Pseudonimo dello scrittore Gaspare Invrea (Genova 1850 - ivi 1917), marchese. Laureatosi in legge, entrò nella magistratura civile. Viaggiò poi in Turchia e in Egitto, e dimorò a lungo a Massaua come avvocato militare presso il primo corpo italiano di spedizione. Scrisse poesie dove un'ispirazione morale e religiosa si mescola a uno spirito d'osservazione vivace e sottilmente ironico, con modi che riecheggiano scrittori della scapigliatura lombardo-piemontese (Poesie grigie, 1880; Le pellegrine, 1894; Olympia, 1905). Caratteristiche analoghe si riscontrano nei romanzi (La bocca del lupo, 1892, ambientato nella Genova popolare; L'Apostolo, 1901, sul mondo clericale dell'epoca di Leone XIII), che alternano parti di serio impegno ad altre di un certo svagato dilettantismo.