MERLO, Pietro
– Nacque a Torino il 15 nov. 1850 da Clemente e Benedetta Antonelli.
La famiglia, di buona levatura socioculturale, era originaria di Fossano, in provincia di Cuneo. Uno zio del M., Felice Merlo, era stato professore di diritto civile e filosofia del diritto nella facoltà giuridica torinese, membro del Parlamento subalpino e ministro. Il padre del M., pur laureato in medicina, era esattore e tesoriere dello Stato in diversi centri del Piemonte (probabilmente a causa dell’unione irregolare con Benedetta Antonelli, che poté sposare in seconde nozze solo nel 1869).
Il M. compì gli studi mediosuperiori presso il collegio rosminiano di Domodossola, dove il padre si era trasferito per lavoro, ricevendo una salda e approfondita preparazione negli studi classici e sviluppando un vivo interesse per la filosofia. Vinta una borsa di studio per il collegio Carlo Alberto, nell’autunno del 1867 si iscrisse alla facoltà di lettere dell’ateneo torinese, dove seguì con particolare interesse i corsi di grammatica comparata delle lingue indoeuropee e di sanscrito del glottologo G. Flechia, laureandosi nell’estate del 1871. La preparazione e gli interessi linguistici, però, non avevano spento la sua passione filosofica; sicché, mantenendosi con l’insegnamento privato, si trattenne un altro anno nella facoltà torinese per conseguire anche la laurea in filosofia, seguendo con particolare interesse le lezioni di G.M. Bertini.
Iniziata la carriera di insegnante, dopo un incarico biennale nel ginnasio di Chieri e un secondo nel liceo di Cesena, nel 1875 vinse il concorso per la cattedra di lettere latine e greche nel liceo Vittorio Emanuele di Napoli.
Qui entrò in contatto con i docenti della facoltà di lettere dell’Università di Napoli (in particolare con il glottologo M. Kerbaker, professore di storia comparata delle lingue classiche e neolatine, e con F. D’Ovidio, che proprio a Kerbaker e al M. dedicò la redazione definitiva di uno dei suoi lavori più famosi, La lingua dei Promessi sposi nella prima e nella seconda edizione, Napoli 1880), godette della benevolenza di B. Spaventa e iniziò a collaborare al Giornale napoletano di filosofia e lettere, appena rifondato (1875) e diretto dal filosofo F. Fiorentino.
In questo periodico apparve nel 1876 (pp. 62-88) il suo primo scritto di rilievo: Armonie nelle antiche dottrine antropologiche e morali dell’India e della Grecia, in cui l’esame degli inni vedici e la loro comparazione con i documenti (letterari e non) della religione ellenica sono condotti attraverso un’esegesi filosofico-teologica fortemente sorretta e integrata da analisi linguistico-filologiche.
Incaricato dell’insegnamento di grammatica greca e latina nella scuola di magistero a Napoli nel 1877, nel 1880 ottenne la nomina a straordinario pubblicando un ampio studio Sulla necessaria dipendenza della sintassi dalla dottrina delle forme (in Rivista di filologia e di istruzione classica, VIII [1880], pp. 1-68, 305-348), in cui sin nel titolo riecheggia alcune delle posizioni dell’appena costituita scuola dei «neogrammatici». A questo nuovo indirizzo della linguistica dedicò poi specifica attenzione traducendone tempestivamente (Torino 1881) uno dei testi più equilibrati, l’Introduzione allo studio della scienza del linguaggio di B. Delbrück (uscita nell’edizione originale solo l’anno prima); tale versione, salutata con favore per la sua accuratezza (D’Ovidio), costituisce l’ingresso delle «dottrine neogrammaticali» nella cultura linguistica italiana e, provocando la reazione di G.I. Ascoli, segna l’inizio della «polemica Ascoli-neogrammatici» (Timpanaro, p. 318).
Ottenuto alla fine del 1881 il passaggio come professore straordinario di storia comparata delle lingue classiche e neolatine all’Università di Pavia, il M. si stabilì nella città lombarda e sposò Elisabetta (Bettina) Bergonzoli. Dal matrimonio nacquero quattro figli, il primo dei quali, Clemente, anch’egli linguista, sarebbe diventato uno dei più importanti dialettologi della prima metà del Novecento.
Al triennio 1882-85, al termine del quale il M. ottenne il passaggio a ordinario, risale la compatta serie di studi In difesa della teoria dell’agglutinazione (Appunti critici), pubblicati nella Rivista di filologia e di istruzione classica, XII (1884), pp. 425-445 e continuati con il titolo Appunti critici sulla genesi delle desinenze personali, ibid., XIII (1885), pp. 385-415 e XIV (1886), pp. 369-402. In questo periodo gli interessi del M. si allargarono a indagini di storia letteraria e culturale, accolte con minor favore rispetto ai suoi lavori linguistici.
