Sebbene con italiano si alluda qui alla lingua, non a chi la parla, la diffusione della lingua italiana fuori d’Italia può spesso essere desunta solo dal contatto con la civiltà italiana. Questa considerazione [...] anti-italianismo, come risulta dal detto «inglese italianato è un diavolo incarnato» (Iamartino 2001: 26; cfr. anche Tosi 1990: Olschki.
Vivanti, Corrado (2003), L’Italia e il suo mondo fra Medioevo e prima età moderna, in L’Italia fuori d’Italia 2003 ...
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Il vocabolario è uno dei pochi prodotti culturali che si siano sviluppati in autonomia in epoca moderna (cfr. Auroux 1992: 33). È vero che dizionari e glossari esistevano già in epoca classica, simili [...] , anche se a volte polemico. Il milanese Giovanni Gherardini fra il 1838 e il 1840 diede alle stampe due volumi di 51-83.
Praz, Mario (19664), La carne, la morte e il diavolo nella letteratura romantica, Firenze, Sansoni (1a ed. Milano - Roma, Soc ...
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La produzione in prosa e in poesia del XVII secolo è concepita all’insegna del barocco, ispirata cioè all’abnorme e tendente all’iperbole e alla ‘maraviglia’. Il senso dispregiativo del termine si estese [...] la ricerca lambiccata e il cumulo di figure retoriche, prima fra tutte la ➔ metafora, che si poneva così al centro gettoni, azzardo; notevoli i calchi di locuzioni figurate come fare il diavolo a quattro, valer la pena, mettere sul tappeto, o le ...
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I fenomeni fonetico-fonologici che si verificano nella lingua parlata a confine di parola vanno sotto il nome, ormai tradizionale, di fonetica sintattica o fonotassi. Nella linguistica più recente si preferisce [...] altra parte, d’ora in poi, d’altronde; su, tra e fra parimenti non si elidono, in virtù della loro tonicità.
Dal momento che sia due segmenti) con gli aggettivi buono (buon amico, buon diavolo), bello (bel divano, bel tipo), santo (San Lorenzo, San ...
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L’imperfetto è un tempo passato del verbo (➔ coniugazione verbale; ➔ modi del verbo), che indica principalmente simultaneità rispetto a un momento passato (Bertinetto 1986; Vanelli 1991). Dal punto di [...] me, io, frugando in mezzo a certi libri nell’armadio, mi trovai fra le mani una fotografia (Elsa Morante, L’isola di Arturo, p. Pieretto a quell’ora se ne dormiva (Cesare Pavese, Il diavolo sulle colline, p. 123).
Benché l’imperfetto sia vago circa ...
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Il gerundio è un modo verbale non finito invariabile, formato con i suffissi -ando (prima coniugazione) e -endo (seconda e terza). Ha una forma semplice (cantando) e una forma composta (avendo cantato).
Il [...] da Dante alle porte dell’inferno, non reputandole degne di starsi fra’ perfetti dannati (Foscolo, Ultime lettere di Jacopo Ortis, I, ancora un’umidità, un fiato fresco di radici (Pavese, Il diavolo sulle colline, p. 29)
(51) Era un tardo pomeriggio, ...
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Tra i possibili criteri di classificazione del testo in generi o tipi (➔ testo, tipi di) è invalso – soprattutto in ambito didattico – un modello di carattere funzionale-cognitivo basato sull’intersezione [...] combinazione di negazioni e congiunzioni (Piergiorgio Odifreddi, Il diavolo in cattedra, Torino, Einaudi, 2003, p. sua cattedra di germanistica a Münster, una preziosa opera di raccordo fra la cultura tedesca e l’Italia. Basterebbe, al riguardo, ...
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La lingua del testo teatrale è un tipo di ➔ lingua scritta in cui gioca un ruolo primario la dimensione dell’oralità: il testo si realizza infatti nel divenire di un evento, lo spettacolo teatrale, caratterizzato [...] sdrucciolo, che realizzava «uno strumento espressivo intermedio fra il verso epico-lirico della tradizione italiana e linguaggio della). Ma già nella commedia La colpa è sempre del diavolo (1965), ambientata tra il XIII e il XIV secolo, faceva ...
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Tutte le storie della lingua latina portano una sezione, un capitolo, se non altro un cenno, all’influenza esercitata dal cristianesimo (assai sinteticamente Meillet 19333: 276; più estesamente Devoto [...] stoici del I secolo, e si ebbe captivus diaboli «prigioniero del diavolo», da cui si passò al significato di «malvagio» in italiano che laudi provenienti dall’Italia centrale si diffusero fra XIV e XVI secolo nell’Italia settentrionale presso ...
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I numerali sono considerati l’espressione simbolica dei numeri (ovvero delle entità che si usano per contare, classificare, accumulare, raggruppare) nel linguaggio (Pannain 2000; Gvozdanović 20062: 736). [...] quattro: fare quattro passi, fare quattro chiacchiere, fare il diavolo a quattro, parlarsi a quattr’occhi, dirne quattro, in l’uso di numeri piccoli, in particolare di due: ci vediamo fra due o tre giorni (= tra pochi giorni), vengo tra due minuti ...
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patto
s. m. [lat. pactum, der. di pacisci «patteggiare» (che ha la stessa radice di pax pacis «pace»), part. pass. pactus]. – 1. a. In genere, convenzione, accordo fra due persone o fra due parti: fare, concludere, stringere un p. con qualcuno...
ponte
pónte s. m. [lat. pōns pŏntis]. – 1. a. Manufatto di legno, di ferro, di muratura o di cemento armato che serve per assicurare la continuità del corpo stradale o ferroviario nell’attraversamento di un corso d’acqua, di un braccio di...