LIPIZER, Rodolfo
Nacque a Gorizia il 16 genn. 1895, primo di quattro figli di Rodolfo Antonio, cancelliere del tribunale imperialregio, e di Ludovica Maria Pellizon. Appassionato suonatore di clarinetto, il padre iscrisse i tre figli maschi alla locale scuola di musica, destinando il primogenito allo studio del violino. L'inclinazione del L. per tale strumento si può riallacciare all'ammirazione per le attività del nonno materno, Filippo Pellizon, ultimo rappresentante di una famiglia di liutai operanti nella regione da più di un secolo. Compì gli studi nella neonata succursale del conservatorio di Trieste, sotto la guida di A. Lucarini, violinista e direttore d'orchestra.
All'adolescenza risalgono le prime esecuzioni nelle serate organizzate dai sodalizi culturali e ricreativi della città. In seguito alla morte del padre, nel 1905, e della madre, nel 1912, il L. ancora molto giovane fu costretto a provvedere al mantenimento della famiglia. Oltre a collaborare con l'orchestra del teatro di Società, partecipava alle esecuzioni dell'orchestra del duomo (dapprima sotto la direzione di C.B. Cartocci, poi di A.C. Seghizzi). Le prestazioni come solista gli valsero alcuni lusinghieri riconoscimenti della critica nella stampa locale (Il Piccolo della sera, L'Eco del litorale, Il Gazzettino).
Nel 1913, dopo aver ottenuto il diploma, si recò a Vienna per proseguire gli studi. Frequentò l'Accademia musicale superiore nelle classi di H. von Steiner e di G. Feist, allievo di O. Ševčík. Fu iscritto anche alla facoltà di filosofia e di scienze musicali dell'Università, e seguì i corsi di G. Adler. Per far fronte alle precarie condizioni economiche, impegnava le serate suonando con orchestre di intrattenimento. Conclusi gli studi a Vienna, nel luglio 1920 conseguì il diploma di violino al conservatorio G. Verdi di Milano. Nel 1921 si recò nuovamente a Vienna, per perfezionarsi in violino con Feist, direzione d'orchestra con F. Schalk (un allievo di A. Bruckner) e in composizione con E. Mandyczewski.
Al successivo rientro in Italia, fu tra i promotori della società goriziana degli Amici della musica, che gli affidò la guida del suo complesso orchestrale. Gli esordi come direttore ebbero luogo al teatro di Gorizia (ribattezzato teatro Verdi), nella primavera del 1924.
Nel 1927 il L. vinse il concorso per la direzione dell'orchestra sinfonica di Abbazia. Con questa formazione, composta da musicisti reclutati in varie regioni dell'Italia settentrionale, diresse una stagione di 28 concerti organizzata dal maestro C. Perinello.
Il 16 novembre dello stesso anno, il L. sposò Mara Forcessin.
Mettendo a frutto le conoscenze maturate nel corso della formazione viennese e della successiva esperienza di insegnamento, negli anni Trenta si impegnò nella stesura dell'opera alla quale resta maggiormente legata la sua fama: La tecnica superiore del violino. Stampata nel 1933 a Firenze (e acquistata negli anni Cinquanta da Ricordi), incontrò subito favorevoli apprezzamenti nel mondo musicale ed è oggi riconosciuta come un'opera di riferimento nel campo della moderna didattica violinistica. Nel 1938 il ministro dell'Educazione nazionale ne decretò l'adozione nei conservatori di musica e negli istituti musicali pareggiati del Regno.
Riprendendo le classificazioni razionali di C. Flesch, l'opera approfondisce gli elementi basilari della tecnica della mano sinistra. Le formule sono frutto dell'analisi di materiale ricavato dalla letteratura (trilli, esercizi di estensione delle dita, accordi di settima diminuita e di quinta eccedente, arpeggi, suoni armonici composti, pizzicati, salti, ecc.) e vengono proposte seguendo un metodo progressivo. Numerosi musicisti e insegnanti sperimentarono le soluzioni introdotte dal Lipizer. Gli esercizi della seconda parte, in particolare le pagine dedicate al rapido spostamento delle dita e ai salti di corda, furono particolarmente apprezzati da M. Abbado. Segnalando l'utilità per formare l'orecchio delle scale e degli arpeggi della quarta parte, R. Tagliacozzo sottolineò l'importanza degli esercizi costruiti sull'alternanza dell'intervallo di quinta e di settima diminuita. Altrettanto validi gli apparvero i cromatici "ascendenti e discendenti (con il glissando nel tornare indietro), gli acuti intramezzati da scale esatonali, e gli arpeggi e le scale a quattro ottave" (cit. in Bozzi, 1997, p. 59). In tali osservazioni traspare uno degli aspetti di maggiore novità dell'opera, vale a dire la sua efficacia nello sviluppare l'esecuzione di profili melodici complessi, fondati su dissonanze e intervalli di difficile intonazione, di impiego frequente nel repertorio novecentesco o più generalmente post-tonale.
