BONI, Pietro Giuseppe Gaetano
Nacque probabilmente a Bologna nella seconda metà del sec. XVII. Indicato come abate nel frontespizio di alcune sue opere, s'ignora, tuttavia, quando e dove prendesse gli ordini ecclesiastici e da quali maestri ricevesse la formazione musicale che, però, quasi con certezza può ritenersi avvenuta a Bologna, forse nell'ambito dell'Accademia filarmonica, cui attingeva allora il mondo musicale centrosettentrionale italiano e straniero. Verso la fine del 1711 si recò a Roma, raccomandato ad A. Corelli presumibilmente dal maestro di cappella di S. Petronio a Bologna, Giacomo Antonio Perti (che era anche uno dei più autorevoli membri dell'Accademia filarmonica), secondo quanto fa supporre la lettera di risposta inviata dal Corelli - in data 21 ott. 1711 - ad un anonimo "Onoratissimo Signor e Colendissimo protettore" (Rinaldi). L'influenza del Corelli fu sensibile nelle composizioni strumentali del B., che visse lunghi anni a Roma - almeno fino al 1720 - e vi pubblicò tre raccolte di sonate, la prima delle quali consta di dodici Sonate per camera a violoncello e cembalo,op. I, Roma 1717 (senza indicazione d'editore).
Di queste sonate, del tipo da chiesa e molto interessanti per la storia della letteratura violoncellistica, essendo da noverare fra le prime di questa letteratura, in tempi moderni è stata ristampata la Sonata n. 10, in do maggiore, nella Cello-Bibliothek klassischer Sonaten, n. 53, edita dalla casa B. Schott's Söhne, Mainz s.a. (ma circa il 1930), a cura di A. Moffat ed E. Rapp.
Fu forse dopo questa pubblicazione che il B. venne accolto nell'Accademia filarmonica bolognese. Dedicatosi intanto anche alla musica vocale, nel 1719 fece eseguire a Perugia una Cantata per la notte di Natale e l'8 genn. 1720 fece rappresentare al Teatro della Pace a Roma l'opera Tito Manlio, sulibretto di M. Noris (libretto in precedenza musicato anche da C. F. Pollaroli, al quale è attribuita dall'Allacci, dal Clément e Larousse e dal Clementi pure la musica di questa ripresa romana). La seconda raccolta di dodici sonate, intitolata Divertimenti per camera a violino,violone,cimbalo,flauto e mandola,op. II, incisa da Antonio Cleton, apparve a Roma senza anno, ma il Torchi la ritiene del 1720; egli nota in queste sonate "una strana mescolanza di stili e di forme: su tutto prepondera la tecnica, perfino nei tempi di danza che s'eran sempre mantenuti sin qui relativamente semplici".
All'apparenza, questa raccolta è la stessa che figura manoscritta, col titolo di Divertimenti per camera a violino e basso, senza numero d'opera, nel catalogo di R. Haas, Die Estensischen Musikalien (Regensburg 1927, pp. 81-83), che dà l'indice tematico di tutte le sonate. La presenza di quest'opera fra le musiche della biblioteca della casa d'Este (parte della raccolta è oggi alla Nationalbibliothek di Vienna) testimonia il favore di cui godeva la produzione strumentale del Boni.
Non si sa se nel 1726 il B. fosse ritornato a Bologna, dove nello stesso anno venne eseguito il suo oratorio S.Rosalia nella chiesa della Madonna di Galliera. La sua terza raccolta di musiche strumentali, dieci Sonate a violino e violone o cembalo,op. III, fu stampata dal Fasoli a Roma nel 1741 e dopo questa data non sihanno altre notizie sulla sua attività né sulla sua vita.
Il B. lasciò, inoltre, un volume di composizioni strumentali manoscritto, privo di titolo, citato nel catalogo del Gaspari come Sonate per cembalo; per il Newman si tratta, invece, di sonate per violino e basso continuo e benché il basso figurato non sarebbe in sé prova cenvincente, tuttavia la ricca figurazione nella parte superiore, includente numerose indicazioni (multiple-stops)adatte specialmente al violino, non lascia dubbio.
Luogo e data di morte del B. rimangono finora sconosciuti, ma si presume che sia morto a Bologna intorno al 1750
Fonti e Bibl.: L. Allacci, Drammaturgia, Venezia 1755, coll. 769 s.; G. Gaspari, Catalogo della Biblioteca del Liceo musicale di Bologna, I, Bologna 1890, p. 142; IV, ibid. 1905, pp. 34, 87; V (a cura di U. Sesini), ibid. 1943, pp. 60 s.; L. Torchi, La musica istrumentale nei secc. XVI,XVII e XVIII in Italia, Torino 1901, p. 169; F. Clementi, Il carnevale romano, II, Città di Castello 1939, p. 26; M. Rinaldi, A. Corelli, Milano 1953, pp. 323, 340; W. S. Newman, The Sonata in the Baroque Era, Chapell Hill 1959, pp. 54, 181; F. Clément-P. Larousse, Dictionnaire des Opéras (Dict. lyrique), Paris s.d., p. 1088; U. Manferrari, Diz. universale delle opere melodrammatiche, I, Firenze 1954, p. 146; R. Eitner, Quellen-Lexikon der Musiker, I, p. 112; C. Schmidl, Diz. universale dei Musicisti, I, p.217; Suppl., p. 110; Encicl. della Musica Ricordi, I, Milano 1963, p. 292.