Medico (Capodistria 1561 - Venezia 1636). Addottoratosi a Padova nel 1582, iniziò fin da allora le sue ricerche quantitative sul metabolismo. La tradizione che lo vuole in Polonia, tra il 1587 e il 1599, non è provata. Sembra più probabile, invece, che S. abbia trascorso quel periodo nell'odierna Croazia. Nel 1599 si stabilì a Venezia, ove riscosse un notevole successo come medico pratico e frequentò importanti personaggi, soprattutto nella cerchia della famiglia Morosini, come F. d'Acquapendente, F. Sagredo, A. Mula, P. Sarpi e, quasi sicuramente, G. Galilei. Nel 1602 apparve la sua prima opera Methodi vitandorum errorum omnium qui in arte medica contingunt libri XV, che contiene un forte richiamo all'esperienza, anteposta all'autorità degli antichi. Nel 1611 fu chiamato alla cattedra di medicina teorica nello Studio di Padova (che tenne fino al 1624). Frutto dell'insegnamento sono i Commentaria a Galeno (1612), Avicenna (1625), Ippocrate (1629). Nel De statica medicina (1614), la sua opera fondamentale, raccolse i risultati di trent'anni di osservazioni ed esperienze. Punto di partenza teorico è la concezione ippocratica secondo la quale la salute è l'armonia degli umori, armonia che si manifesta anche nell'equilibrio tra le materie consumate e quelle espulse dall'organismo. Per verificare questo assunto S. mise a punto un ingegnoso dispositivo, costituito essenzialmente da una bilancia, che gli permise di controllare le variazioni di peso dell'organismo umano nelle varie condizioni normali e patologiche, giungendo così a dimostrare l'esistenza della perspiratio insensibilis e a misurare l'entità del fenomeno. Convinto della stretta dipendenza della traspirazione insensibile dal calore, dall'umidità e dai venti, utilizzò nelle sue esperienze un termometro (S. è il primo a controllare la temperatura corporea con il termometro), un igrometro e un anemometro. Sia pure all'interno di una fisiologia tradizionale, in S. è netto il passaggio da una esperienza qualitativa a una sperimentazione quantitativa (centrale è il concetto di pondus), che ne fa uno degli iniziatori della cosiddetta iatromeccanica.