SCIOTT
. Il termine arabo shoöö (classico shaöö, chott nella trascrizione francese) è comune nella nomenclatura geografica del Sahara e dell'Africa settentrionale, ed ha per sinonimo un'altra parola araba, anch'essa molto usata, cioè la parola sebkhah, che sembra designi un piccolo sciott. All'infuori delle dimensioni, uno sciott e una sebkha sono identici.
La parola sciott designa un aspetto dell'idrografia desertica corrispondente a ciò che nei paesi a regime idrico normale si chiama un lago. Gli antichi non facevano distinzione: lo sciott el- Djerid era da essi chiamato Tritonis lacus. Tuttavia un lago e uno sciott sono estremamente diversi: per l'esistenza d'uno sciott è necessario un bacino chiuso, senza sbocco verso il mare, il che costituisce una caratteristica della morfologia desertica. Le acque piovane, scendendo lungo il pendio, si raccolgono nel punto più basso del bacino, dove non possono continuare a scorrere, sicché l'unica via che ad esse rimane aperta, è l'atmosfera in cui evaporano, depositando i sali che contengono. Uno sciott è dunque situato nel punto più basso d'un bacino chiuso e contiene sale.
Il lago Ciad appartiene a un bacino chiuso, di cui però non occupa il punto più basso; le acque continuano a scorrere sotterraneamente, esse sono, insomma, acque correnti, perciò rimangono dolci e il Ciad non è uno sciott.
In altri punti della terra le acque imprigionate nel bacino chiuso sono così abbondanti, che si accumulano in profondi laghi salati. Tale è il Gran Lago Salato dell'Utah, nell'America Settentrionale o il Mar Morto in Palestina. Anche i laghi salati non sono sciott.
Nel Sahara le acque correnti superficiali che alimentano gli sciott, non sono abbastanza abbondanti per resistere contro l'evaporazione. Dopo le grandi piogge si può formare alla superficie dello sciott un sottilissimo strato d'acqua che persiste per alcuni giorni o alcune settimane; ma in tempi normali uno sciott si presenta come una vasta pianura nuda, brunastra, su cui il sale scintilla più o meno vivamente al sole. Tale pianura è disseminata di pantani pericolosissimi, perché capaci d'inghiottire in un attimo un cavaliere col suo cavallo. Non è possibile traversare tali pianure se non seguendo rarissimi itinerarî segnati da biffe. Vi si avventurano, e certo con prudenza, soltanto le gazzelle, guidate dall'istinto.
Gli sciott sono particolarmente sviluppati nella parte meridionale dell'Algeria, vale a dire nella steppa, in cui le piogge, senza essere abbondanti, sono tuttavia meno rare che nel pieno deserto. In tale steppa gli sciott raggiungono dimensioni enormi: cento o duecento chilometri di lunghezza dell'asse maggiore. Essi oppongono quindi un ostacolo molto grave alle comunicazioni. Inoltre, sui loro orli, che hanno sviluppo immenso, si trova una vegetazione di piante adatte allo speciale ambiente salino, le alofite dei botanici, particolamente adatte al pascolo delle pecore.