PREVOSTO (dal lat. praeposĭtus)
Nome di una dignità, che esistette primieramente nei monasteri; veniva dopo l'abate, precedendo così tutti gli altri monaci, ed era incaricato dell'amministrazione dei beni temporali. Dai monasteri passò nei capitoli dei canonici, mentre era ancora in vigore la vita comune tra gli ecclesiastici; in essi aveva la cura dei beni del capitolo, e di tutto l'andamento domestico della casa, della quale perciò era come il capo. Cessata la vita comune, rimase il titolo come quello di una delle dignità del capitolo, e si conserva tuttora in molti di essi, rivestendo in taluni il grado di prima dignità, in altri occupando un grado inferiore.
In talune diocesi, specialmente dell'Italia settentrionale, il parroco è chiamato prevosto (ovvero "preposto, preposito, proposto"). Assai probabilmente tale denominazione si deve in alcuni casi al fatto che la chiesa e il benefizio parrocchiale sono avanzo di monasteri e abbazie scomparse; in altri casi, perché la nomina alla cura parrocchiale avviene per mezzo di presentazione o "proposta" da parte del patrono; ma più spesso con tal nome si indica semplicemente la persona a cui è affidata la cura spirituale della parrocchia, e perciò è messa a capo, cioè "preposta", a quel determinato gruppo di fedeli.