Si assumono come riferimenti cronologici simbolici di questa voce il 1211, anno del primo documento fiorentino conservato, e il 1375, anno della morte di Boccaccio.
Il Duecento è il secolo nel quale il [...] in una struttura ordinata, senza cercare nella sintassi effetti stilistici testi più rilevanti la Nuova Cronica di Giovanni Villani, con le continuazioni di Matteo e assai; onde tutta gente vivea in grande paura, sonando al continuo per la città tutte ...
Leggi Tutto
L’esigenza di ordinare in base a precisi parametri il panorama delle parlate dialettali d’Italia è stata avvertita fin dagli albori della dialettologia scientifica, anche se i tentativi compiuti in tal [...] [o ˈfjerːə] «il ferro da stiro», maschile e pluralizzabile, senza raddoppiamento), reatino [lo ˈranu] «il grano» < granum, oggi il dialetto non fa più paura a nessuno, o quasi. Anzi pp. 12-26.
Pellegrini, Giovanni Battista (1975), I cinque sistemi ...
Leggi Tutto
La predicazione è stata lo strumento di comunicazione di massa che più a lungo e capillarmente ha operato in Europa e in Italia, importante sia come veicolo di conoscenza religiosa e orientamento morale, [...] preoccupazione pastorale fu la paura che i movimenti ereticali, distrarre, come denunciavano ➔ Dante e ➔ Giovanni Boccaccio), più che a spiegare e approfondire ma quello che va e viene in lui senza corruzione del subietto, verbigrazia, bianco, rosso, ...
Leggi Tutto
L’infinito è un modo non finito del verbo (➔ coniugazione verbale; ➔ modi del verbo), che nella tradizione grammaticale è considerato forma di base del verbo stesso ed è, di conseguenza, usato come forma [...] non picchiare a quella porta e di andarsene senza veder Paska non gli passava neppure nella mente p. 18)
(70) invece di aver paura, mi sentii preso dall’esaltazione (Corti, dei Finzi-Contini).
Boccaccio, Giovanni (1964), Commedia delle ninfe ...
Leggi Tutto
Il participio è un modo non finito del verbo (➔ modi del verbo), suddiviso in una forma detta passata (amato) e una presente (amante), entrambe continuazioni dirette delle forme equivalenti latine (amatus [...] e arriva così a indicare un tempo passato senza legame al momento dell’enunciato:
(4) lui passato la stizza e a me la paura, sotto la fede di certi gran gentiluomini di C. Dionisotti, Torino, UTET.
Boccaccio, Giovanni (1985), Decameron, a cura di V. ...
Leggi Tutto
Giacomo Leopardi (Recanati 1798 - Napoli 1837) ricevette nell’infanzia un’educazione tradizionale, affidata a istruttori ecclesiastici. L’analisi linguistica degli scritti del periodo 1809-1810 non a caso [...] dopo una proposizione incidentale («hai paura che se tu non li più note («Dolce e chiara è la notte e senza vento», «Placida notte, e verecondo raggio / della Torino, Einaudi, pp. 261-295.
Nencioni, Giovanni (1988), La lingua del Leopardi lirico, in ...
Leggi Tutto
I possessivi (aggettivi e pronomi) indicano una relazione tra un’entità e un possessore (reale o figurato). In particolare, essi rinviano a colui che instaura una relazione (per lo più di possesso, ma [...] possessivi che appaiono da soli – cioè senza un nome, come mia in ( la mia paura [= «la paura che io provo per qualcosa/qualcuno»]
(16) la paura di me [= «la paura che proprio vicino rientrare a casa
(61) Giovanni e Lucia sono usciti con i propri ...
Leggi Tutto
Per linguaggio giovanile si intende la varietà di lingua utilizzata nelle relazioni del gruppo dei pari da adolescenti e post-adolescenti, costituita principalmente da particolarità lessicali e fraseologiche [...] lof(f)io «noioso» (in origine «senza valore»), pul(l)a «polizia, vigili urbani in senso positivo)»; pazzesco, da urlo, da paura «eccezionale, da non credersi».
Il nucleo Ambrogio, Renzo & Casalegno, Giovanni (2004), Scrostati Gaggio! Dizionario ...
Leggi Tutto
La virgola (dal lat. virgula(m) «piccola verga») è un segno di interpunzione, costituito da una linea curva con la testa al livello basso della riga, che ha una varietà di funzioni. Indica una pausa breve, [...] ne fanno così a miccino, da aver paura di consumarla», permangono gli eccessi in senso come per insegnarci che non è grandezza vera senza semplicità, e che l’enfiare le gote è («e grave grave grave m’incuora»: Giovanni Pascoli, “L’ora di Barga”), e ...
Leggi Tutto
Il verbo volgarizzare (attestato dal 1268) significa, in senso stretto, volgere un testo latino in lingua volgare (secondo un processo di traduzione ‘verticale’, dalla lingua più prestigiosa a una meno); [...] a versioni parola per parola, spesso senza neppure il necessario adattamento alle strutture fono «forte», cremore per cremor «paura», ecc.
L’attività traduttiva 2001) – dell’umanista napoletano Giovanni Brancati, già traduttore della Mulomedicina ...
Leggi Tutto
tale
agg. e pron. [lat. talis]. – 1. agg. a. Di questa o di quella sorta; che ha le qualità, le caratteristiche, la natura di cui si sta parlando o a cui si accenna in modo chiaro o sottinteso: non si debbono pensare t. cose; lo credi capace...
audiodescrittore s. m. (f. -trice) Chi, per professione, si occupa dell’audiodescrizione di un prodotto audiovisivo. ◆ "È un atto di civiltà – sottolinea Gabriele Salvatores, guest director del 34mo Torino Film Festival –. La resa accessibile...