BONNAIRE, Sandrine
Attrice cinematografica francese, nata a Clermont-Ferrand il 31 maggio 1967. Nel 1995 la sua interpretazione di La cérémonie (Il buio nella mente) le è valsa il premio come miglior attrice alla Mostra di Venezia.
Si è distinta fin da giovanissima portando sullo schermo personaggi tormentati, espressione di un disagio che a volte sfiora la ribellione contro i parametri borghesi della precedente generazione: in À nos amours (1983; Ai nostri amori) di M. Pialat la B. è una quindicenne in rotta con la famiglia, che passa da un amore all'altro in segno di protesta. Sempre per Pialat ha interpretato Police (1985) e Sous le soleil de Satan (1987; Sotto il sole di Satana), nel ruolo di una ragazza 'perduta' che commette un infanticidio. Pur senza mai cadere in un'eccessiva caratterizzazione, una forza naturale e istintiva le permette di interpretare eroine 'maledette', come la vagabonda Monà di Sans toit ni loi (1985; Senza tetto né legge) di A. Varda, premiato con il Leone d'oro a Venezia nel 1985; in La puritaine (1986; La puritana) di J. Doillon interpreta una fanciulla volontariamente avulsa dalla realtà per sfuggire ai legami affettivi familiari. Con questi personaggi, che ne hanno decretato la consacrazione da parte della critica, la B. rischiava di lasciarsi imprigionare in schemi interpretativi troppo collaudati e ripetitivi. L'attrice è invece riuscita a trasformarsi abilmente in un oggetto di desiderio di grande naturalezza vitale, come la domestica Francine di Quelques jours avec moi (1988; Qualche giorno con me) di C. Sautet, od 'oscuro', come la ragazza guardata dalla finestra che porta alla disperazione il triste e solitario sarto di Monsieur Hire (1989; L'insolito caso di Mr. Hire) di P. Leconte. Con Verso sera (1990) di F. Archibugi, la B. ha portato sullo schermo ancora un esempio di esponente di una generazione ribelle. Diretta da M. Bena in Le ciel de Paris (1991; Sotto il cielo di Parigi), ha espresso con disinvoltura l'inquietudine sentimentale di Suzanne, una ragazza innamorata di un omosessuale. Sempre più in simbiosi con i suoi personaggi, ne ha condiviso speranze (gli impulsi vitali di una giornalista in una città che odora di morte in La peste, 1992, di L. Puenzo), stati d'animo (la popolare eroina del film di J. Rivette Jeanne la pucelle, 1994; Giovanna d'Arco), tic comportamentali (la camminata nervosa della dislessica domestica Sophie in La cérémonie, di C. Chabrol).