Così, nel 1884 nel Giornale storico della letteratura italiana (n. 3) pubblicò Sull’autore del Donato provenzale (pp. 218-221), in cui sostiene l’ipotesi che il trattato grammaticale andasse attribuito a Gaucelm Faidit, ipotesi da lui ribadita in un secondo articolo, in forma di lettera indirizzata a R. Renier, Sull’età di Gaucelm Faidit (ibid., pp. 386-400), ma da scartare alla luce della definitiva attribuzione a Uc Faidit, a partire dagli studi di L. Biadene (1885). Né migliore sorte ebbe la proposta discussa nell’articolo E se Dante avesse collocato Brunetto Latini tra gli uomini irreligiosi e non tra i sodomiti?, in La Cultura, III (1884), pp. 774-784.
Nonostante queste escursioni, il centro dell’attività del M. restarono gli studi glottologici, con un’accentuazione di interesse per il sanscrito (di cui dal 1885 tenne per affidamento il corso a Pavia): Considerazioni fisiologiche sulla storia delle gutturali ariane e Rispondenza di ça del sanscrito e KA del greco e del latino (entrambi in Rendiconti del R. Istituto lombardo di scienze e lettere, s. 2, XIX [1886], pp. 383-389, 715-724). Ma non abbandonò le predilette ricerche di fonetica storica (Problemi fonologici sull’articolazione e sull’accento, in Miscellanea di filologia e linguistica in memoria di N. Caix e U.A. Canello, Firenze 1886, pp. 11-38), sulla base delle quali venne prendendo le distanze dagli sviluppi delle dottrine dei neogrammatici e in particolare dalla teoria dell’ineccepibilità delle leggi fonetiche: Cenni sullo stato presente della grammatica ariana storica e preistorica, in Rivista di filologia e di istruzione classica, XIV (1886), pp. 145-179 (sulle critiche di K. Brugmann al volume di G. Curtius, Zur Kritik der neuesten Sprachforschung, Leipzig 1885) e Giorgio Curtius, in Rivista di filologia e di istruzione classica, XIV (1886), pp. 218-223 (equilibrata necrologia di un maestro spesso contestato di molti dei neogrammatici).
Venne in tal modo maturando una personale concezione della ricerca linguistica, sottratta alla rigida astrattezza normativa dei neogrammatici ed esercitata alla luce di principî generali filosoficamente definiti. Per tali orientamenti fu scelto come interlocutore da Ascoli, che gli indirizzò la fondamentale «lettera glottologica» Dei neogrammatici (datata 16 sett. 1885, pubbl. nella citata Miscellanea di filologia e linguistica…, pp. 436-471 e rist. in Archivio glottologico italiano, 1886-88, vol. 10, pp. 18-73). E nel 1886 nella Rivista di filologia e di istruzione classica ebbe una feroce polemica sull’origine del linguaggio contro le posizioni fideistiche di stampo cattolico del latinista V. De Vit, in seguito alla quale dovette cessare la sua intensa collaborazione al periodico.
Nel biennio 1887-88 oggetto prevalente dei suoi studi divenne la linguistica indoeuropea – Ragione del permanere dell’A e del suo mutarsi in E (O) sin dall’età protoariana, in Rendiconti del R. Istituto lombardo di scienze e lettere, s. 2, XX (1887), pp. 549 ss.; Le radici e le prime formazioni grammaticali della lingua ariana, ibid., XXI (1888), pp. 374-403 –, ma sempre più spesso il M. tese a esercitare la ricerca glottologica nei modi dell’indagine storico-culturale ed estetica (come nella conferenza La più antica poesia dell’India, in Rivista di filosofia scientifica,VII [1888], pp. 39-81), applicandosi talora anche all’esegesi del testo dantesco (Congettura sul dantesco «Tra Feltro e Feltro», in La Letteratura, 1° apr. 1888, p. 3; Sulla euritmia delle colpe nell’Inferno dantesco, in Atti del R. Istituto veneto di scienze, lettere ed arti, s. 6, 1887-88, t. 6, pp. 979-1000).
Questa intensa attività fu bruscamente interrotta dalla morte, avvenuta il 13 ott. 1888, mentre era in villeggiatura a Ronchiano in Valtravaglia. Durante un’escursione verso il passo del Cuvignone rimase vittima di un incidente; il corpo fu rinvenuto due giorni dopo e fu sepolto nella cappella di famiglia nel cimitero di Castello Valtravaglia.
I suoi scritti furono raccolti nei due volumi di Saggi glottologici e letterari, a cura F. Ramorino, Milano 1890.
