RETZ, Jean-François-Paul de Gondi, cardinale de
Storico e uomo politico francese, nato a Montmirail nel 1614, morto a Parigi nel 1679. Il nome Retz si scrisse anche Rais, e così usò egli stesso. La sua famiglia era di quelle che avevano seguito Caterina de' Medici; possedeva grandi proprietà in Brettagna e si era imparentata con le maggiori case di Francia. Fin dalla nascita il De R., che era terzogenito, fu fatto cavaliere di Malta e destinato alla carriera ecclesiastica. A 18 anni scrisse un saggio storico, la Conjuration de Fiesque, che trasse dalla cronaca di Agostino Mascardi, animandola dei suoi principî rivoluzionarî, esposti in uno stile negletto ma vigoroso. Dopo essere stato in urto col Richelieu, cercò di cattivarsi la reggente. Nel 1643 fu nominato coadiutore dell'arcivescovo di Parigi. Divenuto nemico irreconciliabile del Mazzarino, fu tra i promotori della Fronda, di cui seguì fin da principio tutte le vicende. Partecipò alla rivolta dei principi, e li tradì nella vana speranza di ottenere l'appoggio del Mazzarino e il cappello cardinalizio. Ebbe questo più tardi, nel 1652, ma non gli valse a raggiungere l'ambita autorità politica, chè di lì a poco fu arrestato e rinchiuso prima a Vincennes, poi a Nantes, donde fuggì due anni dopo. Dopo la morte del Mazzarino poté rientrare nel favore di Luigi XIV. Aveva rinunziato alla successione dell'arcivescovo di Parigi, in cambio dell'abbazia di Saint-Denis e degli arretrati dei suoi benefizî, che non bastarono tuttavia a pagare i suoi enormi debiti. Dal 1662 fu impiegato dal re in missioni diplomatiche, specialmente a Roma.
Negli ultimi dieci anni, dei quali dànno notizia le lettere di Madame de Sevigny, scrisse i Mémoires, che non vanno però oltre il 1655. Una prima pessima edizione dei Mémoires fu pubblicata a Nancy nel 1717. L'edizione definitiva è quella dei Grands Écrivains, curata da Feillet. Gourdault e Chantelauze (voll. 10, Parigi 1870-88). Scopo supremo del De R. fu di occupare nella vita pubblica il posto tenuto dal Richelieu e dal Mazzarino. Dal suo insuccesso nacque l'odio mortale per quest'ultimo. I Mémoires sono un capolavoro di diffamazione, che per oltre due secoli fu ritenuto una sicura fonte storica. Egli ebbe, come pochi, l'arte di alterare la verità, della quale era perfettamente informato, e di fare apparire il falso verosimile. Se la sua abilità d'intrigante gli assicurò il favore della plebe, la mancanza di principi gl'impedì di crearsi una solida posizione politica. Il suo nemico La Rochefoucauld scrisse di lui: "Il a suscité les plus grands désordres dans l'état sans avoir un dessein formé de s'en prévaloir". E in verità il De R. non fu un grande ribelle, ma un grande ambizioso. La sua sempre viva curiosità psicologica lo rende eccellente nei ritratti, avvivati da un'osservazione acuta e spesso maligna. Il suo stile è irregolare, pieno di neologismi e di costrutti personali, ma nervoso e pittoresco.
Bibl.: M. Topin, Le C. de R., Parigi 1863; J. Michon, Études sur le C. de R., ivi 1863; L. Curnier, Le C. de R. et son temps, ivi 1863; A. Gazier, Les dernières années du C. de R., ivi 1875; R. Chantelauze, Le C. de R. et l'affaire du chapeau, voll. 2, ivi 1878; Ch. Normand, Le C. de R., ivi 1895.