Partigiano e medico italiano (Roma 1922 - ivi 2012). Giovanissimo, si è unito ai partigiani romani e dopo due anni di prigionia (1941-43) è entrato nei GAP (Gruppi di azione patriottica). Ha raggiunto il grado di comandante divenendo uno dei leader della Resistenza capitolina, per poi continuare la lotta al nazifascismo combattendo in Jugoslavia e Montenegro. A conflitto concluso, si è laureato in Medicina e da allora ha sempre esercitato la professione, pur rimanendo un punto di riferimento per la Sinistra romana. Nonostante il suo valore sia sempre stato ampiamente riconosciuto, negli anni B. è stato al centro di un lungo caso giudiziario in relazione all’attentato di via Rasella: il 23 marzo 1944, travestito da spazzino, ha fatto esplodere un ordigno al passaggio di un reparto tedesco (32 i soldati uccisi). La rappresaglia nazista non si è fatta attendere e il giorno dopo le SS hanno trucidato 335 persone (eccidio delle Fosse Ardeatine). Questo tragico epilogo ha messo in discussione la legittimità dell’azione di via Rasella, riconosciuta solo nel 1999 (dalla Corte Suprema di Cassazione). B. era membro della presidenza onoraria dell’ANPI Nazionale.