LUPU, Radu
Radu Pianista rumeno, nato a Galaţi il 30 novembre 1945. Dopo aver studiato in Romania con F. Muzicescu - insegnante di D. Lipatti - e C. Delavrancea, dal 1961 al 1968 si è perfezionato al conservatorio di Mosca sotto la guida di H.G. e S. Neuhaus. Vincitore di prestigiosi concorsi internazionali quali il Van Cliburn (1966), il George Enescu (1967) e il Leeds International Piano Competition (1969), L. si è imposto a partire dai primi anni Settanta come uno dei pianisti più significativi della sua generazione. L'incisione del 3° Concerto per pianoforte di Beethoven con la Israel Philarmonic Orchestra diretta da Z. Mehta gli è valsa nel 1972 il Premio Charles Cros.
Dopo essersi esibito negli Stati Uniti con le orchestre di Cleveland (diretta da D. Barenboim), Chicago (con C.M. Giulini), Los Angeles (con Z. Mehta) e New York, L. ha debuttato nel 1978 al Festival di Salisburgo con i Berliner Philarmoniker diretti da H. von Karajan, suonando, in seguito, più volte con i Wiener Philarmoniker diretti da R. Muti.
Il suo repertorio è incentrato fondamentalmente sui grandi autori classici e romantici, da Mozart a Brahms, e solo più di recente ha incluso alcuni autori russi (P.I. Čajkovskij, M.P. Musorgskij) e del Novecento (B. Bartók). Particolarmente congeniale al pianismo intensamente lirico di L. è l'opera di Brahms, Schumann (Humoreske, Kreisleriana) e, soprattutto, Schubert, di cui ha in repertorio tutte le sonate. Pur presentandosi in pubblico preferibilmente in veste di solista, L. dedica particolare attenzione anche alla musica da camera: con S. Goldberg ha inciso l'integrale delle Sonate per violino e pianoforte di Mozart; con B. Hendricks ha affrontato il repertorio liederistico e con M. Perahia quello per duo pianistico (quattro mani e due pianoforti).
Caratterizzate da una variegata gamma di sfumature espressive, gradazioni dinamiche e sorprendenti impasti sonori, le interpretazioni di L. si distinguono per l'originalità e la profondità della sua personale 'rilettura' di alcuni capolavori su cui si è già sedimentata una lunga tradizione interpretativa.