi precipuamente psicoanalitici delle vicissitudini consce e inconsce di transfert e controtransfert, di Eros e Thanatos in entrambi i protagonisti della coppia. fin dalle origini è stata chiara la parentela tra incesto e violazioni sessuali in terapia, come messa in scena di antichi problemi infantili che cercano inconsciamente una riedizione nella relazione terapeutica. La s. è comunque sempre il prodotto di un rapporto, nel quale il ruolo attivo e quello passivo, del seduttore e del sedotto, devono essere districati e dipanati. Questa è la differenza essenziale della s. in psicoterapia rispetto alle situazioni di violenza, stupro e abuso, che costituiscono un altro crimine; non meno aggressivo e non meno dannoso, ma diverso. Peraltro, ovviamente, tale distinzione non annulla il problema del giudizio di responsabilità etica o giuridica, che scatta comunque ogniqualvolta la seduzione non si giochi tra ‘pari’. Nonostante le affascinanti apparenze, non è infatti Eros a muovere l’amore di transfert, ma il suo oscuro antagonista Thanatos, deciso a impedire, attraverso questa specialissima forma di resistenza, il cambiamento e la cura stessa. Alla base c’è l’eterna fantasia della cura con l’amore o dell’amore come cura, che è la più formidabile delle resistenze all’analisi e al cambiamento. La s. è l’arma del debole che tenta di limitare il potere del più forte; mentre da parte del terapeuta c’è l’illusione narcisistica che sia il suo fascino personale, e non il transfert, a suscitare l’innamoramento. È un clamoroso caso di quella ‘confusione delle lingue’, di cui parlava lo psicoanalista Sándor ferenczi, il bisogno di protezione infantile e una richiesta adulta di passione (➔ perversioni, Pedofilia) che comporta, al tempo stesso, un grave fallo etico e un altrettanto grave errore tecnico, che vanifica la terapia. Per tale motivo, nella psicoanalisi etica e tecnica coincidono: ciò che è bene dal punto di vista morale è anche ciò che è tecnicamente giusto e utile alla cura. Come diceva freud, «occorre lasciar persistere nei malati i bisogni e i desideri, come forze propulsive al lavoro e al mutamento, evitando quindi di metterli a tacere con surrogati» (Osservazioni sull’amore di traslazione, 1914).