FERRATO, Pietro
Nato a Padova il 7 luglio 1815 da Antonio ed Elena Crescensì, fu educato nel seminario della città. Per mantenersi fece il maestro elementare a Murano e a Venezia. Dopo la laurea insegnò lettere nelle Realschulen, gli istituti di istruzione media dell'Impero asburgico, divenendo direttore a Rovigo. Ebbe quindi la cattedra all'istituto tecnico di Venezia, dove dopo trenta anni concluse la carriera di insegnante. Ricoprì incarichi ispettivi a livello locale ed ebbe varie onorificenze (nel 1875 fu presidente della Società di ginnastica educativa di Padova); si conservano alcuni suoi discorsi pronunciati in occasione di festività scolastiche.
Nel 1875, quando era già in congedo, il F. fu chiamato dal Comune di Mantova a dirigere l'Archivio storico Gonzaga, raccolta documentaria di grande importanza per la storia della città sotto i Gonzaga e nel primo periodo della dominazione austriaca.
L'attività del F. come studioso si svolse nel campo della letteratura italiana. In opuscoli per nozze o per lauree e in plaquettes pubblicò una copiosa serie di inediti ritrovati nei manoscritti della Biblioteca Marciana di Venezia e delle biblioteche fiorentine, spaziando dai primi secoli della letteratura italiana fino al Settecento: volgarizzamenti di classici e della Bibbia, testi di Bartolomeo da San Concordio, A. Lancia, G. Sermini, F. Serdonati, C. Strozzi, L. Domenichi, S. Bargagli, L. Salviati, G. B. Guarino, L. Magalotti, G. Gozzi e altri. Si tratta per lo più di testi brevi (in specie lettere e novelle), solitamente di modesto rilievo per la storia della letteratura e apprezzabili solo nell'ottica della trouvaille erudita in cui si poneva lo studioso e per il loro valore linguistico. Nella "Scelta di curiosità letterarie inedite e rare dal secolo XIII al XVII", dell'editore bolognese Romagnoli, nel 1866 uscirono per cura del F. i Pronostichi di Ippocrate volgarizzati nel buon secolo della lingua e il Consiglio contro a pistolenza di T. Del Garbo. Membro della Commissione per l'edizione dei testi di lingua di Bologna, nelle sue edizioni, poco sensibili alle questioni filologiche più rilevanti, il F. mostra una particolare cura per i problemi di trascrizione, riproducendo la grafia dei manoscritti senza ammodernamenti per conservare il colorito linguistico degli originali. Sobri gli apparati, i commenti sono di solito ridotti ai dati biografici e a notizie storiche.
Dopo la nomina a direttore dell'Archivio storico Gonzaga le ricerche del F. si concentrarono sul materiale conservato nell'Archivio, tra le cui carte il F. rintracciò numerose epistole di letterati illustri (fra l'altro Alcune lettere del card. P. Bembo..., Padova 1875; Lettera di A. Ambrogini Poliziano..., Imola 1878; Lettere inedite di G. Guarino e di T. Tasso..., Mantova 1878). I due progetti principali coltivati in questi anni furono l'edizione dell'epistolario di B. Castiglione e delle lettere di donne mantovane dei secoli XV e XVI.
Del primo è possibile seguire lo sviluppo. Pochi giorni dopo essersi insediato nell'ufficio, il F. ricevette l'incarico di raccogliere alcune lettere di uomini celebri da pubblicare per nozze: ne scelse alcune del Castiglione (Lettere diplomatiche del conte B. Castiglione cavate dagli autografi dell'Archivio storico di Mantova, Padova 1875), sostenendo nella prefazione l'utilità di pubblicare le numerose lettere castiglionesche conservate nell'Archivio. L'invito fu raccolto da C. Baudi di Vesme, che sin dal 1853-54 aveva concepito l'idea di un'edizione delle opere del Castiglione per i tipi di F. Le Monnier e, dopo aver dato alle stampe nel 1854 il Cortegiano, aveva lavorato ad un'edizione delle lettere. Baudi di Vesme, attraverso C. Guasti che fece da intermediario, trasmise tutti i materiali al F. affinché li esaminasse e il F. si mise all'opera con entusiasmo per rintracciare presso privati e biblioteche altre lettere del Castiglione già edite o inedite. Il progetto editoriale non andò in porto a causa della morte del Baudi di Vesme (4 marzo 1877), seguita tre anni dopo da quella del Ferrato. Il materiale preparatorio dell'edizione, rimasto all'Archivio, di Mantova (Arch. di Stato di Mantova, Div. Fe.: Corrispondenze, lettere non numerate), ècomposto, oltre che dalla trascrizione di manoscritti di lettere castiglionesche e da lettere del Baudi di Vesme e del Le Monnier, da una copia dell'edizione curata da P. A. Serassi delle Lettere del Castiglione (Padova 1769-1771), emendata dal Baudi di Vesine e completa di indicazioni per il compositore, testimonianza dello stadio avanzatissimo cui era giunto il lavoro.
Incompiuta rimase anche l'altra impresa editoriale concepita dal F. a Mantova, l'edizione delle lettere di donne mantovane dei secoli XV e XVI, che in una relazione alla commissione comunale di vigilanza per l'Archivio il 18 genn. 1877 egli annunciava destinata ad uscire entro l'anno, per un totale di circa cinquecento pezzi. Videro la luce soltanto una novantina di Lettere inedite di donne mantovane del secolo XV... (Mantova 1878), con una prefazione al solito essenziale, in cui il F. si sofferma sulla loro importanza documentaria circa la vita quotidiana della Mantova quattrocentesca e sulla loro rilevanza linguistica, in quanto esempio di prosa anteriore alla riforma grammaticale bembesca.
Il F. coltivò anche interessi musicali (Poesie musicali inedite ed anonime del secolo XIV e due lettere di G. Rossini, Padova 1870) e negli ultimi anni lavorò ad una storia dei musicisti alla corte dei Gonzaga, tenendo una relazione sull'argomento all'Accademia Virgiliana, di cui fu socio.
Il F. morì a Mantova il 25 luglio 1880.
All'Archivio rimase la sua biblioteca ammontante a circa un migliaio di volumi. La bibliografia degli scritti e delle edizioni, si legge in Catalogo dei libri italiani dell'Ottocento (1801-1900), Milano 1991, III, p. 1841; XIX, pp. 15.717, 15.888.
Fonti e Bibl.:G. B. Intra, Necrologia di P. F., in Arch. stor. lombardo, VII (1880), pp. 624 s., Id., Dell'Archivio storico mantovano, Milano 1882; L'Archivio Gonzaga di Mantova, I, a cura di P. Torelli, Ostiglia 1920, pp.XIX-XCII, 203; II, acura di A. Luzio, Verona 1922, pp. 28, 30, 174, 397; G. La Rocca, in B. Castiglione, Lettere, acura dello stesso G. La Rocca, I, Milano 1978, pp. LXXIII-LXXVII.