RUGGERO, santo
RUGGERO (Ruggiero da Canne), santo. – Nacque all’inizio dell’ultimo trentennio dell’XI secolo, originario del territorio di Canne (Puglia).
Lo retrodaterebbe al V-VI secolo una Vita redatta da un Anonimo cannese nel XIV secolo, del tutto inattendibile (perché assai interpolata fin dal secolo successivo; cfr. Russo, 2002, p. 256; Doronzo, 1998, pp. 23-26, sulla tradizione manoscritta). Tale cronologia – fissata già nell’Ufficio proprio del santo della fine del Quattrocento (Doronzo, 1998, pp. 24 s.) e nella coeva Vita di s. Riccardo vescovo di Andria (F. Ughelli, Italia sacra, VII, Venetiis 1721, coll. 789, 924; P.B. Gams, Series Episcoporum Ecclesiae Catholicae, Ratisbonae 1873, p. 865, e ancora Hierarchia catholica usque ad secula XIII-XIV, a cura di G. Fedalto, Padova 2012, p. 134) – è stata definitivamente superata dagli studi di Nicola Monterisi (dopo i dubbi sollevati già nel Settecento dai bollandisti – Acta Sanctorum Octobris, VII, Bruxelles 1845, pp. 70-72 – e da altri, cfr. Russo, 2002, p. 241), che considerò leggendario il racconto agiografico trasmesso da Giovanni Battista Grimaldi e da Gianluigi di Sanmichelarcangelo.
Nel 1100 circa Ruggero compare come vescovo di Canne, diocesi sorta nei primi decenni della penetrazione normanna in Apulia e nel 1088 confermata nella giurisdizione della metropolìa barese (Codice Diplomatico barese [= CDB], I, n. 33).
La città era divenuta Contea nel 1047; fu centro bizantino e poi normanno, economicamente e strategicamente importante, e nucleo di resistenza a Roberto il Guiscardo, il quale ne aveva deciso la distruzione nel 1083 (Iorio, 1990).
Una documentazione abbastanza fitta scandisce, in particolare nei primi anni del XII secolo, la sua attività, innanzitutto in rapporto con il papa. Nel settembre del 1100 Ruggero dovette essere coinvolto a Salerno da papa Pasquale II, come giudice nel formulare la sentenza relativa alla restituzione della chiesa di S. Croce, da parte di Costantino vescovo di Caiazzo, al monastero di s. Lorenzo in Aversa (Regii Neapolitani archivi monumenta, 2ª edizione con testi tradotti, a cura di G. Libertini, V, Atella 2011, pp. 346 s.). Non è attestata, tuttavia, la presenza del vescovo Ruggero all’importante sinodo di Melfi dell’ottobre 1100 (U.-R. Blumenthal, The early councils of pope Paschal II, Toronto 1978, pp. 16 s.), prima occasione utile, nel pontificato di Pasquale II, per verificare formule di cooperazione con i normanni. È invece probabile che abbia partecipato alla sinodo lateranense del 1102 cui presenziarono – secondo la testimonianza della cronaca di Ekkehard di Aura – tutti i vescovi d’Apulia (Frutolf und Ekkehards Chroniken..., a cura di F.J. Schmale - I. Schmale-Ott, Darmstadt 1972, p. 180). Nel settembre del 1102 partecipò poi a Canosa, in presenza del papa, alla consacrazione della chiesa di S. Sabino (CDB, II, n. 1, pp. 211 s.). Infine, qualche anno più tardi, nell’agosto del 1113, sottoscrisse il documento attestante la donazione, decisa dal papa, della chiesa suddetta a Risone arcivescovo di Bari, da parte di Costanza, vedova di Boemondo d’Altavilla principe d’Antiochia (CDB, I, n. 38; benché vi siano dubbi sull’autenticità).
