LIPARI, Pittore di
Ceramografo principale del Gruppo di Lipari (v.). Gli si possono attribuire circa cinquanta vasi.
Tra i vasi di grandi dimensioni, le forme da lui preferite sono la pyxis scifoide, il lèbes gamikòs e la lekanis. Sono generalmente decorati con una scena nuziale sulla fronte e una figura di donna seduta o una grande testa femminile sul retro. Stilisticamente l'opera del Pittore di L. si divide in tre gruppi principali. Al primo appartengono i più antichi dei suoi vasi, di cui sono buoni esempî i seguenti: pyxides scifoidi Napoli 754 e 794; Lipari inv. 745 A e 276 L (Musei e Monumenti in Sicilia, pp. 81-82); anfora a collo Louvre M N 725; lebètes gamikòi Glasgow 03.70 ew, Cefalù 9, Lipari inv. 745 B; lekanìdes Lipari inv. 276 K (riprodotto a colori in Musei e Monumenti cit., p. 83). Le caratteristiche principali sono: 1) l'uso di una ricca varietà di colori aggiunti, tra i quali predomina l'azzurro; 2) la presenza di un'ampia palmetta a ventaglio sotto i manici, costituita da una base rotonda con un centro tutto nero che si dirama in due lunghe foglie laterali, normalmente con fiore che ha un èpsilon (E) al centro; 3) l'uso di segnare il coperchio e il capo delle pyxides o delle lekanìdes con una lettera greca in modo da facilitarne il combaciamento, e l'uso di linee incise, di solito nella zona dei manici, per indicare il punto esatto in cui doveva essere inserito il coperchio; 4) il modo di disegnare il corpo femminile con i seni rotondi e l'ombelico a forma di mandorla, sormontato da due linee; 5) il modo di rendere i capelli - nelle figure frontali generalmente con la scriminatura in mezzo, nello stile di Prassitele - che sono legati da un nastro bianco, e spesso ricadono fin sulle spalle in lunghe ciocche; 6) le figure femminili sedute appoggiano un braccio sul vertice di un pilastro lasciando ricadere la mano.
Il secondo gruppo mostra uno stile leggermente più elaborato, in cui le figure sono alquanto allungate, con testa piuttosto piccola in confronto al corpo. Sono caratteristici l'uso di una terra di colore assai chiaro, contro la quale le linee delle pieghe appaiono di un color marrone intinto di arancione, e il motivo di un altare con una larga traversa in alto e un'offerta di forma triangolare al centro, Si possono vedere buoni esempî di questa fase nei seguenti vasi: lekanìdes Lipari inv. 343 B, 741 A (Il castello di L., tavv. 35, i e 34, 2), 745 D e S.3o97o; pyxis scifoide Lipari inv. 343 A; bottiglie Oxford 1944.16 e Lipari mv. 335 E. Ivi la palinetta a ventaglio ha generalmente una lunga foglia che si incurva in basso; talvolta un ventaglio più piccolo sotto, ma nessun fiore e la foglia centrale del ventaglio ha una spiga a forma di diamante.
Stilisticamente simile a quest'ultimo gruppo che usa linee color arancione scuro, ve n'è un altro, composto prevalentemente da vasi provenienti dalle tombe 298 e 409, che ci mostra un'altra fase dello stile del Pittore di L.: in esso la capigliatura della donna è generalmente fermata in una bianca sphendòne, come sull'alàbastron British Museum F 251 (C. V. A., 2, iv Ea, tav. ii, 6), sulla lekanìs Lipari inv. 734 D, sulle lèkythoi panciute Lipari inv. 734 F, 2304 c; sulla bottiglia Lipari inv. 734 E e infine sulle pyxides scifoidi Lipari inv. 2248 B, 2304 B, Cefalù 15.
Allo stesso pittore si possono attribuire diversi vasi decorati unicamente con teste femminili di tipo simile a quelle dei coperchi e dei lati posteriori dei vasi citati. Sono buoni esemplari: pyxides scifoidi Glasgow 03.70 bc, Lipari inv. 335 B; lèbes gamikòs Lipari inv. 335 A, bottiglie Lipari inv. 335 F e G, 745 H; lekanìdes Lipari inv. 277 F, 335 C, 726 B, 2306 B. I capelli sono di solito raccolti in un semplice sàkkos, decorato da due linee sulla fronte e da due altre che salgono da sopra l'orecchio, nascosto da un ciuffo ricciuto. Talora il sàkkos ha un tocco di bianco o di rosa; la decorazione a palmette è simile a quella sui vasi del Gruppo dell'Altare, a parte un triangolo allungato che in generale si trova sotto la foglia laterale.
Il Pittore di L., la cui attività cade entro l'ultimo venticinquennio del IV sec., è un artista di notevole importanza per il riflesso nel suo stile della più antica pittura ellenistica e per l'influenza indubbia che egli ebbe sui vasi policromi di Centuripe nel III secolo.
Bibl.: In generale: G. Libertini, Le isole eolie, Firenze 1921, p. 174 ss.; B. Pace, Arte e civiltà della Sicilia antica, II, Milano 1938, p. 464 ss.; L. Zagami, Le isole eolie nella storia e nella leggenda, 2a ed., Messina 1950; L. Bernabò Brea, Musei e Monumenti in Sicilia, Novara 1958, pp. 78 ss.; id.-M. Cavalier, Il Castello di Lipari e il Museo Archeologico Eoliano, Palermo 1958. In particolare: A. D. Trendall, Vasi italioti ed etruschi, I, Città del Vaticano 1953, pp. 41-42; id., in Bull. Metr. Mus. New York, XIII, genn. 1955, pp. 164-5.
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