Di interesse didattico sono anche altre opere del L.: i due volumi L'arte e la tecnica del vibrato sul violino e viola, I, Firenze 1967; II, Corde doppie (inedito); la revisione delle Sonate e Partite per violino solo di J.S. Bach, ricostruite seguendo l'autografo (Udine, in corso di stampa); i Quaderni per la tecnica basilare del violino e gli Studi tecnici: terze, quarte, seste, ottave e cambiamenti di posizione (entrambi inediti).
Non solo per aver rinnovato le tecniche violinistiche la figura del L. resta legata alla storia culturale di Gorizia nel primo e secondo dopoguerra. Nel 1930 il Comune gli affidò la direzione dell'Istituto di musica, carica che mantenne fino al 1961; il L. vi insegnava inoltre violino, viola e musica da camera. Per alcuni decenni diresse l'orchestra sinfonica di Gorizia, che aveva ripreso le attività sotto l'egida del Dopolavoro principe di Piemonte e, dal 1934, del Circolo di cultura dei professionisti e artisti.
Dopo la seconda guerra mondiale riprese a dirigere l'orchestra (la cui inaugurazione avvenne al teatro Verdi il 15 giugno 1948, con la violinista Pina Carmirelli) in una nutrita serie di concerti sinfonici. Dalla prima edizione (1960), e per tredici anni consecutivi, gli furono affidate la direzione artistica e la presidenza della giuria del concorso internazionale di canto corale C.A. Seghizzi.
Il L. morì a Gorizia l'8 giugno 1974.
Nel 1977 alcuni suoi allievi fondarono un'associazione culturale che porta il suo nome e che, tra l'altro, organizza un concorso internazionale di violino (l'annuale premio Rodolfo Lipizer) e un convegno biennale sul violino e la liuteria.
Tra le composizioni del L. si segnalano: Ciante pur, villotta per coro a 4 voci su versi di T. di Sandri, revisione di F. Madotto, Bellona 1993; Villotte friulane (inedite); Intermezzo lirico, per voce e pianoforte (1952, inedito); composizioni giovanili per canto e pianoforte (inedite).
Fonti e Bibl.: Gorizia, Arch. dell'Associazione culturale R. Lipizer, L'insegnamento musicale a Gorizia e l'istituto comunale di musica, Gorizia 1931, ad ind.; E. D'Agostino, Professionisti ed artisti del Friuli-Venezia Giulia, Torino 1935, ad ind.; C.L. Bozzi, Istituto comunale di musica. Relazione del primo decennio di attività e cronache delle musiche sinfoniche eseguite a Gorizia dal 1924 al 1940, Gorizia 1940, passim; P. De Anna, Analisi e guida allo studio della seconda parte della "Tecnica superiore del violino" di R. L., Gorizia 1941; A. von Horn, Violinpädagogikin Utopia, Würzburg 1974, pp. 31, 35, 177, 224, 245, 251 s.; Un secolo di storia del Circolo di lettura e della musica di Gorizia, Gorizia 1974, p. 22; Enc. monografica del Friuli-Venezia Giulia, III, 3, Udine 1980, p. 2177; A. von Horn, Tips für Geiger, Würzburg 1981, pp. 58, 76, 100, 122, 146, 156, 164, 267, 379, 393, 402, 417; A. Bratuž, L., R., in M. Jevnikar, Primorski Slovenski Biografski Leksikon (Diz. biografico sloveno del Litorale), XI, Gorizia 1983, pp. 294 s.; R. Klopčič, R. L.: la tecnica superiore del violino, in The Strad, II (1983), 2, n. 93, p. 725; Id., R. L. - Seine Werke "La tecnica superiore" und "Vibrato" und ihre Bedeutung für den Violinunterricht, in Slowenische Musiktage 1987, Ljubljana 1987, pp. 108-110; Convegni internazionali sul violino (1983-1984-1985-1986-1987), a cura di G. Drascek, Sannicandro Garganico 1991, ad ind.; Convegni internazionali sul violino (1988-1989-1990), a cura di G. Drascek, Bellona 1994, ad ind.; R. Klopčič, Violina, Ljubljana 1996, p. 72; E. Lipizer, R. L.: testimonianze (1895-1974), Monfalcone 1996; P. Bozzi, R. L., Pordenone 1997; A. Arbo, Musicisti di frontiera. Le attività musicali a Gorizia dal Medioevo al Novecento, Monfalcone 1998, pp. 200-205 e ad ind.; A. Gallarotti, Personaggi del millennio, Monfalcone 2002, p. 73; L. Pillon et al., Il Verdi, teatro di Gorizia, Pordenone 2002, pp. 61, 92, 98; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, IV, p. 419.