«Quasi per un paradosso, proprio quando gli accademici hanno cominciato a occuparsene, il fumetto ha smesso, almeno in Occidente [...], di essere un fenomeno popolare per diventare con poche eccezioni [...] della norma grammaticale (si notino gli inserti nominali e le espressioni colloquiali: allegro, vecchio mio!, che gli prende?; la mimesi del tratto orale dell’interruzione: il pollo che ...; la frase scissa con che temporale: è la prima volta che ...
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Il discorso diretto è una delle forme tradizionalmente riconosciute del ➔ discorso riportato, cioè uno dei modi che offre la lingua per riprodurre, in forma orale o scritta, enunciati appartenenti a un [...] relativa agli «stati di discorso» rispetto alla «distanza narrativa», il discorso diretto corrisponde alla forma di riproduzione più vicina alla mimesi, tanto vicina da identificarsi con essa. Tuttavia, come ricorda Mortara Garavelli (1985: 71), «la ...
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L’interiezione (lat. interiectio «atto di gettare in mezzo») è una categoria di parole (tradizionalmente, una parte del discorso) invariabili con il valore di frase, usata per esprimere emozioni o stati [...] 2003: 49).
Nello scritto, le interiezioni si usano per lo più in generi testuali in cui è prevista una mimesi o stilizzazione dell’orale, dunque in scritti narrativi o teatrali, dove si prestano come stilema privilegiato per la rappresentazione dell ...
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Il discorso indiretto è una delle forme tradizionalmente riconosciute del ➔ discorso riportato, cioè uno dei modi che offre la lingua per riprodurre enunciati appartenenti a un atto di enunciazione diverso [...] narrativa, il discorso indiretto corrisponde alla diegesi, cioè alla descrizione narrativa di un discorso altrui, opposta alla mimesi. Esso è dunque «considerato la forma parafrastica per eccellenza, sia che si tratti di parafrasi ‘espansive’ che ...
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La commutazione di codice (ingl. code-switching) è il passaggio da una lingua a un’altra all’interno del discorso di uno stesso parlante. Non va confusa con l’alternanza di codice, che è invece la scelta [...] per caratterizzare un personaggio che cerca di parlare in modo forbito.
Nella narrativa dell’Ottocento, il tentativo di mimesi dell’oralità e di rappresentazione della realtà locale spinge alcuni autori all’uso del dialetto soprattutto nei dialoghi ...
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(lat. Celtae)
Storia
Si individuano con il nome di C. alcune popolazioni appartenenti a uno stesso gruppo linguistico di famiglia indoeuropea che, provenienti dall’Asia, all’inizio del 2° millennio a.C. [...] mediterranea fu più stretto e fecondo (nella Gallia meridionale in età romana), l’arte celtica sembrò reagire alla mimesi classica trasformando i motivi naturalistici in una sintassi di forme astratte (➔ Gallia). Si tratta di un’arte eminentemente ...
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Gli studiosi moderni, come già i retori e i grammatici del mondo classico e umanistico, hanno tentato di ordinare i testi raggruppandoli in classi omogenee. Ne sono emerse varie tipologie testuali, divergenti [...] classe dei testi autonomi, non subordinati dunque all’esistenza di un altro testo, e dove quindi l’effetto di mimesi è assente, può essere ulteriormente divisa in testi di libera elaborazione intellettuale e testi fortemente codificati. I primi non ...
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Il periodo ipotetico (detto meno spesso costrutto condizionale) è una costruzione formata da due frasi, la principale (detta apodosi, cioè «conseguenza») e una subordinata ipotetica (detta protasi, cioè [...] il treno
Oltre che negli usi colloquiali, il sistema substandard compare in testi di registro più alto con funzione di mimesi del parlato spontaneo:
(12) se mi s’accostava un passo di più, lo infilavo, il birbone (Alessandro Manzoni, I promessi ...
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Aleramo, Sibilla & Campana, Dino (2000), Un viaggio chiamato amore. Lettere 1916-1918, a cura di B. Conti, Milano, Feltrinelli.
Asor Rosa, Alberto (2002), L’alba di un mondo nuovo, Torino, Einaudi.
Bachelard, [...] Ferrari 2005, pp. 291-337.
De Ventura, Paolo (2007), Dramma e dialogo nella Commedia di Dante. Il linguaggio della mimesi per un resoconto dall’aldilà, Napoli, Liguori.
Del Fiorentino, Maria Cristina (2003), La gerarchia dell’informazione, in Manuale ...
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Pier Paolo Pasolini nacque a Bologna nel 1922 e morì a Roma nel 1975. Dell’esperienza espressiva straordinariamente multiforme di Pasolini, che fu, oltre che scrittore, anche regista cinematografico, ricordiamo [...] letteraria del narratore, nel secondo la tensione all’amalgama è più forte e determina un sensibile avvicinamento tra mimesi e diegesi. Si è molto discusso sull’attendibilità dialettale del romanesco qui usato: nonostante «la desultorietà delle ...
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mimesi
mimèṡi s. f. [dal gr. μίμησις der. di μιμέομαι «imitare»], letter. – Propriam., imitazione. Il termine (anche nella forma traslitterata mìmesis) viene usato soprattutto nel linguaggio filosofico, dove acquista importanza con Platone...
mimesia
mimeṡìa s. f. [der. del gr. μίμησις «imitazione»]. – In cristallografia, fenomeno consistente in un particolare tipo di geminazione di due o più cristalli che porta alla formazione di poliedri convessi simulanti un unico individuo...