Steiger, Rod (propr. Rodney Stephen)
Attore cinematografico e teatrale statunitense, nato a Westhampton (New York) il 14 aprile 1925 e morto a Los Angeles il 9 luglio 2002. Dotato di uno stile recitativo di impronta naturalistica (fortemente influenzato dal 'metodo' dell'Actors Studio), di un solido mestiere e di una grande serietà professionale, non sempre riuscì però a evitare le ridondanze interpretative, che gli procurarono talvolta accuse di gigionismo. L'aspetto rude (figura tarchiata, collo taurino, faccia larga) lo portò spesso a impersonare boss dispotici oppure duri avventurieri. Nel 1964 ottenne un Orso d'argento al Festival di Berlino per la prova offerta in The pawnbroker (L'uomo del banco dei pegni) di Sidney Lumet, uscito poi sugli schermi americani nel 1965; mentre nel 1968 gli venne conferito il premio Oscar come migliore attore protagonista per In the heat of the night (1967; La calda notte dell'ispettore Tibbs) diretto da Norman Jewison.
Dopo un'infanzia difficile, a sedici anni si arruolò nella marina militare, dove rimase sino al 1945, partecipando a diverse campagne sul fronte del Pacifico. Tornato a New York, lavorò presso l'associazione reduci di guerra della marina, frequentando nel frattempo vari corsi d'arte drammatica, fra cui quelli dell'Actors Studio. A partire dal 1946 recitò in teatro, e dall'anno successivo cominciò ad apparire in televisione.
Nel 1951 ebbe un ruolo minore in Teresa di Fred Zinnemann, ma il vero inizio della sua carriera cinematografica avvenne quando Elia Kazan, che l'aveva ammirato nel televisivo Marty (1953) di Paddy Chayefsky, gli affidò la parte del fratello maggiore del protagonista (Marlon Brando) in On the waterfront (1954; Fronte del porto), un personaggio che S. caratterizzò con vigore ottenendo una nomination all'Oscar.
Benché capace di farsi apprezzare anche nella commedia, fu in campo drammatico che S. raggiunse i maggiori traguardi espressivi nei ruoli più diversi: spietato produttore in The big knife (1955; Il grande coltello) di Robert Aldrich, inesorabile giudice in The court-martial of Billy Mitchell (1955; Corte marziale) di Otto Preminger, manager sportivo disonesto in The harder they fall (1956; Il colosso d'argilla) di Mark Robson, ma anche sudista sconfitto che si schiera con gli indiani in Run of the arrow (1957; La tortura della freccia) di Samuel Fuller. Delineò inoltre sinistri profili di gangster psicopatici in Cry terror (1958; Lama alla gola) diretto da Andrew L. Stone e in Al Capone (1959) di Richard Wilson. Soggiornò quindi per due anni in Italia, dove offrì prove vigorose in Le mani sulla città (1963) di Francesco Rosi, ove è un odioso speculatore edilizio, e in Gli indifferenti (1964) di Francesco Maselli nella parte dell'ambiguo Leo, partecipando tra gli altri anche a …E venne un uomo (1965) di Ermanno Olmi. Fu subito dopo il ritorno negli Stati Uniti che raggiunse il culmine della carriera. Nel 1965 si cimentò infatti in tre memorabili ruoli, quelli di un losco e mellifluo affarista in Doctor Zhivago (Il dottor Zivago) di David Lean, di un cupo e tormentato ebreo polacco, divenuto strozzino dopo essere sopravvissuto alla persecuzione nazista, in The pawnbroker, e, quindi, di un grottesco impresario funebre in The loved one (Il caro estinto) di Tony Richardson. In In the heat of the night impersonò mirabilmente un poliziotto razzista del Sud che riesce alla fine a superare i propri pregiudizi. Meno felici furono i successivi, tra i quali spicca però Napoleone in Waterloo (1970) di Sergej F. Bondarčuk. Lavorò nuovamente nel cinema italiano, dove fu un bandito messicano divenuto un eroe della rivoluzione in Giù la testa (1971) di Sergio Leone, un boss mafioso in Lucky Luciano (1973) di Rosi, B. Mussolini in Mussolini ultimo atto (1974) di Carlo Lizzani.
Nel 1978 venne colpito da una grave crisi depressiva e in seguito si dedicò esclusivamente a film minori, ai quali dall'inizio degli anni Novanta tornò talvolta ad alternare opere di qualità, come The player (1992; I protagonisti) di Robert Altman, in cui interpretò sé stesso, Mars attacks! (1996) di Tim Burton, Crazy in Alabama (1999; Pazzi in Alabama) di Antonio Banderas, The hurricane (1999; Hurricane ‒ Il grido dell'innocenza) di Jewison.
G.E. Dolmatovskaja, Rod Stajger, Moskva 1976; T. Hutchinson, Rod Steiger: memoirs of a friendship, London 1998.