Con la locuzione lingua cortigiana (o cortegiana o cortesiana) ci si riferisce a un’espressione usata nel dibattito di primo Cinquecento in relazione agli usi linguistici delle corti italiane (Milano, [...] di C. Dionisotti, Torino, UTET, pp. 73-309.
Bruni, Francesco (a cura di) (1994), L’Italiano nelle regioni. Testi e Koinè in Italia dalle origini al Cinquecento. Atti del convegno di Milano e Pavia (25-26 settembre 1987), Bergamo, Lubrina.
Tavoni, ...
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Per lingua delle cancellerie o cancelleresca può intendersi, in senso stretto, quella della corrispondenza ufficiale delle cancellerie tardomedioevali e rinascimentali e, in senso lato, quella di statuti, [...] episodi isolati), a Urbino dal 1378, a Mantova, Ferrara, Milano e Venezia a partire dal XV secolo. Soltanto nel Cinquecento dunque de Como (Lettera di Esterolo Visconti podestà di Como al Duca Francesco Sforza, 1451; cit. da Tavoni 1992: 217)
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La predicazione è stata lo strumento di comunicazione di massa che più a lungo e capillarmente ha operato in Europa e in Italia, importante sia come veicolo di conoscenza religiosa e orientamento morale, [...] , e cura di adeguare alla norma il malcerto toscano letterario appreso a Milano. Disegnando il profilo del bravo predicatore nel 1609, padre Francesco Panigarola, celeberrimo maestro del pulpito, raccomanda semplicità ed eleganza, suggerisce l’uso ...
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L’infinito è un modo non finito del verbo (➔ coniugazione verbale; ➔ modi del verbo), che nella tradizione grammaticale è considerato forma di base del verbo stesso ed è, di conseguenza, usato come forma [...] è facile a vedere non so che astratto e rigido (Francesco De Sanctis, Storia della letteratura italiana XI, p. 263 , Dante (1965), Vita nuova. Rime, a cura di F. Chiappelli, Milano, Mursia
Alighieri, Dante (1988), La Divina Commedia, a cura di di U ...
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La parola regola, applicata a una lingua, ha due significati fondamentali: quello di «descrizione di un meccanismo della lingua stessa» e quello di «precetto, ammonizione per parlare o scrivere bene». [...] vol. 3º (rist. anast. Bologna, Forni, 1995).
Soave, Francesco (2001), Gramatica ragionata della lingua italiana, a cura di S. Ilaria (1998), La grammaticografia italiana attraverso i secoli, Milano, Cuem.
Cardini, Roberto (2008), Ortografia e ...
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Il saggio programmaticamente intitolato Dialettologia toscana (Giacomelli 1975) inaugura una serie di ricerche che applicano i metodi della dialettologia allo studio delle parlate in un territorio generalmente [...] che possa essere messo a confronto con quello di Milano, di Roma o di Napoli. Il tradizionale policentrismo , Alberto (1989), Profilo del dialetto aretino, in Il vocabolario aretino di Francesco Redi, a cura di A. Nocentini, Firenze, Elite, pp. 13-68 ...
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di Bruno Moretti
Il termine mistilinguismo è usato correntemente come sinonimo di plurilinguismo sia per i casi in cui in una comunità sono presenti due o più lingue, sia per i discorsi prodotti da un [...] polifilesco, a partire dall’Hypnerotomachia Poliphili di Francesco Colonna, per sfociare nel pedantesco della Giovanna (1992), Il discorso bilingue. Italiano e dialetto a Catania, Milano, Franco Angeli.
Berruto, Gaetano (2006), Sul concetto di lingua ...
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Galileo Galilei nacque nel 1564 a Pisa, dove trascorse l’infanzia fino al 1574 e dove tornò dopo sette anni di studio nel monastero di Santa Maria di Vallombrosa, per i corsi universitari (1581-1585) e [...] discorso» (VII, 472) del patrizio veneziano Giovan Francesco Sagredo e con gli interventi sconclusionati di Simplicio, Id., Galileo e i Gesuiti. Miti letterari e retorica della scienza, Milano, Vita e pensiero, cap. III, pp. 87-124.
Besomi, Ottavio ...
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In questa voce si può tenere conto della recente edizione integrale, critica e commentata, in tre volumi, dell’intero corpus poetico dei Siciliani e dei Siculo-toscani (Antonelli, Di Girolamo & Coluccia [...] Brunetto Latini, Bondie Dietaiuti, Maestro Francesco, Megliore degli Abati, Maestro Torrigiano, Costanzo & Coluccia, Rosario (a cura di) (2008), Poeti della Scuola Siciliana, Milano, Mondadori, 3 voll. (vol. 1º, Giacomo da Lentini; vol. 2º, Poeti ...
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Il participio è un modo non finito del verbo (➔ modi del verbo), suddiviso in una forma detta passata (amato) e una presente (amante), entrambe continuazioni dirette delle forme equivalenti latine (amatus [...] , Antonfrancesco (Il Lasca) (1989), Le Cene, introduzione di G. Bàrberi Squarotti, a cura di E. Mazzali, Milano, Rizzoli.
Guicciardini, Francesco (1994), Dialogo del reggimento di Firenze, a cura di G.M. Anselmi & C. Varotti, Torino, Bollati ...
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sottovariante s. f. In biologia, e, in particolare, in virologia, sottoinsieme di una variante con la quale condivide la struttura e le proprietà fondamentali. ♦ Ora l'asiatica è provocata da una quarta famiglia di virus A, la quale, poiché...
cognatismo s. m. Forma di nepotismo caratterizzata dal fatto che chi favorisce e chi è favorita o favorito sono, tra di loro, cognati. ♦ Il potere personale di cui godeva Olimpia [Maidalchini, cognata di papa Innocenzo X] venne stigmatizzato...