PRODOTTO INTERNO LORDO.
– Importanza del PIL e suo andamento nei primi anni Duemila. Altri metodi di valutazione
Importanza del PIL e suo andamento nei primi anni Duemila. – Tecnicamente è la somma, espressa in unità monetarie, dei beni e dei servizi finali prodotti e scambiati a un dato prezzo in un dato periodo di tempo in un Paese. Rappresenta in modo efficace e sintetico l’attività economica di un Paese e consente comparazioni fra Paesi differenti.
Se è vero che dal dopoguerra in poi si sono alternate varie fasi di ciclo economico, colpisce il livello di contrazione del p. i. l. (PIL), in pressoché tutte le sue componenti (produzione, importazioni, esportazioni, consumi interni privati e pubblici, investimenti), registrato durante la crisi economica e finanziaria mondiale che, dal 2008, ha determinato una grave recessione in Giappone, negli Stati Uniti e nell’Unione Europea (v. tabella): il PIL reale è calato nel 2009 nei tre sistemi economico-finanziari rispettivamente del 5,5%, 2,8% e 4,5% (UE28). La ripresa (aumento del PIL a prezzi costanti) si è poi avviata nell’UE28 proseguendo nel 2010 (2,0%), nel 2011 (1,6%), nel 2012 (0,4%), nel 2013 (0,1%), con andamenti più o meno analoghi nell’eurozona dove la crescita è stata dello 0,4% nel primo trimestre 2015, in accelerazione rispetto al 2014 mentre proseguiva nell’UE28 dello 0,4% su base trimestrale e dell’1,5% su base annua.
Nel 2010 si è anche avviata la ripresa, proseguita nel 2012 e nel 2013, negli Stati Uniti e in Giappone dove però il livello del PIL reale si è leggermente ridotto nel 2011 (−0,5 %, anche a causa del terremoto di Tohoku e del conseguente tsunami). Nonostante la crisi, il livello del PIL dell’UE28, nel 2013, ha toccato il livello più alto mai raggiunto in termini di prezzi correnti (13.075 miliardi di euro), e gli Stati membri che hanno aderito all’Unione nel 2004, 2007 o 2013 si sono progressivamente avvicinati alla media comunitaria del PIL. L’Italia, già uscita in passato da recessioni, non aveva mai subito un calo così forte e dall’inizio della crisi in sette anni è tornata ai livelli economici di fine 20° secolo. Il ritorno alla crescita, dopo 13 trimestri negativi, si è potuto confermare soltanto con il primo trimestre del 2015 (v. figura), registrando un aumento del PIL dello 0,3% rispetto al trimestre precedente (in base a una definizione convenzionale, il primo trimestre di crescita dopo almeno due trimestri di contrazione decreta la fine della recessione).
Altri metodi di valutazione. – Nonostante l’efficacia del PIL come misura anche di comparazione, nel corso degli ultimi anni sta emergendo la necessità di effettuare la valutazione di un Paese anche in base ad altre componenti (sociali, ambientali, culturali ecc.) oltre a quelle economiche. In ambito europeo è già stato istituito un quadro comune per la raccolta, compilazione, trasmissione e valutazione dei conti economici ambientali come conti satellite del SEC (Sistema Europeo dei Conti). Tuttavia una valutazione metodologica più approfondita è stata avviata, oltre che in ambito OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), con la comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europei del 20 agosto 2009 (Non solo PIL: misurare il progresso in un mondo in cambiamento) per giungere all’elaborazione di metodi di misurazione più esaustivi, che possano affiancare il PIL e su cui è stato pianificato un intenso lavoro di ricerca da parte degli istituti di statistica. Si possono citare vari tentativi realizzati anche in altri Paesi in tale direzione.
Il calcolo dell’indicatore FIL (Felicità Interna Lorda), che tiene conto di qualità dell’aria, salute dei cittadini, istruzione, rapporti sociali, è elaborato nel Bhutan, Paese fra i più poveri dell’Asia in termini di PIL pro capite ma fra i più felici del continente e ottavo al mondo. L’ISU (Indice di Sviluppo Umano) valuta la qualità della vita dei cittadini dei Paesi membri delle Nazioni Unite. Il BES (indice di Benessere Equo e Sostenibile), sviluppato in Italia dall’ISTAT (Istituto nazionale di Statistica) e dal CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro), utilizza una batteria di indicatori per valutare il progresso della società anche sociale e ambientale. L’ISEW (Index of Sustainable Economic Welfare), ideato nel 1989 da Herman Daly e John Cobb, somma tutte le spese per il consumo ma le corregge con altri fattori (distribuzione del reddito, deperimento delle risorse naturali, degrado ambientale, tempo libero, lavoro domestico ecc.). Da questo indice è stato successivamente sviluppato il GPI (Genuine Progress Indicator), indicatore del progresso reale che distingue con pesi differenti tra spese positive (che aumentano il benessere) e negative (criminalità, inquinamento, altri parametri sociali). Il PIL verde è stato invece introdotto in alcune province cinesi e tiene conto delle conseguenze ambientali dello sviluppo economico. Il subjective well-being (SWB), benessere soggettivo, legato alla percezione degli individui per la propria vita, è rilevato da diversi decenni in molti Paesi del mondo e conferma spesso il cosiddetto paradosso di Easterlin o della felicità, in base al quale se aumenta il reddito non necessariamente aumenta anche la sensazione di benessere. Il benessere interno lordo (BIL) è invece rappresentato da una piattaforma interattiva on-line che offre informazioni sulla percezione dei cittadini della propria qualità della vita, attraverso 11 indicatori del benessere.