Guédiguian, Robert
Regista e produttore cinematografico francese, di padre armeno e madre tedesca, nato a Marsiglia il 3 dicembre 1953. Autore di un cinema capace di abbinare finalità didattiche a un coerente discorso politico, G. ha riportato agli onori del grande schermo la realtà proletaria del Midi francese. I suoi film hanno affrontato i problemi e le contraddizioni dell'attualità (droga, disoccupazione, razzismo, individualismo esasperato), confrontandoli con la visione del mondo, populista e multirazziale, della comunità dei lavoratori marsigliesi del quartiere dell'Estaque, dove G. è nato e dove ha ambientato molti dei suoi film. Con Marius et Jeannette (Marius e Jeannette) ha vinto nel 1997 il premio Louis Delluc. L'anno successivo la rassegna personale organizzata dal Festival di Torino lo ha fatto conoscere e apprezzare dal pubblico italiano.
Figlio di immigrati, G. è cresciuto in un mondo segnato dal movimento operaio e dalla coscienza di classe. Se gli studi universitari (in scienze sociali ed economiche) e gli affetti (Ariane Ascaride, la sua attrice preferita e compagna di vita) lo hanno poi portato a Parigi, Marsiglia è sempre rimasta un punto di riferimento fondamentale. Nel 1980 ha esordito nella regia, insieme a Franck Le Wita, con Dernier été (presentato l'anno seguente al Festival di Cannes), dramma segnato da qualche affinità con le atmosfere di Accattone (1961) di Pier Paolo Pasolini, mentre i suoi film successivi hanno sviluppato sempre più l'aspetto metaforico (Ki lo sa?, 1985) e precisato il discorso politico (L'argent fait le bonheur, 1993, realizzato per la televisione). Lo spirito brechtiano dei suoi lavori ha bilanciato la concretezza dei luoghi, dei personaggi e dello stile di riprese; inoltre, film dopo film, G. ha riunito un gruppo stabile di attori e tecnici, con volti ricorrenti non meno dei luoghi di ripresa. Altro esito notevole è stato ottenuto dal regista con à la vie, à la mort! (1995), ma la consacrazione internazionale è arrivata con Marius et Jeannette, sobria favola d'amore che ha stemperato il lato tragico e la visione pessimista degli esordi. Da quel momento G. ha goduto di un favore di critica e di pubblico che gli ha permesso di continuare la sua esplorazione delle classi subalterne nello scenario della Francia contemporanea, variando però toni e forme. Ha realizzato così À la place du cœur (1998; Al posto del cuore), favola agrodolce sulle problematiche dell'integrazione razziale; La ville est tranquille e à l'attaque! (entrambi del 2000), omaggi alla sua città, Marsiglia, il primo in forma di elegia, il secondo in veste di commedia musicale; e infine Marie-Jo et ses deux amours (2002; Marie-Jo e i suoi due amori), ritorno disincantato alle forme della commedia sentimentale, tutti film che hanno confermato la sua abilità di narratore ‒ a tratti un po' didascalico ‒ del presente.
Parallelamente al percorso artistico, G., come produttore, ha sviluppato una precisa strategia, che ha portato la sua società, Agat film & Cie/Ex nihilo, a emergere nel panorama francese. Gli anni Novanta, in particolare, hanno visto la piena affermazione della casa di produzione, capace di promuovere non solo giovani promesse come Dominique Cabréra, Pascale Ferran, Éric Zonca, ma anche autori indipendenti come Thierry Knauff e Nicolas Philibert, o esperti maestri come Paul Vecchiali e Jacques Rozier.
Robert Guédiguian, a cura di L. Barisone, Torino 1998.