post-televisione
(Post Televisione), s. f. L’epoca successiva al modello canonico di televisione, concepita come comunicazione unitaria e simultanea.
• [tit.] [Sandro] Parenzo: noi e [Michele] Santoro vinceremo la sfida della post-televisione (Corriere della sera, 2 novembre 2011, p. 17, Politica) • Parla anche l’ex dg Rai, quel Mauro Masi a cui anche ieri il giornalista non ha risparmiato critiche: «Un esperimento coraggioso, in cui [Michele] Santoro si è saputo mettere in discussione». Un esperimento che segna «la fine della televisione analogica. La Post Televisione ha ridato il telecomando in mano ai cittadini»: sentenzia Sandro Parenzo, presidente di Telelombardia tra i primi sostenitori del progetto. E Antonio Di Pietro chiede al presidente Rai, Paolo Garimberti, di discutere il ritorno di Santoro sulla tv pubblica. (Piccolo, 15 novembre 2011, p. 9) • E dire che era stato proprio [Edmondo] Berselli a esplorare le condizioni post-qualcosa che pesano sulla nostra vita democratica. Post-economia, post-televisione, post-politica, definizioni non di ostacoli superati verso il meglio, ma di impaludamenti pericolosi. Che ora diventano i tre titoli delle tre occasioni di discussione organizzate dall’Associazione amici di Edmondo Berselli, guidata con amore e tenacia dalla moglie Marzia. (Michele Smargiassi, Repubblica, 17 aprile 2013, Bologna, p. I).
- Derivato dal s. f. televisione con l’aggiunta del prefisso post-.
- Già attestato nella Stampa del 19 marzo 1985, p. 24, Spettacolo, Cultura e Varietà (Ernesto Baldo).