Umanista (Forlì 1462 circa - Parigi 1519); addottoratosi in diritto canonico a Bologna passò a Roma come segretario del vescovo Ludovico Gonzaga; entrato nell'Accademia romana di Pomponio Leto, divenne ben presto uno degli umanisti più noti della Roma di quegli anni sì che nel 1484 fu coronato poeta; poco dopo si stabilì in Francia, dove (1488-90, e poi dal 1493) insegnò, alla Sorbona, retorica, poesia e storia, ma da Parigi dovette allontanarsi nel 1491 per la feroce ostilità di G. Balbi che era stato contrarissimo all'ingresso dell'A. in Francia: due anni dopo però questi rientrava a Parigi e il Balbi a sua volta doveva abbandonare la Francia. Poeta latino di facile vena (Livia, 1490; Elegiae, 1494; Hecatodistichon, 1512), l'A. contribuì a diffondere in Francia il gusto della cultura umanistica italiana. Talune sue raccolte, come le Epistolae proverbiales et morales (1508), ebbero anche larga fortuna scolastica.