FEA, Pietro
Nacque a Torino il 26 nov. 1849, unico figlio maschio di Leonardo, bibliotecario della Camera, e di Angiola Ponzio. Visse un'infanzia felice, insieme con uno stuolo di cugini figli dello zio paterno Paolo (tra i quali il futuro naturalista Leonardo), abitando tutti allo stesso piano di uno stabile di via Bogino. Ricevuta la prima istruzione dalla madre, proseguì studi regolari presso il liceo "Gioberti" di Torino e, per l'ultima classe, presso il liceo "Dante" di Firenze (dove la famiglia si era trasferita), avendovi come insegnanti G. Rigutini e G. Bianciardi per le materie classiche, A. Gelli per la storia ed il positivista P. Siciliani per la filosofia.
Terminato tale ciclo di studi non si iscrisse all'università, continuando a studiare in casa (o alla Biblioteca della Camera dei deputati, dove accompagnava il padre infermo), apprendendo le lingue straniere, e interessandosi particolarmente della storia militare del Risorgimento. Essendo di lì a poco sorto a Firenze l'Istituto di studi superiori e di perfezionamento, egli si iscrisse ai corsi, su consiglio di D. Berti già ministro della Pubblica Istruzione ed amico di famiglia, e li frequentò negli anni 1868-70, sia pure irregolarmente, sotto la guida di P. Villari per la storia moderna, A. Conti per la filosofia, G. B. Giuliani per le lettere italiane, G. Ugdulena per quelle greche, ed il prete spretato G. Tuzza, feroce anticlericale e positivista, per quelle latine.
Di questi studi il F. stesso dichiarava che "se ... non accrebbero di molto le mie cognizioni concrete, servirono però ad allargare il mio orizzonte intellettuale, e a farmi una idea delle grandi questioni che si agitavano nel campo letterario, filosofico, ed anche politico" (P. Fea, Biografia di L. F. Cenni..., p. 69).
La morte dei padre nel 1870 pose fine a quell'esperienza molto prima del conseguimento del diploma, sicché il F. si trovò nella necessità di provvedersi di un lavoro, munito della sola licenza liceale. La buona memoria di sé che Leonardo aveva lasciato fra i più autorevoli membri della Camera, ed i molti amici che aveva avuto, fecero sì che ci si accontentasse dei pochi titoli che il F. poteva presentare, onde il 1º luglio 1870 egli fu ammesso fra il personale della biblioteca, col grado di applicato di terza classe e lo stipendio annuo di L. 1.600.
Fra quei pochi titoli figuravano alcuni saggi di traduzioni dal francese, inglese e tedesco, ed i primi capitoli della sua futura opera sulla storia dei bersaglieri, estratti da La Rivista universale. Il F. aveva imparato queste lingue come autodidatta, fino a raggiungere una conoscenza sufficiente a tradurre, che gli consentirà più tardi di pubblicare alcune versioni dal tedesco e dall'inglese.
In campo giornalistico il suo primo impegno fu (per sei mesi dal novembre 1867) la collaborazione ad un periodico ufficioso del ministero degli Esteri, Correspondance italienne, per il quale curò una rubrica di cronaca parlarnentare. Già allora andava scrivendo qualche articolo di storia militare, che la benevolenza di P. Salvago e M. Da Passano, amici di suo padre, accolse nella loro Rivista universale, sulla quale tra il 1869 e il 1871 uscirono anche alcuni suoi profili biografici di illustri personaggi, mentre altri trovarono posto nella Nuova Antologia.
Pochi mesi dopo il F. ottenne l'ufficio di redattore politico de La Rivista universale, portavoce di quel piccolo gruppo di cattolici che vagheggiava la conciliazione fra Stato e Chiesa, e come tale era osteggiata sia dagli ambienti laici sia dalle gerarchie ecclesiastiche. Tale testata, nell'ambito della! quale il F. ebbe per colleghi C. Cantù, A. Conti, mons. G. Audisio ed il futuro card. G. Alimonda, resse fino al 1877 a costo di gravi sacrifici degli editori, e risorse nel 1879 col titolo di Rassegna nazionale sotto la direzione del solo Da Passano, che la resse fino al 1916. Il F. vi tenne la sua rubrica fino al 1904, quando ebbe qualche dissenso con la direzione, "meno fedele di lui al programma di una conciliazione vera, che non sacrificasse troppo le ragioni della Chiesa" (P. Fea, cit. p. 73), per poi riprendere la collaborazione dal giugno 1915 al marzo 1916, per sostituire il nuovo titolare M.A. Vicini (suo genero) quando questi fu chiamato al fronte.
Moltissimi furono dunque gli articoli di politica, di storia militare e di altri soggetti che il F. pubblicò su tale rivista (alcuni su altre), la maggior parte però sotto pseudonimi, dopo che il presidente della Camera G. Biancheri, gli ebbe fatto segnalare che quelle collaborazioni da parte di un dipendente della pubblica amministrazione non erano gradite: frequentemente usati furono E. A. Foperti (anagramma del suo nome), P. di Leonardo e "Un non Diplomatico".
