SAMO
(XXX, p. 602)
Negli ultimi decenni, un'intensa attività di scavi e di ricerca ha riportato S. al centro dell'attenzione. In ambedue i siti archeologici, la città antica e il tempio di Hera, sono stati raggiunti nuovi importanti risultati.
Città antica. Scavi sul castro hanno mostrato che qui si estendeva un insediamento importante già in epoca neolitica. Sono state individuate quattro fasi di colonizzazione, che risalgono già alla prima età del Bronzo. Ancora non chiara invece risulta la consistenza del sito agli inizi dell'epoca storica, ma la recentissima scoperta di una necropoli geometrica a 800 m circa a ovest del castro fa pensare a un'estesa area d'insediamento. Già nella seconda metà del 6° secolo, inoltre, la città era circondata da una potente fortificazione. Le nuove ricerche hanno mostrato che originariamente le mura erano costituite da uno zoccolo in pietra con sovrastruttura in laterizi, e che vennero erette completamente in pietra solo intorno al 300 a.C. Il tracciato delle mura, scelto fin dall'inizio in base alle tecniche di difesa, venne conservato inalterato, ma porte e torri in questa seconda fase dovettero essere adattate ai nuovi metodi di assedio.
Particolarmente ricco di risultati è stato lo scavo del tunnel di Eupalinos. Grazie alla scoperta di segni di misura originali è stato possibile decifrare le dimensioni e dunque anche il progetto e l'avanzamento nella costruzione di questa singolare opera ingegneristica. Importante per la storia della città è stata la dimostrazione che il tunnel venne usato due volte come rifugio nel 7° secolo d.C. Dell'agorà è stato portato alla luce un grande edificio di cui non si conosce la funzione, e sono stati scoperti anche i primi luoghi di culto, un tempio di Afrodite e uno di Artemide che si trova immediatamente davanti alle mura occidentali ed è menzionato già da Erodoto. Sono stati messi a nudo gli impianti di due ville dell'epoca ellenistica, uno sul pendio meridionale del terrapieno delle mura cittadine, l'altro sul castro. Ma ancor più testimonia l'alto standard di vita di S. un esteso ginnasio a sud-ovest della città. Gli scavi hanno mostrato che in epoca romana il complesso venne trasformato in un moderno impianto termale, e in età bizantina infine in un monastero con basilica.
Heraion. È stata perfezionata e ampliata la nostra conoscenza del temenos del tempio di Hera. Verso nord è stato seguito un tracciato stradale già conosciuto, ed è stata indagata la relativa zona d'ingresso al tempio. La via e lo stesso ingresso erano fiancheggiati da imponenti doni votivi. A un risultato altrettanto valido hanno portato gli scavi nel prolungamento della via sacra. La porta qui non è stata ancora raggiunta − verso est dunque il tempio è notevolmente più grande di quanto si pensasse − ma sono venuti alla luce considerevoli resti dei doni che vi erano stati posti. Addirittura sensazionale è il ritrovamento di un kouros marmoreo alto tre volte la grandezza naturale, e altrettanto significativa una kore offerta da Cheramyes, la quale evidentemente proviene dallo stesso monumento di quella in mostra al Louvre. Ambedue questi nuovi reperti sono opere pregevoli dell'arte scultorea arcaico-ionica. Si sono rivelati ricchi di risultati anche gli scavi a sud-est del tempio, un'area evidentemente mai costruita ma che si trova all'interno del temenos ed era utilizzata come luogo d'interramento delle offerte votive scartate. Sono stati infatti scoperti numerosi depositi con innumerevoli piccoli reperti di eccellente qualità. Una menzione particolare meritano infine le sculture in legno e avorio e le opere in bronzo di produzione locale ed estera, risalenti quasi esclusivamente al 7° secolo.
Nuovi elementi sono stati acquisiti anche a proposito dell'architettura del tempio. Scavi nel cosiddetto edificio Nord hanno mostrato che la costruzione venne edificata intorno al 550 a.C. come oecus con colonnato prostileico, al quale poi, circa una generazione più tardi, venne aggiunta una peristasi. Un tale ampliamento, che comporta una quantità di problemi di tecnica costruttiva, potrebbe essere unico nella storia dell'architettura greca. È interessante il fatto che l'edificio Nord, nonostante la sua corona di colonne, non fosse un tempio, ma avesse una qualche altra funzione nell'esercizio del culto. Sulla base delle nuove ricerche è dubbia la designazione di tempio anche per le piccole costruzioni nel temenos. Lo scavo nel cosiddetto tempio D ha rivelato che questa costruzione va identificata con un tesoro, e che come tesori devono essere visti anche gli altri edifici di questo tipo, edifici doppi in antis senza colonne. Vedi tav. f.t.
Bibl.: O. Reuther, Der Heratempel von Samos, Berlino 1957; R. Toelle, Die antike Stadt Samos, Magonza 1969; H. Walter, Das Heraion von Samos, Monaco 1976; H.J. Kienast, Die Stadtmauer von Samos, Bonn 1978; H. Kyrieleis, Führer durch das Heraion von Samos, Atene 1981; W. Martini, Das Gymnasium in Samos, Bonn 1984; G. Shipley, A history of Samos, Oxford 1987. Inoltre, i contributi apparsi in Samos, collana pubblicata a Bonn a cura del Deutsches Archäologisches Institut: V. Milojčić, Die prähistorische Siedlung unter dem Heraion, 1961; H. Walter, Frühe samische Gefässe, 1968; E. Walter-Karydi, Samische Gefässe des 6. Jhs. v. Chr., 1968; G. Schmidt, Kyprische Bildwerke aus dem Heraion, 1968; U. Jantzen, Ägyptische und orientalische Bronzen, 1972; R. Horn, Hellenistische Bildwerke, 1972; B. Freyer-Schauenburg, Bildwerke der archaischen Zeit und des strengen Stils, 1974; R. Toelle-Kastenbein, Das Kastro Tigani, 1974; H.P. Isler, Das archaische Nordtor und seine Umgebung, 1978; R.C.S. Felsch, Die prähistorischen Funde vom Kastro, 1988; A.E. Furtwängler-H.J. Kienast, Der Nordbau im Heraion vom Samos, 1989.