Sul piano patrimoniale la documentazione è invece assai occasionale. Ruggero ricevette in dono, nel febbraio del 1104, una terra confinante con la chiesa di S. Apollinare, da parte di un cittadino di Canne, e gliene fu venduta, nell’agosto del 1121, un’altra ubicata proprio «in cluso s. Apollinaris» (Codice diplomatico barlettano [= Cdbarl], I, n. 66; i documenti furono transuntati nel 1318 da Pasquale, vescovo di Canne). In questi documenti e in uno dell’agosto del 1116, egli risulta affiancato dagli avvocati ‘del vescovo’, soggetti giuridici emergenti dall’articolata struttura sociale cannese. In tale anno il vescovo citava in giudizio alcuni cittadini di Canne per occupazione indebita di vigne di proprietà della Chiesa (di cui seguì la restituzione, cfr. CDB, VIII, n. 31).
In ogni caso, in una città con metà popolazione emigrata nella vicina Barletta (Russo, 2002, p. 236), Ruggero (che l’Anonimo cannese presenta – qui con una certa credibilità – come uomo dalla profonda spiritualità e dal grande impegno pastorale) tentò un’operazione di ricostruzione materiale e spirituale, che non riuscì peraltro a impedire la lenta ma graduale decadenza del centro urbano e del patrimonio dell’episcopato (M.C. Ventrella, Note sulla contea di Canne, in Archivio storico pugliese, XXXVIII (1975), pp. 282 s.). Si inscrivono anche in questo tentativo di risollevare le sorti della diocesi cannese le donazioni di terre (corredate da benefici, esenzioni, redditizi diritti: cfr. F. Ughelli, Italia sacra, VII, cit., coll. 790-793, benché non si segnali il nome del vescovo) che nel 1105 Goffredo conte di Canne fece a Ruggero. Analogamente, nel 1117 il conte e procuratore imperiale Guglielmo donò al vescovo alcune vigne (CDB, VIII, n. 33), e nel giugno del 1138 assegnò nuove rendite e confermò privilegi al nuovo vescovo e ai suoi successori, affinché questi «vivere valeant et sustentari, quia episcopatus Cannarum desolatus penitus et destructus» (n. 43).
Questo orientamento normanno a rafforzare le città è un tratto generale. I normanni riorganizzarono infatti il sistema diocesano quale elemento di stabilità e organizzazione del territorio, favorendo la nascita di nuove diocesi localizzate nelle città sedi di nuove signorie; quindi provvidero al sostentamento delle strutture ecclesiastiche, spesso investendo i neoeletti vescovi di consistenti donazioni, cosa di cui dovette beneficiare lo stesso Ruggero (Cuozzo, 2013).
Ruggero morì probabilmente a Canne nel 1128-1129 e fu sepolto, inizialmente, presso la chiesa cittadina (cfr. Doronzo, 1998, p. 39, nota 47; la notizia di Salvatore Santeramo, in prefazione a CDBarl, I, pp. IX s., relativamente alla presenza di Ruggero all’incoronazione di Ruggero II, non è documentata; potrebbe invece riferirsi all’investitura ducale ricevuta da questi a Melfi).
Ruggero era invocato come santo già nel 1192 (n. 10) e attestato come tale anche presso i barlettani. Ciò risulta dal sigillo di Pasquale vescovo di Canne, che lo effigia, ed è apposto a una pergamena del 1327 (CDBarl., II, n. 107); l’Anonimo cannese trasmette inoltre notizia di suoi miracoli (cfr. Doronzo, 1998, pp. 73-86, sino al XIV secolo incluso). Nel 1276, con l’assenso dei cannesi, per lo stato d’abbandono della città (docc. in Acta Sanctorum Octobris, VII, pp. 72-74; cfr. anche Russo, 2002, pp. 253-255) il corpo fu traslato alla chiesa barlettana di S. Maria Maggiore (cfr. D’Amato, 1977, pp. 23-28), dalla quale le reliquie passarono alla custodia del monastero femminile cittadino di S. Stefano (poi S. Ruggero) delle benedettine celestine, presso il cui santuario sono ancora venerate (pp. 14-22, 37-43, per le vicende relative al corpo del santo e alle ricognizioni effettuate e pp. 127-142 per il culto pubblico a lui tributato). Ruggero divenne compatrono a Barletta con attestazioni già a partire dal XIV secolo (Doronzo, 1998, pp. 51-71).
