segno Fatto, manifestazione, fenomeno da cui si possono trarre indizi, deduzioni, conoscenze ecc. Qualsiasi oggetto o più spesso figura che sia convenzionalmente assunta come espressione e rappresentazione [...] di s., il carattere di generalità delle parole e delle idee in contrapposizione alla particolarità delle cose. G. Leibniz criticherà l’impostazione nominalistica di Locke, sottolineando che, nonostante l’arbitrarietà dei caratteri (s.), c’è tuttavia ...
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Espressione con cui si indica l’argomento di molte ricerche matematiche, intese a individuare le massime e le minime grandezze tra un certo numero di grandezze assegnate, oppure i valori massimi e minimi [...] metodi che più tardi, avendo come geniale precursore P. Fermat, si concretano nel metodo differenziale di I. Newton e G.W. Leibniz e sono in seguito perfezionati e resi rigorosi, principalmente a opera della critica del 19° sec. (K. Weierstrass, A.-L ...
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Il Rinascimento. Le arti matematiche
Eberhard Knobloch
Ivo Schneider
Le arti matematiche
Il concetto di scienze matematiche
di Eberhard Knobloch
Il Rinascimento riprese dal Medioevo il concetto delle [...] Viète riuscì a risolvere il caso irriducibile delle equazioni cubiche usando un'identità trigonometrica. Soltanto nel 1675 Gottfried Wilhelm Leibniz (1646-1716) riuscì a dimostrare che il ricorso ai numeri immaginari era, di fatto, inevitabile se la ...
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La seconda rivoluzione scientifica: matematica e logica. La scuola matematica di Mosca
Sergej Sergeevic Demidov
La scuola matematica di Mosca
La matematica a San Pietroburgo e a Mosca
Nella seconda [...] , Bugaev, aveva infine elaborato un proprio sistema, la cosiddetta 'monadologia evoluzionistica', ispirata alla filosofia di Gottfried Wilhelm Leibniz. Egli espose le sue idee al I Congresso internazionale dei matematici a Zurigo nel 1897 in una ...
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COLLALTO, Antonio
Ugo Baldini
Nacque a Venezia il 21 0 22 apr. 1765. Mancano notizie sulla famiglia, socialmente modesta; il Cicogna, nel rilevarne la totale estraneità a quella omonima appartenente [...] di dimostrazione delle basi del calcolo: al C. è stato sufficiente "presentarmi solamente sotto agli occhi i due metodi [leibniziano e lagrangiano] ad un tempo per rilevare sul fatto la spiegazione e la dimostrazione del primo". L'opera svolge questo ...
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La Rivoluzione scientifica: i domini della conoscenza. Lo sviluppo della matematica di Apollonio: Desargues, Pascal¿
Paolo Freguglia
Lo sviluppo della matematica di Apollonio: Desargues, Pascal e le [...] non è molto difficile se si pensa che in quel secolo altri illustri filosofi (come Descartes, Malebranche e più tardi Leibniz) si interessarono di matematica. In primo luogo era la formazione di base che avvicinava questi studiosi alla matematica più ...
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La seconda rivoluzione scientifica: introduzione. Filosofia e pratica matematica
Umberto Bottazzini
Filosofia e pratica matematica
Quando si parla di 'seconda rivoluzione' scientifica si pensa di solito [...] Quello che Frege ha in mente, infatti, non è "un puro calculus ratiocinator, ma una lingua characteristica nel senso di Leibniz". Alla logica egli affida il doppio ruolo di strumento necessario per la soluzione rigorosa e definitiva del problema dei ...
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Scienza indiana: periodo classico. Matematica
Takao Hayashi
Matematica
'Gaṇita' ('matematica')
Prima dell'introduzione e diffusione dell'astrologia oroscopica e dell'astronomia matematica nella società [...] entrambi i membri di questa formula (senza il termine correttivo) per 4d, si ottiene la serie per π/4 che Leibniz avrebbe scoperto 270 anni più tardi (1673 ca.). Śaṅkara Vāriyar fornisce una dimostrazione della formula, basata sulla proprietà per cui ...
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La Rivoluzione scientifica: i domini della conoscenza. Le innovazioni di Luca Valerio e di Bonaventura Cavalieri
Pier Daniele Napolitani
Le innovazioni di Luca Valerio e di Bonaventura Cavalieri
L'eredità [...] che dalla riflessione e dalla ricerca sugli indivisibili, sarebbe nato il calcolo infinitesimale. È difficile però immaginare Leibniz senza Cavalieri, così come è difficile immaginare quest'ultimo senza Valerio. Non si può immaginare il radicale ...
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leibniziano
‹laib-› agg. e s. m. – 1. agg. Che si riferisce al filosofo e scienziato ted. G. W. von Leibniz (1646-1716), alle sue dottrine, ai suoi principî: il sistema monadologico l.; l’opera matematica leibniziana. 2. s. m. Fautore, seguace,...
monade
mònade s. f. [dal lat. tardo monas -ădis, gr. μονάς -άδος «unità», der. di μόνος «solo»]. – 1. In filosofia, termine usato per indicare l’unità in quanto principio di molteplicità o le unità costitutive del reale; in questo senso il...