Commedia (1582) del filosofo G. Bruno (1548-1600). Ambientata nella Napoli del 1576, e scritta in un volgare popolaresco ricco di napoletanismi plebei, affronta in modo satirico "tre materie principali" e "l'amor di Bonifacio, l'alchimia di Bartolomeo e la pedanteria di Manfurio". Sulla figura di quest’ultimo non è provata l’ipotesi che Bruno possa essersi in qualche modo ispirato a Giovanni Manfurio, ...
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Regista e attore italiano (Susa, Tunisia, 1933 - Milano 2015). Indefesso allestitore di spettacoli prestigiosi, ha diretto il Teatro stabile di Torino (1988-93), il Teatro stabile di Roma (1994-98) e, [...] di Goldoni (1963), cui seguirono I lunatici di Th. Middleton (1966), Misura per misura e Riccardo III di Shakespeare, Il candelaio di Bruno, Fedra di Seneca, e il fortunato Orlando furioso (1968; ed. telev. 1975), esempio di sintesi fra avanguardia e ...
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In origine, maestro di scuola, istitutore, pedagogo. Nell’uso moderno, e per lo più in senso spregiativo, si dice di chi nell’insegnamento o nello studio si richiama continuamente alle regole, osservandole [...] 1529 ca.), e poco dopo nel Marescalco di P. Aretino (1533); poi popola novelle e commedie di tutto il secolo, sino al Candelaio di G. Bruno (1583) e alla Fantesca di G. Della Porta (1592), finendo con l’irrigidirsi nella maschera del dottor Balanzone ...
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Betti, Laura
Morando Morandini
Nome d'arte di Laura Trombetti, attrice teatrale e cinematografica, nata a Bologna il 1° maggio 1934. Dopo essere stata cantante intelligente, colta, ricca di iniziative [...] regista, di Libertà è Resistenza, su testi di intellettuali antifascisti, lettere di partigiani e discorsi di uomini politici. Recitò quindi in Il candelaio di G. Bruno, messo in scena nel 1968 da L. Ronconi, in Not I di S. Beckett con la regia di F ...
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La lingua del testo teatrale è un tipo di ➔ lingua scritta in cui gioca un ruolo primario la dimensione dell’oralità: il testo si realizza infatti nel divenire di un evento, lo spettacolo teatrale, caratterizzato [...] ibridazione linguistica della Cortigiana di Pietro Aretino (pubblicata nel 1534), al dissacrante caleidoscopio dei linguaggi nel Candelaio di Giordano Bruno (1582).
A questa linea, che potremmo denominare plurilinguismo colloquiale, se ne affiancò un ...
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commedia
Emanuela Bufacchi
Rappresentazione teatrale a lieto fine
La commedia è un genere teatrale caratterizzato da argomento comico e finale lieto. Creato dai Greci al principio del 5° secolo a.C., [...] prende così vita il paesaggio cittadino, che può essere la Roma di La Cortigiana di Pietro Aretino, o la Napoli del Candelaio di Giordano Bruno o la Ferrara della Lena di Ludovico Ariosto. Anche la trama subisce delle varianti; insieme alla storia ...
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VENEZIA (A. T., 22-23)
Piero LANDINI
Mario NANI MOCENIGO
Filippo SANTUCCI
Roberto CESSI
Gino FOGOLARI
Giuseppe ORTOLANI
Gastone ROSSI-DORIA
M. T. D.
Città del Veneto, capoluogo della provincia [...] sono il '500 e il '700, e il fatto più importante di quella letteratura è il teatro. Quando La Mandragola e Il Candelaio non avevano potere di ravvivare e rinnovare il teatro nazionale, è proprio il teatro veneziano quello che mantiene e rinnova alle ...
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candelaio
candelàio s. m. (f. -a) [der. di candela]. – Chi fa o vende candele. Il candelaio, titolo di una commedia di G. Bruno (1582), dove peraltro la parola ha un significato allusivo equivoco.
candelaia
candelàia (o candelara o candelària) s. f. [lat. tardo (festum) candelarum «(festa) delle candele»], tosc. – Candelora: s’appressava la festa della Candelara, che si faceva gran festa al Po (Novellino); anticam., anche agg.: la notte...