Linguistica
In alcuni sistemi verbali (per es., del latino e dell’italiano), modo del verbo che di norma esprime oggettivamente la semplice enunciazione o constatazione di un fatto e, soggettivamente, [...] non effettivamente presenti.
telecomunicazion
i Per una stazione radioelettrica, i. di chiamata è il segnale corrispondente al nominativo della stazione stessa.
In telefonia, cifra o combinazione di cifre che indicano, ai fini dell’instradamento del ...
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ROBERTO BELLARMINO, santo
Franco Motta
ROBERTO BELLARMINO, santo. – Nacque a Montepulciano il 4 ottobre 1542, da Vincenzo, di famiglia patrizia di scarsi averi, e da Cinzia Cervini. Fu battezzato Roberto [...] di casa. La grafia originaria del cognome è Bellarmini, e solo dal 1573 il giovane prese a firmarsi con il nominativo umanistico Bellarmino, da allora entrato nell’uso.
Ai fini della precoce vocazione religiosa fu fondamentale per lui la figura della ...
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radiofaro
radiofaro [Comp. di radio- nel signif. c e faro] [ELT] Nella navigazione radioassistita, stazione radiotrasmittente in installazione fissa, di posizione geografica determinata, la cui funzione [...] sequenza di segnali radiotelegrafici, diversa per ciascun r. (nominativo di identificazione), emessa in assegnati intervalli di tempo su per es., i r. aeronautici sono contraddistinti da un nominativo di tre lettere, i r. marittimi sono individuati ...
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LATINA, LINGUA
Pier Gabriele Goidànich
Il latino è una lingua indoeuropea e fa parte del gruppo italico di esse lingue (v. indoeuropei; italici).
Una serie di fatti ci addita uno stretto rapporto che [...] la patria del fenomeno.
17. Assimilazione di e a seguente ei. Si ha, p. es., dī da diei, deei dīs da diis, dieis; il nomin. plur. dei e il dat.-abl. deis sono ricostruzioni letterarie, e neppure forse dell'uso vivo dei dotti (Capro, sec. I d. C.).
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I primi testi volgari d’area italiana sono tradizionalmente considerati i Placiti capuani (marzo 960 - ottobre 963): un debutto tardo rispetto a quello francese (i Giuramenti di Strasburgo, primo documento [...] essere osservata in italiano (la forma lui soggetto, al posto di egli; ➔ caso).
L’estensione dell’accusativo in luogo del nominativo non è il solo fenomeno in gioco: l’accusativo si avvia infatti anche a fungere da caso obliquo universale e invade il ...
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In genere, si dice di ente geometrico che non sia né parallelo né perpendicolare a un altro ente geometrico. Nell’uso comune, in cui manca di solito il riferimento ad altro ente, s’intende che l’obliquità [...] Caso o. Nella terminologia della grammatica classica (lat. casus obliquus), ogni caso della flessione nominale e pronominale che non sia nominativo (e il vocativo, quando la forma di questi due sia identica), il quale è detto retto, cioè fondamentale ...
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Dal punto di vista strettamente speculativo, caso, o evento casuale, è quello che si produce al di fuori e indipendentemente dalla serie determinata delle cause e degli effetti. È quindi evidente che il [...] nell'ablativo. L'ordinamento dei casi è pure di origine greca: agli estremi stavano le due forme normali nominativo e vocativo; al centro, secondo un criterio localistico, il genitivo (provenienza), il dativo (stato), l'accusativo (direzione). Il ...
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Popolazione che Polibio, là dove parla della guerra dei Romani contro i Galli degli anni 223-222 a. C., ricorda fra le maggiori popolazioni di razza celtica che abitavano la Cisalpina. Il loro territorio [...] dai codici di Polibio stesso: coi genitivi 'Αναμάρων (II, 32) e "Ανδρων ('Ανάρων secondo una correzione, II, 34); col nominativo "Αναρες (II, 17). Secondo un'ipotesi linguisticamente alquanto arrischiata, il nome di Anamares od Anamari è un nome ...
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In grammatica, l’elemento (particella o parola) posto dopo una parola a indicare la relazione grammaticale o sintattica di questa con altre parole della frase. Il cum latino è preposizione in cum illis [...] servono a formare una nuova declinazione nelle lingue neo-indiane, nel tocario, nell’armeno moderno ecc. (in persiano baccè «ragazzo» nominativo, ma baccèrā accusativo; ū goft «egli disse», ma ūrā goftam «gli dissi»). Numerose sono le p. nelle lingue ...
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CASSIODORO (Flavius Magnus Aurelius Cassiodorus Senator; più spesso detto Cassiodorus Senator o semplicemente Senator, che è nome proprio e non designazione di dignità)
Arnaldo Momigliano
Nacque a Scyllacium [...] la varietà del suo contenuto, Variae. Due libri sono di formulae (libri 6 e 71, cioè di modelli di diploma di nomina alle alte gerarchie dello Stato, che C. calcolava di poter ancora usare in ufficio (Var., Praef., 14), e perciò dovrebbero essere ...
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nominativo
agg. e s. m. [dal lat. nominativus, der. di nominare «nominare»]. – 1. agg. a. Che vale a nominare, che ha l’effetto di nominare; è com. soprattutto nell’espressione caso n. o, assol., nominativo s. m. (dal lat. nominativus [casus],...
nomina
nòmina s. f. [der. di nominare]. – 1. L’atto di nominare qualcuno, o il fatto di essere nominato, a un ufficio, a una carica: atto, decreto, lettera di n.; n. in prova, n. definitiva; carica di n. presidenziale, ministeriale, che viene...