Nel mondo antico banche (τράπεζαι) e magazzini (ϑησπεζαι) nei quali sono depositate prevalentemente merci fungibili, non deperibili, hanno molti caratteri in comune; quindi vanno trattati insieme.
Banche [...] i privati sono ammessi a fare depositi nei templi.
Accanto alle banche deitempli, alcune delle quali, come quelle di Delo una folta schiera di banche. Coi loro uffici disseminati in millecittà piccole e grandi, coi loro quattro miliardi e mezzo di ...
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SCHIAVITÙ
Raffaele CORSO
Ugo Enrico PAOLI
Gino LUZZATTO
Giorgio BALLADORE PALLIERI
. Presso i primitivi. - Nelle società inferiori varie sono le ragioni che portano l'uomo alla schiavitù; ma esse [...] città. Il padrone che ritrovava lo schiavo fuggito aveva il diritto di impossessarsene e trascinarlo con sé (salvo il diritto di asilo nei templi); questo procedimento, che è una forma di autodifesa dei il Mille e specialmente nell'età dei comuni, ...
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Diritto
Giovanni Pugliese
Sommario
Parte prima. Aspetti del fenomeno giuridico nel tempo e in diversi luoghi e gruppi sociali.
1. Congetture sulle comunità primitive. 2. Cenni sui diritti del Vicino [...] regio.
Esistevano beninteso sacerdoti e templi, e questi erano anche secoli dopo la fine dei Regni micenei in Grecia e mille anni dopo il Codice 'autonomia che i Comuni italiani e le città delle Fiandre e della Germania occidentale riuscirono ...
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INDIA (A. T., 93-94)
Umberto TOSCHI
Fabrizio CORTESI
Mario SALFI
Umberto TOSCHI
Egon von EICKSTEDT
Renato BIASUTTI
Ambrogio BALLINI
Alberto PINCHERLE
Umberto TOSCHI
Umberto TOSCHI
Gennaro MONDAINI
Giuseppe [...] la scrittura Nāgarī o Devanāgarī "della città degli dei" (v. sopra, e epigrafia: un figlio di Duryodhana, cade trafitto da mille colpi di frecce. Ma alla fine del I pilastri vi sono trattati come nei templi indiani e lo spirito dell'antica India ...
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Impulsi riformatori del mondo di fuori: dal Rinascimento all'Illuminismo
Vittorio Frajese
Al volgere del Quattrocento si parlava molto di riforma. La denuncia dei mali della società italiana e della [...] e puerile fantasia». I frati erano soliti inventare «mille devozioncelle e mille folli maniere di atti pietosi […] con irriducibile perdita città, i semplici e morali discorsi della religione riserbati al silenzio ed alla sacra tranquillità deitempli ...
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