Fonti e Bibl.: Le vicende biografiche e la carriera del M. sono ricostruite, con diversi documenti, nel Ricordo biografico di F.L. Pullè premesso ai Saggi glottologici e letterari, cit., I, pp. IX-XLV. Necr., in Annuario della R. Università di Pavia, 1888-89, pp. 63-66; Rivista di filologia e di istruzione classica, XVII (1889), pp. 285-288 (F. Ramorino); Annuario della R. Università di Pavia, 1889-90, pp. 51-63 (T. Taramelli - F. Ramorino). Del nutrito carteggio del M. con i principali linguisti della sua epoca, oltre agli stralci inseriti nel citato Ricordo biografico di F.L. Pullè, si è conservato ed è stato pubblicato ben poco. Cinque lettere autografe indirizzategli da G.I. Ascoli (1884-87, ma non quella citata del 1885 sui neogrammatici) furono donate dal figlio del M., Clemente, all’Accademia dei Lincei (e sono conservate tra le Carte Ascoli, cfr. Rendiconti della R. Accademia naz. dei Lincei, cl. di scienze morali, s. 6, VIII [1932], p. 46). A cura di T. Bolelli sono state pubblicate Tre lettere inedite di Giacomo Lignana a P. M., in Miscellanea di studi in onore di A. Roncaglia, Modena 1989, pp. 175-186 e diverse lettere di M. Kerbaker (Una lettera inedita del 1882 di M. Kerbaker a P. M., in Romanica, VI [1974], pp. 17-22; Una lettera di M. Kerbaker a P. M. (15 maggio 1884), in Archivio glottologico italiano, 1975, vol. 60, pp. 28-33; Due lettere inedite di M. Kerbaker a P. M., in Homenaje a R.A. Hall jr. Ensayos lingüísticos y filológicos para su sexagésimo aniversario, a cura di R.A. Hall - D.M. Feldman, Madrid 1977, pp. 63-68; Rapporti accademici e impegno civile in una lettera di M. Kerbaker a P. M., in Miscellanea di studi in memoria di M. Barchiesi, I, Roma 1980, pp. 173-178; Dall’epistolario di M. Kerbaker, in Studi in onore di C.A. Mastrelli, Pisa 1985, pp. 77-85). Vedi anche: Carteggio D’Ancona, VII, 2, D’Ancona - Amari, a cura di P. Cudini, Pisa 1972, p. 356; N. Romano, Gli interessi … dialettologici di N. Zingarelli, in La Capitanata, XX (1983), pp. 37, 44 (per i contatti con N. Zingarelli). Sulla raccolta dei Saggi glottologici e letterari, vedi: Nuova Antologia, 1° maggio 1890, pp. 167 s.; Il Marzocco, 1° giugno 1890, p. 8; S. R., in Giornale storico della letteratura italiana, 1891, n. 17, pp. 429-432. Sul contributo del M. alla linguistica indoeuropea: E. Windisch, Geschichte der Sanskrit-philologie und indischen Altertumskunde, II, Berlin-Leipzig 1920, p. 439; C. Tagliavini, Introduzione alla glottologia, Bologna 1949, p. 79; E. Radtke, A. Zoncada, in H.H. Christmann - R. Baum, Lingua et traditio. Geschichte der Sprachwissenschaft und der neueren Philologien, Tübingen 1994, p. 340. Sul M. e i neogrammatici: F. D’Ovidio in Rivista di filologia e di istruzione classica, X (1882), pp. 357-360; S. Timpanaro, Classicismo e illuminismo nell’Ottocento italiano, Pisa 1965, pp. 317 s.; G. Mounin, Storia della linguistica dalle origini al XX secolo, Milano 1968, p. 189; The Lautgesetz-controversy. A documentation (1885-86), a cura di T.H. Wilbur, Amsterdam 1977, p. LIX; Un periodo di storia linguistica: i neogrammatici. Atti del Convegno … Urbino 1985, a cura di A. Quattordio Moreschini, Pisa 1966, ad ind.; A. Morpurgo Davies, La linguistica dell’Ottocento, in Storia della linguistica, a cura di G.C. Lepschy, III, Bologna 1994, pp. 246, 268; K.R. Jankowsky, The consolidation of the neogrammarian framework, in An international handbook on the evolution of the study of language from the beginnings to the present, a cura di S. Auroux - E.F.K. Körner - H.J. Niederehe, Berlin-New York 2001, p. 1364. Sui rapporti con G.I. Ascoli: E. De Felice, La terminologia linguistica di G.I. Ascoli e della sua scuola, Utrecht 1954, p. 36; M. Dardano, G.I. Ascoli e la questione della lingua, Roma 1974, p. 152; A. Varvaro, Monogenesi o poligenesi: un’opposizione inconciliabile?, in L’Europa linguistica: contatti, contrasti, affinità di lingue. Atti del XXI Congresso internazionale … Catania … 1987, a cura di A.G. Mocciaro - G. Soravia, Roma 1992, p. 298; L.M. Savoia, Note sulla formazione degli studi linguistici e dialettologici in Italia, in Studi di grammatica italiana, XIX (2000), p. 398. Sulla polemica con V. De Vit: C.A. De Cara, Del presente stato degli studii linguistici, Prato 1887, pp. 358-368; B. Terracini, Guida allo studio della linguistica storica, Roma 1949, p. 120; F. Murru, V. De Vit: un latinista nella storia della linguistica, in Vichiana, 1980, vol. 9, pp. 1-20.
D. Proietti