RUBIÓ i ORS, Joaquïm
Letterato catalano, nato a Barcellona il 31 luglio 1818 e ivi morto il 7 aprile 1899. Fu l'assertore della moderna rinascita della Catalogna e la sua opera di poeta, per lo spirito che l'informa e per l'efficacia dimostrativa e animatrice che da essa si è irradiata, segna il passaggio del catalanesimo dalla sua primitiva fase storico-erudita alla fase letteraria, precorritrice dell'odierno movimento politico e nazionalista. Il R. s'avviò dapprima agli studî giuridici nei quali conseguì il baccellierato a Barcellona (1838); ma l'attività spiegata con felice successo nella stampa periodica, singolarmente in Vapor (1836) e in Guardia Nacional (1837), gli rivelò le sue vere inclinazioni. Laureatosi in filosofia e lettere, passò nello stesso anno (1846) a insegnare letteratura generale e spagnola all'università di Valladolid, ritornando nell'università dei suoi studî come titolare di storia nel 1858. Ve lo richiamò l'ansia di partecipare in persona al movimento di restaurazione linguistica e culturale che egli aveva promosso da quando, ispirandosi all'Oda (1833) dell'Aribau e confermandosi nel suo proposito alla lettura delle Llágrimas de la Viudesa (1839) del Martí, aveva iniziato nel Diario de Barcelona (26 febbraio 1839), con lo pseudonimo Lo gaiter del Llobregat, la pubblicazione delle sue liriche nella lingua materna.
Erano motivi semplici; si vagheggiavano le piccole cose che fanno cara la terra nativa, in cui si dava voce ai teneri affetti della tradizione familiare, si esaltavano i sacri ricordi della storia lontana (A unas ruinas, La nit de Sant Jaan, Lo compte Borrell II, ecc.). Il R., che come poeta castigliano si moveva senza decisa personalità nell'atmosfera romantica del Lamartine e dell'Hugo, dell'Espronceda e dello Zorrilla, ritrovava nella lingua materna gli accenti che consonavano con la sua anima: le note di una passione non più esasperata e individuale, ma civile e virilmente definita nelle sue volontà e nelle sue aspirazioni. Lo storico e apologista cattolico in lingua spagnola conciliava nel poeta catalano, senza voli tragici, con modestia di toni, con semplicità di espressione, la sua visione della vita e il suo sentimento d'affetto per la piccola patria, la sua Catalogna, che era stata grande e bella nel passato.
Pubblicando la prima raccolta dei suoi versi (Lo gaiter del Llobregat, Barcellona 1841), il R. rivendicava di fronte al castigliano l'idioma materno, "tavola di marmo ove sono incise le glorie degli avi", e dichiarava la necessità di rinverdire i lontani ricordi, "per contribuire in qualche modo a ciò che forse saremo un giorno". Egli osservava che "la Catalogna poteva aspirare ancora a una indipendenza, non politica, ma letteraria". La voce del R., nel quale prendeva coscienza un movimento non tanto particolare e locale quanto universale ed europeo - l'idea delle patrie da ricostituirsi sul fondamento della tradizione - suscitò echi immediati in ogni parte della Catalogna, a Valenza e nelle Baleari. Certo obbedisce all'ideologia del tempo la necessità che sentì il R. di dare alla sua patria anche il poema, cantando epicamente, senza però possederne l'afflato, le spedizioni dei Catalani e Aragonesi contro Turchi e Greci (Roudor del Llobregat, Barcellona 1842; trad. castigliana di Pers Ramona, Barcellona 1846). Quando il catalanesimo letterario proruppe, con tutta la sua romantica foga, a ricostruire gli anelli di una tradizione interrotta, il R., che aveva curato col de Grau le edizioni dei due poeti catalani Vicens García e Pere Serafí (Barcellona 1840), collaborò col Milá i Fontanals, con Antoni de Bofarull e con Victor Balaguer per il ristabilimento dei Jocs florals. Ne fu mantenidor nel 1859, e vi fu incoronato maestro in "gay saber" nel 1863. Ormai il catalanesimo letterario era avviato verso destini che egli non avrebbe potuto prevedere e, pur continuando a parteciparvi a lato, volle esserne lo storico (Breve reseña del actual renacimiento, Barcellona 1877), dopo esserne stato l'iniziatore.
Lo gaiter del Llobregat, edició políglota, I (1839-41), con prefazione di R. i O.; II (1841-58), con prefazione di M. Menéndez y Pelayo; III (1858-89), con prefazione di J. Sardá; IV (1839-95), con prefazione di A. Rubió i Lluch, Barcellona 1888-1902.
Bibl.: J. Verdaguer, Recort necrológich de J. R. i. O., con bibliografia compilata dal figlio A. Rubió i Lluch, Barcellona 1902; J. Jordán de Urries, R. y O. como poeta castellano, Barcellona 1912; C. Parpal i Marqués, R. y O. historiador, in Revista critica, Barcellona 1899; Milá y Fontanals y R. y O. Discursos de A. Rubió y Lluch y C. Parpal y Marqués, Barcellona 1919; M. Casella, Agli albori del Romanticismo e del moderno Rinascimento catalano, in Rivista delle biblioteche e degli archivi, 1918, p. 117 segg.; J. Amade, La renaissance littéraire en Catalogne, Parigi 1924, pp. 460-490.