Fonti e Bibl.: G.B. Grimaldi, Vitam S. Rugerij Episcopi Cannensis..., Napoli 1607; Acta Sanctorum Octobris, VII, Bruxelles 1845, pp. 75-77 (per l’Ufficio proprio, cfr. Roma, Biblioteca Vallicelliana, Mss., H 4, per il precedente Ufficio proprio del XIV secolo, nel quale non compaiono ancora le interpolazioni); Anonimo cannese, Vita di s. Ruggiero, (dal ms. di G. Seccia Della città di Barletta..., 1850, che tuttavia non trascrive dal testo originale), riportato in F. D’Amato, S. Ruggiero, vescovo di Canne e protettore di Barletta, visto nei documenti, Barletta 1970, pp. 74-86; G. di Sanmichelarcangelo, Memorie della vita del glorioso S. Ruggiero..., Napoli 1860; Codice diplomatico barese, I, Le pergamene del duomo di Bari (952-1264), a cura di G.B. Nitto De Rossi - F. Nitti di Vito, Bari 1897; II, Le pergamene del duomo di Bari (1266-1309), Bari 1899, a cura di G.B. Nitto De Rossi - F. Nitti di Vito (rist. anast. Trani 1964); VIII, Le pergamene di Barletta. Archivio Capitolare (897-1285), a cura di F. Nitti di Vito, Bari 1914; Codice diplomatico barlettano, a cura di S. Santeramo, I-II, Barletta 1924-1931 (rist. anast. Fasano di Puglia 1988).
Bibliotheca hagiographica latina, II, Bruxelles 1900-1901, p. 1057; N. Monterisi, Leggenda e realtà intorno a S. Ruggiero..., Trani 1905; Id., Dell’epoca in cui vissero i santi Ruggiero e Riccardo..., Barletta 1938; N. Monterisi - S. Santeramo, S. Ruggiero vescovo di Canne e patrono di Barletta. Studi e documenti..., Barletta 1939; S. Santeramo, R., santo, in Enciclopedia Cattolica, X, Firenze 1953, col. 1439; G. Lucchesi, R., in Bibliotheca Sanctorum, XI, Roma 1968, coll. 491-493; A. Cassandro Sernia, Ruggiero di Canne per luci sparse: nel VII centenario della traslazione del corpo da Canne a Barletta, Barletta 1976; G. D’Amato, Il VII centenario della traslazione delle sacre ossa del beato vescovo Ruggiero da Canne a Barletta..., Andria 1977 (pp. 195 s. per una bibliografia completa); R. Iorio, Ermanno di Canne contro Roberto il Guiscardo, in Roberto il Guiscardo tra Europa, Oriente e Mezzogiorno, Atti del Convegno internazionale di studio, a cura di C.D. Fonseca, Galatina 1990, pp. 115-137; G. Doronzo, San R. da vescovo di Canne a protettore di Barletta, Barletta 1998; R. Russo, La cittadella di Canne dalla preistoria al medioevo, Barletta 2002, pp. 237-241, 253-257; B.W. Häuptli, Roger von Canne, in Biographisch-Bibliographisches Kirkenlexikon, XXVII (2007), coll. 1161-1164; E. Cuozzo, La struttura diocesana dell’Italia meridionale altomedioevale e la nascita della diocesi di Avellino, in San Modestino e l’Abellinum cristiana, Atti del Convegno internazionale... 2011, a cura di S. Accomando, Avellino 2013, pp. 307-310; R. Manfredonia, Agiografia latina del Mezzogiorno continentale d’Italia e della Sicilia (1266-1517), in Corpus Christianorum. Hagiographies, VI, Turnhout 2014, p. 49.