Assieme ai ➔ nomi, i verbi sono una categoria di parole (➔ parti del discorso) cruciale nell’organizzazione lessicale e grammaticale delle lingue, al punto da essere considerati un universale linguistico: [...] preso entro una classe ristretta di verbi (come stare nell’es. 12) + un verbo principale, coniugato al participio, gerundio o infinito. Nella perifrasi il verbo fraseologico ha un significato diverso da quello usuale e focalizza l’interpretazione su ...
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L’infinito è un modo non finito del verbo (➔ coniugazione verbale; ➔ modi del verbo), che nella tradizione grammaticale è considerato forma di base del verbo stesso ed è, di conseguenza, usato come forma [...] di poterci sposare (Pratolini, Cronache di poveri amanti, p. 45)
In questo contesto, l’infinito romanzo si sostituisce al gerundio del latino classico: ars amandi («l’arte di amare»). Fanno parte di questa categoria anche i nomi astratti deverbali ...
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La capacità di esprimere la temporalità costituisce uno dei tratti principali della comunicazione umana. Tutte le lingue di cui siamo a conoscenza possiedono mezzi lessicali e/o grammaticali per collocare [...] (Carofiglio, cit., p. 11)
La funzione di sfondo può essere svolta anche da forme non finite del verbo, come ➔ gerundio e ➔ participio: uscendo di casa, incontrai Giovanni.
Le categorie di tempo e ➔ persona sono, nei due sottogruppi, strettamente ...
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L’accento è uno dei tratti prosodici di una lingua (➔ prosodia) e può svolgere più funzioni: far risaltare una sillaba all’interno della parola (funzione culminativa) o indicare i confini di unità morfologiche [...] di parola che varia per la flessione): nel primo caso rientrano, ad es., le forme dell’imperfetto congiuntivo, del gerundio, del participio presente e perfetto e dell’infinito (tranne che gli infiniti rizotonici della seconda coniugazione: per es ...
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La grammatica tradizionale chiama complementi predicativi quei costituenti (aggettivi o sintagmi nominali) del ➔ sintagma verbale che servono a «determinare e completare il significato del verbo» (Serianni [...] ’egli avea vinto, nuovamente vide costui piegante l’arco con aperta corda, e dissegli […] (Arrigo Simintendi 1969: 519)
(b) il gerundio, che nell’italiano d’oggi ricorre con tale funzione in alcuni dialetti, come il sardo (appu biu sorri mia currendi ...
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Il participio è un modo non finito del verbo (➔ modi del verbo), suddiviso in una forma detta passata (amato) e una presente (amante), entrambe continuazioni dirette delle forme equivalenti latine (amatus [...] come avviene altrove nell’ambito romanzo, il participio presente verbale in italiano è in larga parte sostituito dal gerundio già nel periodo medievale (Lýer 1934) e continua ad essere usato prevalentemente in contesti latineggianti:
(62) come si ...
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Come indicò Saussure (1916), la lingua si può studiare in due modi: o lungo l’asse della simultaneità, descrivendo il sistema di fenomeni esistente in un momento dato, in una certa comunità di parlanti, [...] costrutti particolari, come la coordinazione asindetica di due imperativi (va dormi «va’ a dormire»; ➔ congiunzioni); la coordinazione di gerundio e verbo di modo finito («Il quale, avendo disposto di fare una notabile e maravigliosa festa in Verona ...
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gerundio
gerùndio s. m. [dal lat. tardo gerundium, der., come gerundivus, di gerundus = gerendus, part. fut. passivo di gerĕre «compiere»; propr.: il modo che indica l’azione da compiere]. – Modo nominale del verbo, derivato in italiano, come...
gerundivo
s. m. [dal lat. tardo gerundivus (modus); v. gerundio]. – Categoria morfologica del verbo latino, non conservatasi nelle lingue romanze; aveva natura aggettivale, caratterizzata, come il gerundio, dal suffisso -nd- (laudandus, timendus,...