Deviazione della morfologia esterna o della struttura anatomica di un organo vegetale, determinata da stimoli chimici (concentrazione di composti o di elementi chimici vari). Ne sono esempi le forme nane [...] di piante cresciute in terreni con pochi sali nutritivi; il ritardato accrescimento del fusto e della radice di piantine germinate dovuto a piccole concentrazioni di etilene. ...
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Botanica
Complesso dei fiori periferici, ligulati nel capolino (detto raggiante) delle Asteracee a corolle dimorfe come le margherite.
Nelle infiorescenze a ombrella composta (per es., Apiacee), sono detti [...] , questi r. si continuano tra il legno e il libro secondari, mentre per l’attività del cambio intrafasciale (nel fusto) si formano numerosi altri r. che sono detti secondari; questi sono più brevi, attraversano le produzioni secondarie del cambio ...
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In botanica, si dice di organo di una pianta che si sviluppa al di sopra del terreno (anche epigeo). I fusti e rami a. sono contrapposti a quelli sotterranei o ipogei. Le radici a. sono presenti in varie [...] piante tropicali, come Orchidee epifite, Aracee, Ficus: partono dal fusto e dai rami e scendono verticalmente restando libere nell’aria o, come in molti Ficus, raggiunto il terreno si sviluppano come radici normali e ingrossando servono anche di ...
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In biologia, il rivestimento che diversi animali costruiscono e che serve loro di abitazione e di protezione: per es., l’a. conico che le larve delle Friganee si fanno cementando pietruzze ecc.
Botanica
L' [...] a. midollare, detto anche zona perimidollare, è il tessuto che nella struttura primaria del fusto di alcune Dicotiledoni è situato alla periferia del midollo contenente gli elementi vascolari (protoxilema). ...
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In botanica, corpicciolo tuberiforme, inadatto o non del tutto atto all’utilizzazione dei composti azotati minerali, che si origina in seguito alla germinazione dell’embrione in varie piante (per es. Orchidacee); [...] si nutre e si accresce grazie alla simbiosi con un fungo; dal p. traggono origine più tardi l’apice vegetativo del fusto e quello della radice. ...
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Incurvamento di organo vegetale, che per l’azione di uno stimolo assume una posizione coincidente con la direzione dello stimolo. L’o. è positivo se l’organo si incurva verso la sorgente dello stimolo [...] contrario. Esempi di o. positivo sono l’incurvamento della radice primaria rispetto alla gravità (ortogeotropismo) o del fusto rispetto alla luce (ortofototropismo).
Ortotropo In botanica, organo che presenta ortotropismo. Si dice anche dell’ovulo ...
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In botanica, cristallo di ossalato di calcio che ha forma di ago appuntito alle due estremità; di norma nelle cellule, i r. si trovano raggruppati in fasci compatti, regolari, che sono tenuti insieme da [...] in numerose piante, e in particolare nelle Monocotiledoni, dove si possono trovare in tutti gli organi (radici, fusto, foglie, pezzi fiorali, frutti). Nel caso vengano ingeriti, i r. provocano a volte severe irritazioni all’apparato digerente ...
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In botanica, modificazione della forma e della struttura di un organo determinata dalla luce. Per es., le radici aeree di varie Orchidacee epifite sono appiattite, nastriformi: questa dorsoventralità è [...] . Altri esempi sono l’eterofillia di Campanula rotundifolia, le cui foglie basali sono rotonde, quelle della parte superiore del fusto molto strette e lunghe, e le differenze di sviluppo e di struttura degli organi epigei delle piante eziolate. ...
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antropologia Ciascuno dei due lunghi bastoni, forniti di mensolette per appoggiarvi i piedi, usati per camminare a una certa altezza dal suolo, per gioco, in vari spettacoli, o anche, presso alcuni popoli, [...] i t. sono connessi a danze mascherate e a riti di società segrete. botanica Radici a t. Radici fulcranti, in parte aeree, che sostengono il fusto più o meno lontano dal terreno; per es., quelle delle Pandanacee e di alcune Rizoforacee (➔ mangrovia). ...
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Biologia
In immunologia, figura osservabile al microscopio ottico, generata dalla combinazione di una cellula disposta al centro di altri elementi che la circondano e che prendono contatto con essa: per [...] recettori da questi posseduti.
Botanica
Nelle piante erbacee, disposizione a raggiera delle foglie, di solito alla base del fusto, determinata dalla brevità degli internodi, per es., nel dente di leone. Il trattamento con sostanze ormonali provoca ...
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fusto
s. m. [lat. fūstis «bastone»]. – 1. In botanica, la parte assile (detta anche caule) delle piante cormofite, che porta le foglie. Piante d’alto f., gli alberi che, nel governo dei boschi, si lasciano crescere liberamente fino alla maturazione,...
fusta
s. f. [voce di origine veneta, der. del lat. fustis «fusto»]. – Nel naviglio velico medievale mediterraneo, piccola galea, con diciotto o venti rematori per lato, e un solo albero a vela latina.