RESSI, Adeodato, conte
Patriota ed economista, nato a Cervia, in provincia di Ravenna, il 4 settembre 1768, morto nelle prigioni di Venezia il 18 gennaio 1822. Si era probabilmente già laureato in giurisprudenza all'università di Pavia quando, sceso il Bonaparte in Italia e occupata l'Emilia e la Romagna, formò parte di quella amministrazione che governò Ravenna e Forlì, che non erano state annesse alla Repubblica Cispadana, e nel novembre del 1797 fu scelto come deputato al parlamento della Cisalpina, in cui prese parte più volte alle discussioni, specialmente in materia di finanza.
Nominato nel dicembre del 1800 professore di economia politica all'università di Pavia, da lui rappresentata ai comizî di Lione (1802), fu durante il Regno Italico eletto membro di quel consiglio direttivo e del Collegio dei Dotti di Bologna. Continuò nel suo insegnamento anche dopo avvenuta la restaurazione austriaca, e tra il 1817 e il 1819 pubblicò a Pavia quattro volumi d'un libro intitolato Dell'economia della specie umana, che diede all'autore larga rinomanza all'estero. Nell'estate del 1818 lasciò l'insegnamento essendo stata soppressa la sua cattedra di scienze economiche. Il 29 giugno 1821, denunziato da un giovine, Camillo Laderchi, fu catturato a Pavia e il 2 luglio tradotto a Venezia nelle carceri dell'isola di S. Michele. Con sentenza del 6 dicembre 1821 fu condannato alla pena del carcere duro a vita, ridotta poi (21 febbraio 1822) a sei anni. Sennonchè il R., che era entrato in carcere in cattive condizioni di salute, si spense ancor prima di aver notizia della commutazione di pena.
Bibl.: O. Pasquini, Un martire del 1821, Adeodato Ressi, Schio 1922; L. Vara, Adeodato Ressi, economista e martire dell'indipendenza (1768-1822), Bologna 1923.