Barthes, Roland
Daniele Dottorini
Filosofo e semiologo francese, nato a Cherbourg (Manche) il 12 novembre 1915 e morto a Parigi il 26 marzo 1980. Figura fondamentale nel panorama culturale francese [...] padre, avvenuta durante la Prima guerra mondiale, B. trascorse l'infanzia a Bayonne. Frequentò quindi a Parigi il Lycée Montaigne e il Lycée Louis-le-Grand. Nonostante problemi di salute, nel 1939 riuscì a conseguire la laurea in lettere classiche ...
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Scrittore francese (Parigi 1588 - ivi 1672). Erudito e profondo conoscitore dei classici, sostenne quella filosofia del dubbio, che si estendeva per tutto il Seicento francese, con acuta ironia; di questo [...] l'opera sua più celebre e discussa, e nell'Hexaméron rustique (1671) il gusto erudito si compiace, riprendendo motivi di Montaigne e di Charron, di sottolineare la radicale debolezza della ragione umana contrapponendo usi, costumi, dottrine tra cui è ...
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selvaggio antropologia Nell’antropologia evoluzionista del 19° secolo, si diceva di popolazioni con forma di civiltà ritenuta ancora primitiva, arretrata e inferiore rispetto ad altre considerate progredite [...] sua propria civiltà’; in questa prospettiva la stessa nozione europea di barbarie entrava in discussione (siamo noi, dirà Montaigne, a considerare barbaro quello che non entra nelle nostre abitudini, nei nostri costumi). Il mito del buon selvaggio ...
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Scrittore francese (castello di Saint-Denis-le-Guast, Coutances, 1616 - Londra 1703); ufficiale, combatté in varie campagne, ma la scoperta di un libello contro la politica di Mazzarino lo costrinse a [...] francesi, inglesi, spagnoli, italiani, la Conversation du maréchal d'Hocquincourt et du père Canaye (che rivela l'influsso di Montaigne e soprattutto di Gassendi, di cui S.-É. fu allievo), le Réflexions sur les divers génies du peuple romain dans ...
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Scrittore inglese, nato a Lindley (Leicestershire) l'8 febbraio 1576-7, morto a Oxford il 25 gennaio 1639-40. Di antica e distinta famiglia del contado, studiò a Oxford, e visse colà (a Christ Church, [...] dotta e bizzarra del Burton, vero helluo librorum, non era così eccezionale in tempi poco distanti da quelli del Rabelais e del Montaigne, in cui l'uso e l'abuso di centoni era corrente, né tanto peregrino parrà l'argomento a chi pensi quanto lo ...
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Stato soggettivo d’incertezza, da cui risulta un’incapacità di scelte teoretiche o pratiche, essendo gli elementi oggettivi considerati insufficienti a determinarle in un senso piuttosto che in quello [...] verità privilegiate e la critica corrosiva di ogni logica di scuola sono i motivi messi in circolazione dai Saggi di Montaigne e che costituiscono una fonte comune d’ispirazione delle ricerche di filosofi ed epistemologi del Seicento. Dal d. metodico ...
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LUCCA Vasto comune della Toscana, nella provincia di Lucca, il cui territorio corrisponde a quello dell'antica Vicaria di Val di Lima, che si stende per un'area di 164 kmq. nella valle inferiore della [...] 'annessa cappella Demidoff dell'architetto Marcacci. In località La Villa è ancora l'antica casa Bonnisi, ricordata dal Montaigne. La località divenne sino dalla prima metà del sec. XIX prediletto soggiorno di villeggiatura della colonia straniera di ...
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Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
Luigi Catalani
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Il movimento libertino difende il libero pensiero e critica la religione, intesa come [...] difficoltà l’età matura e una tempra non comune. Infatti, essa è riuscita tanto bene ad Erasmo, Vives, Scaligero, Bodin, Montaigne, Cano, Possevino, e molti altri, i quali l’hanno riservata al culmine dei loro studi, che non dovremmo mancare almeno ...
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Poeta scozzese, nato a Hawthornden il 13 dicembre 1585, morto ivi il 4 dicembre 1649; dal maniero famigliare, che a lui passò dopo la morte del padre nel 1610, gli venne l'appellativo of Hawthornden. Studiò [...] is adjoyned his Cypresse Grove. Il Cypresse Grove è un trattato in prosa sull'insensatezza del timor della morte: deriva dal Montaigne, da Pierre Charron e da Innocenzio Ringhieri (Dialogo della Vita e della Morte). Ma più che per le poesie, che ...
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Naude, Gabriel
Naudé, Gabriel
Erudito e filosofo francese (Parigi 1600 - Abbeville, Somme, 1653). Studiò medicina e filosofia a Parigi e a Padova, dove fu allievo di Cremonini. Entrato (1630), come [...] della sua cultura di grande erudito e bibliofilo è l’unione dell’aristotelismo eterodosso con lo scetticismo di Montaigne e Charron. Sulla base degli insegnamenti della scuola padovana, nella riflessione di N. il sistema aristotelico non costituisce ...
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saggio2
sàggio2 s. m. [lat. tardo exagium «peso, misura», der. di exigĕre nel senso di «pesare, esaminare»; il passaggio al sign. 4 è soprattutto dovuto alla partic. accezione acquistata da essai in Francia (spec. con gli Essais di Montaigne,...
scetticismo
s. m. [der. di scettico, sull’esempio del fr. scepticisme e ingl. scepticisme]. – 1. Corrente filosofica del pensiero antico sviluppatasi dal 4° sec. a. C. al 2° sec. d. C. (tradizionalmente suddivisa in tre fasi o scuole: il pirronismo,...