SANCIO II re di Portogallo
nacque nel 1209. Salito al trono all'età di 13 anni (1223) cercò subito di sanare il conflitto col clero, che suo padre Alfonso II aveva lasciato aperto, e firmò un concordato con l'arcivescovo di Braga (giugno 1223) che tolse l'interdetto che gravava sul regno. Quasi tutto il governo di S. fu occupato alla conquista di territorî tenuti dai musulmani. In dodici anni (1226-1238) caddero in potere dei Portoghesi molte terre delle provincie di Alemtejo e di Algarve (Elvas, Serpa, Moura, Aljustrel, Mértola, Aiamonte e Tavira) e il territorio del Portogallo giunse a sud fino al mare. Però le glorie militari ebbero una ripercussione disastrosa sulla vita interna del paese. La nobiltà turbolenta ed orgogliosa era divisa in fazioni che lottavano tra loro, poiché il re non aveva l'energia che sarebbe stata necessaria a metter fine a tanta anarchia.
Ai lamenti quasi generali si univano quelli del clero che accusava il re di non rispettare le immunità ecclesiastiche. Il pontefice Gregorio IX mandò nel Portogallo il cardinale Jean d'Abbeville che riuscì a calmare per un momento le discordie. Avendo poi alcuni prelati portoghesi che si erano recati al concilio di Lione, presentate le loro lamentele a Innocenzo IV, questo papa con la lettera Grandi non immerito del 24 luglio 1245 depose il re S. Gli stessi prelati si riunirono a Parigi sotto la presidenza del legato pontificio íl 6 settembre dello stesso anno, e alla loro presenza l'infante Alfonso, conte di Bologna, designato a sostituire il fratello S. nel governo del Portogallo, giurò di rispettare le immunità ecclesiastiche e le consuetudini nazionali. Quando sbarcò a Lisbona fu ricevuto festosamente e prese possesso del governo con l'appoggio del clero e della borghesia della parte meridionale del paese, mentre i nobili dei distretti settentrionali si conservavano fedeli a S. La guerra civile durò due anni: S., che aveva chiesto l'aiuto della Castiglia, fu battuto e dovette rifugiarsi a Toledo, dove morì abbandonato da tutti nel gennaio 1248. Pochi anni prima di essere detronizzato aveva sposato Mencía, figlia di Lope Díaz de Haro, signore della Biscaglia, e molti dei mali che soffrì la nazione vennero attribuiti all'influenza di quella donna sull'animo del re.