CAETANI, Roffredo
Figlio di Roffredo (I) e di Emilia Patrasso, secondo di questo nome, conte di Caserta (dal 1295), nacque intorno al 1225 o poco dopo.
Del padre del C., Roffredo, abbiamo pochissime notizie e quelle riportate dallo storico della famiglia, Gelasio Caetani, non sono sempre esatte: ad esempio suo padre non era certamente Mattia de' conti di Anagni (un sostenitore di Manfredi), né egli fu mai nominato rettore della Marca d'Ancona, né, infine, pare che a lui si debba la costruzione delle fortificazioni di Sessa. Sappiamo di sicuro che egli nel 1257 prese parte alle lotte interne di Anagni e contribuì alla cacciata dei ghibellini dal palazzo comunale. Di grande importanza, per le successive vicende della famiglia, fu il suo matrimonio - avvenuto intorno al 1225 - con Emilia Patrasso, figlia di una sorella di Alessandro IV e imparentata con Innocenzo III e Gregorio IX: il matrimonio, infatti, consentì ai Caetani di introdursi nei più ristretti circoli della Curia romana.
Probabilmente era il maggiore dei suoi fratelli, tra i quali era Benedetto, il futuro papa Bonifacio VIII. Le principali proprietà della famiglia si trovavano intorno ad Anagni in Campagna, ma il C., al pari di altri suoi congiunti, trascorse probabilmente parte della sua giovinezza a Todi, ove suo zio Pietro fu vescovo dal 1252 al 1276. Si sposò con Elisabetta Orsini, da cui ebbe almeno due figli, Pietro (II) e Francesco che diventerà cardinale.
Mancano notizie sull'educazione del C. e sulla sua attività fino al 1278, quando lo troviamo insieme con un nipote ad acquistare terre presso Anagni da Corrado signore di Sgurgola, a nome del fratello Benedetto con il quale si teneva in stretti rapporti. Nel 1281 Benedetto divenne cardinale: da allora il C. cominciò a svolgere un ruolo importante nell'ambiziosa politica del fratello. Nel dicembre del 1282 divenne podestà di Todi, ove risiedette almeno per qualche tempo, tenendo di persona l'ufficio. Forse fu riconfermato nella carica dopo sei mesi, ma nel giugno del 1283 era rappresentato da un vicario. è probabile che il C. e Benedetto possedessero terre a Selvamolle già prima del 1283, quando il C. cominciò ad acquistare nella zona terre a nome del fratello, per le notevoli somme di 5.900 lire e 2.000 fiorini rispettivamente. Nel 1288, a nome del fratello, concedeva feudi ad Anagni.
Qualche tempo dopo riceveva da Niccolò IV una importante carica (il che sta a testimoniare dei rapporti di amicizia tra il papa e il cardinale Benedetto): forse già nel 1290 - certamente nell'estate del 1291 - fu nominato senatore di Roma. Nel luglio del 1291 ricoprì la carica da solo, e alla fine dell'anno insieme con Pandolfo Savelli, probabilmente fino al 1292. In questo stesso periodo aderì all'importante alleanza stretta dal fratello Benedetto con la casa regnante angioina. Nel 1290 Benedetto aveva acquistato nel Regno Calvi, feudo di Raimondo del Balzo, conte di Avellino, il quale aveva bisogno di denaro per liberare gli ostaggi dati al momento del suo riscatto. è probabile che Benedetto stesso avesse negoziato tale riscatto e che Pacquisto di Calvi rientrasse nell'intero affare. L'anno successivo Carlo II d'Angiò, per ricompensare il cardinale Benedetto dei servizi resigli, concesse al C., in feudo perpetuo, Vairano, dietro il censo annuo di 160 once d'oro e di un servizio militare di otto uomini.
Quando Benedetto divenne papa (Napoli, dicembre 1294), l'alleanza con la famiglia reale napoletana, nella quale il C. aveva un ruolo rilevante, crebbe di importanza. Nel febbraio 1295, a Roma, Carlo II nominò il C. conte di Caserta, dandogli in feudo la città e la fortezza di Caserta (dietro censo annuo di 140 once d'oro), Ducenta (per 60 once), Atina (per 80 once), Presenziano (per 40 once) e Fontana (per 40 once). Questi feudi si aggiungevano a quelli di Vairano e di Calvi, e l'intero complesso veniva dato incapite in perpetuo al C. e ai suoi eredi dietro la prestazione dell'omaggio ligio, del servizio annuo di 18 cavalieri e del versamento di venti once d'oro all'anno per ogni cavaliere, per un totale, cioè, di 360 once. Il servitium debitum del C., però, doveva essere superiore, se esso - a quanto pare - nel marzo del 1295 fu ridotto a venti cavalieri; nel giugno del medesimo anno, poi, Carlo II lo esonerò dalla prestazione del servizio militare fino a nuova disposizione.
Nel frattempo continuavano gli acquisti di terre in Campagna, ove Bonifacio VIII aveva intrapreso la fondazione di un'ambiziosa signoria territoriale. Il C. era figura centrale di questa politica. Nel 1294 aveva acquistato terre ad Anagni per 3.000 fiorini da Adenolfo e Nicola Conti di Anagni, appartenenti a quella famiglia anagnina de Papa che diverrà in seguito una delle più decise avversarie di Bonifacio VIII. Altri acquisti furono fatti dal C. nel 1295 ad Anagni (ove possedeva una casa) dalle famiglie Conti e Rossi per 6.000 fiorini: i Caetani stavano infatti cercando di allontanare da Anagni tutte le famiglie rivali, in modo da rendere la città un centro sicuro per la loro signoria. Alla fine del 1295 il C. aggiunse alle sue proprietà Torre (tra Anagni e Alatri) e nel maggio del 1296 ricevette in dono terre e vassalli nei pressi di Trivigliano, appartenute prima al Comune di Anagni e poi passate dal cardinale Goffredo di Alatri al nipote Pietro.
Pochi mesi dopo, certamente prima del 21 ag. 1296, il C. morì e fu sepolto ad Anagni. Bonifacio VIII aveva progettato di costruire una grande signoria con il fratello, che in questa avrebbe dovuto svolgere il ruolo temporale; ora, alla morte del fratello, affidò tale ruolo al figlio del C., Pietro (II), che dal gennaio di quell'anno era già consigliere e familiare di Carlo II d'Angiò e successe al padre come conte di Caserta.
Fonti e Bibl.:Les registres de Nicolas IV, a cura di E. Langlois, Paris 1886-1893, nn. 7333, 7339; Les registres de Boniface VIII, a cura di A. Thomas-M. Faucon-G. Digard, Paris 1884-1935, nn. 5425, 5446; Regesta chartarum, a cura di G. Caetani, I, Perugia 1925, pp. 49, 52, 57 s., 86-91, 94, 176; G. Caetani, Varia. Regesto delle carte più antiche…, Città del Vaticano 1936, pp. 14 s.; G. Ceci, Todinel Medio Evo, Todi 1897, p. 172; G. Caetani, Caietanorum genealogia, Perugia 1920, pp. 46 (per il C.), 44 (per il padre Roffredo I), tav. A-XXXVII (per entrambi); Id., Domus Caietana, I, 1, San Casciano Val di Pesa 1927, pp. 79, 93 (Per il C.), 43-45 (per il padre); G. Falco, Sulla formazione e la costituzione della signoria dei Caetani (1283-1303), in Riv. stor. ital., XLV (1928), pp. 233, 236; G. Digard, Philippe le Bel et le Saint-Siège…, I, Paris 1936, pp. 243 n., 244 n.