Forma di condotta comunicativa atta a trasmettere informazioni e a stabilire un rapporto di interazione che utilizza simboli aventi identico valore per gli individui appartenenti a uno stesso ambiente [...] in ambiti culturali assai diversi, si riaccende l’interesse per le attività simboliche: C.S. Peirce e J. Dewey negli USA, A. Marty e G. il contatto con 10–4μg, circa 30 molecole.
Linguaggio e cooperazione sociale
Avvenuta la fecondazione, in molte ...
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Attività di pensiero che attinge ciò che è costante e uniforme al di là del variare dei fenomeni, con l’ambizione di definire le strutture permanenti della realtà e di indicare norme universali di comportamento.
Definizioni
La [...] ‘scienza prima’
Verso la metà del 5° sec. a.C. l’interesse della ricerca filosofica si sposta verso i problemi la conoscenza come una questione di interpretazione mediata dal linguaggio e dalla tradizione a cui l’interprete stesso appartiene, ...
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In senso ampio, quel ramo della filosofia che si occupa di qualsiasi forma di comportamento (gr. ἦθος) umano, politico, giuridico o morale; in senso stretto, invece, l’e. va distinta sia dalla politica [...] significante, mettendo a punto una serie di tecniche analitiche che assumono come base di partenza il linguaggio comune. Così, C. Stevenson interpreta il discorso etico secondo un duplice aspetto: da un lato come discorso apprezzativo-persuasorio ...
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Filosofia
Dapprima disciplina riguardante la conoscenza sensibile o la percezione, dalla metà del 18° sec. il suo significato prevalente è di disciplina riguardante il bello (naturale e in particolare [...] arti non risale a molto più che alla metà del 18° sec. (per C. Batteux, presunto ‘fondatore’ verso la metà del 18° sec. del sistema moderno germanica e anglosassone e un’analisi obiettiva del linguaggio musicale. Questa tendenza è stata alla base di ...
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scienza Insieme delle discipline fondate essenzialmente sull’osservazione, l’esperienza, il calcolo, o che hanno per oggetto la natura e gli esseri viventi, e che si avvalgono di linguaggi formalizzati.
In [...] ebbe origine in Egitto e in Mesopotamia. Intorno al 3000 a.C. il sistema numerale degli Egizi era a base decimale, con simboli etica), aggiungendovi l’uno la semiotica (s. del linguaggio) e l’altro la logica formalizzata sul modello della matematica ...
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Filosofo e storico (Pescasseroli, 25 febbraio 1866 - Napoli, 20 novembre 1952). Studiò a Napoli, che divenne presto la sua dimora abituale. Scampato dal terremoto di Casamicciola (1883) in cui perdette [...] un presupposto, che è quello dell'incontro diretto del pensiero del C. con quello di Hegel (Ciò che è vivo e ciò che cioè storia della vita morale e civile dell'uomo. Il linguaggio è creazione individuale, e quindi atto spirituale, espressione di ...
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Filosofia
Disciplina che studia le condizioni di validità delle argomentazioni deduttive.
La l. antica
I vocaboli ἡ λογική (τέχνη), τὰ λογικά si stabilizzarono nel significato di «teoria del giudizio [...] Si era infatti formata a Cambridge la Analytical Society (1812), fondata da C. Babbage, J. Herschel, G. Peacock, T. Robinson, E. formali del pensiero assai meglio di quanto sia possibile nel linguaggio comune. I suoi studi lo portarono a concepire l’ ...
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Per I. si intende sia l’età della storia d’Europa compresa tra la conclusione delle guerre di religione del 17° sec. o la rivoluzione inglese del 1688 da un lato e la Rivoluzione francese del 1789 dall’altro, [...] primi decenni del secolo, da N. Frèret, H. de Boulainvilliers, C.C. Du Marsais, J. Meslier e altri compilatori di manoscritti anonimi, furono fatti valere da Condillac nell’analisi del linguaggio, da Helvétius nella critica sociale e politica, ...
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Consapevolezza che il soggetto ha di sé stesso e del mondo esterno con cui è in rapporto, della propria identità e del complesso delle proprie attività interiori.
Diritto
Libertà di c. Diritto di sentire [...] localizzata nel lobo temporale dell’emisfero sinistro, sede delle aree del linguaggio. Un nuovo impulso agli studi sulle basi cerebrali della c. venne dalle ricerche compiute negli anni 1960 da R.W. Sperry e da altri neuropsicologi sugli effetti ...
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linguaggio
linguàggio s. m. [der. di lingua]. – 1. Nell’uso ant. o letter., e talora anche nell’uso com. odierno, lo stesso che lingua, come strumento di comunicazione usato dai membri di una stessa comunità: parlare con proprietà di l.; Questi...
f. c.
– 1. Nel linguaggio sport., abbrev. di «fuori combattimento», espressione comunem. adoperata in luogo di quella originale inglese k.o. (knock out), per significare che in un incontro di pugilato uno dei contendenti è stato atterrato...