Plutarco
Scrittore greco (Cheronea, Beozia, 50-ivi dopo il 120). Studiò ad Atene presso il platonico Ammonio, e dopo alcuni viaggi tornò nella sua città, da cui però si allontanò ripetutamente per incarichi politici (fu più volte a Roma). Fu arconte in Cheronea, poi sacerdote del tempio di Delfi (dal 95 alla morte). A P. sono stati attribuiti circa 250 titoli (alcuni dei quali ritenuti apocrifi), che vengono distinti tradizionalmente in due categorie: Opere morali e Vite parallele. Le Vite parallele, scritte per dimostrare le analogie, ma anche le differenze, fra gli eroi greci e romani, comprendono 4 biografie isolate (Artaserse II, Arato di Sicione, Galba, Otone) e 22 coppie di personaggi, uno greco e uno romano (Teseo e Romolo, Licurgo e Numa ecc.), di cui all’inizio, nel proemio, sono messe in luce le affinità, e alla fine, nel paragone, le differenze. P. accetta il dominio romano, in cui vede adempiersi le esigenze di una politica di pace, e da tale atteggiamento politico verso Roma è guidata la costruzione delle Vite. Il loro tratto caratteristico è l’indagine dell’intera storia di Roma e della Grecia attraverso l’ethos dei personaggi protagonisti di grandi imprese. Per le vite romane P. attinge quasi sempre direttamente agli storici o comunque a fonti di prima mano (Dionisio di Alicarnasso, Sallustio, Livio, Polibio ecc.); le fonti delle vite greche sono in generale ancora biografie (da Erodoto, Tucidide, Senofonte ecc.). Pur nella narrazione spesso romanzesca degli avvenimenti storici, non è mai assente la ricerca di un insegnamento etico-politico: una riflessione sui grandi modelli del passato (anche negativi) può essere la base della costruzione di una civiltà fondata su valori etico-religiosi e moderati principi politici e sociali.