Ma accanto a tale ingente mole di articoli il F. era venuto pubblicando un certo numero di opere in volume, sempre attinenti a temi di storia (per lo più militare) e di politica. La prima era stata Alfonso Lamarmora, studio bibliografico (Firenze 1878), da cui germogliò naturalmente una delle sue cose più note, Storia dei bersaglieri con alcune idee del generale Alessandro Lamarmora sul loro impiego in guerra (ibid. 1879). Seguì Lettere inedite di uomini illustri a M. d'Azeglio (ibid. 1884), contenente importanti inediti di V. Gioberti, C. Cavour, G. Dabormida, M. Castelli, C. Balbo, V. Salvagnoli, G. Durando e A. Manzoni. Sviluppo dei suoi articoli pubblicati nell'Archivio storico parmense fu poi una rilevante opera storica, Alessandro Farnese duca di Parma (Roma 1886), frutto di un ponderoso e qualificato lavoro di ricerca negli archivi parmensi, napoletani e fiamminghi, che gli valse una certa fama in Belgio, l'approvazione di G. Pirenne, e l'aggregazione all'Accademia reale delle scienze di Bruxelles, nonché alla R. Deputazione di storia patria di Parma. Parecchi anni dopo giunse a compimento il principale impegno storiografico del F., derivato da una serie di articoli sulle campagne del principe Eugenio pubblicati sulla Rassegna nazionale: Tre anni di guerra e l'assedio di Torino del 1706 (Roma 1905), che riuscì a pubblicare facendolo rientrare nel quadro delle commemorazioni del centenario di quell'assedio, ottenendo critiche favorevoli e la nomina a socio corispondente della R. Deputazione di storia patria di Torino. Su commissione, in occasione del IV centenario colombiano, aveva pubblicato nel 1892 a Firenze anche la monografia La Repubblica dell'Equatore.
In parallelo con la produzione pubblicistica, il F. portava avanti l'impegno presso la Biblioteca della Camera dei deputati. Qui, sotto la direzione di G. Scovazzi, che era succeduto a L. Fea unicamente per i suoi meriti politici (nella votazione la sua candidatura era prevalsa per soli quattro voti su quella del più qualificato D. Chilovi), egli poteva apprendere ben poco di scienza bibliografica o di biblioteconomia: preferì perciò dedicarsi piuttosto a soddisfare le più varie richieste di informazione dei deputati e all'aggiornamento dei cataloghi.
Dopo il trasferimento degli uffici della Camera da Firenze a Roma e la nomina di un vicedirettore di grande cultura, quale era il giovane A. Brunialti (che, però, tutto dedito ai suoi studi, ben presto venne distaccato presso il ministero dell'Interno), il F. collaborò in maniera determinante all'impianto di un catalogo per gli articoli venuti alla luce sui periodici (1877-1878). Nel 1879, nominato il Brunialti professore di diritto costituzionale, egli, appena trentenne, lo sostituiva nell'incarico di vicedirettore, assumendo di fatto le funzioni di direttore, dato il disinteresse che mostrava lo Scovazzi, ormai settantenne.
Il F. si diede, allora, con grande impegno al rinnovamento totale della biblioteca, cominciando da una verifica generale del materiale librario realmente presente e dall'installazione di più moderne scaffalature, fino all'aumento del personale e all'introduzione di un metodo di catalogazione bibliografica uniforme, in modo da creare la base per l'impianto dei futuri nuovi inventari. In molti anni di lavoro, egli pervenne alla realizzazione di tre strumenti essenziali: un catalogo alfabetico aggiornato, un catalogo metodico che fu considerato il migliore del tempo e un inventario, oltre a molti indici complementari di carattere specialistico e ai registri amministrativi. Inoltre venne continuato il catalogo degli articoli dei periodici (unico allora in Italia); dapprima questo fu formato soltanto con schede, poi, nel 1885, essendo queste salite al numero di centinaia di migliaia, venne decisa la loro pubblicazione in volumi ordinati cronologicamente: la prima serie di 13 volumi andava dalle origini (1877-78) a tutto il 1887; la seconda serie dal 1888 al 1900; la terza dal 1901 al 1913; la quarta dal 1914 al 1926.
Nel 1889, collocato a riposo lo Scovazzi, la commissione della Biblioteca, presieduta da F. Martini, elesse all'unanimità il F. bibliotecario con decorrenza 1º genn. 1890, carica che egli mantenne fino al 1º luglio 1920, conservando poi quella di bibliotecario onorario. Nel 1923 accettò l'invito del ministro delle Finanze, A. De Stefani di curare la compilazione di un grande catalogo bibliografico delle opere pubblicate dallo Stato o, con il concorso finanziario statale, dall'unificazione in poi: il lavoro fu condotto a termine, in quattro volumi, tra il 1924 e il 1928 (un supplemento, relativo agli anni 1925-30, vide la luce nel 1930-31).
Cattolico liberale come il padre, il F., che aveva continuato la collaborazione alla Rassegna nazionale, accolse con soddisfazione la conciliazione del 1929 fra Stato e Chiesa.
Morì a Roma il 27 apr. 1932. Dalla moglie Amalia Borella aveva avuto tre figli: Teresa, Leonardo e Mario.
Per i numerosissimi scritti del F., cfr. l'elenco in P. Fea, Biografia, pp. 105-110. Per gli scritti pubblicati sulla Rassegna nazionale, firmati P. Fea, E. A. Foperti, Un non diplomatico e Sincerus cfr. G. Licata, La Rassegna nazionale…, Roma 1968, ad Indicem. Sono inoltre degni di ricordo i seguenti articoli pubblicati in altre riviste con la sua firma: Il luogotenente gen. G. Govone (in Rivista universale, XV [1872], pp. 272-98); La Francia nella guerra 1870-71 (ibid., pp. 38-58; XVI [1872], pp. 116-38); Il gen. E. Cugia (in Nuova Antologia, luglio 1873, pp. 636-72); Il duca Alessandro Farnese e le carte dell'Archivio Farnesiano di Napoli (in Arch. stor. parmense, XIV [1914], pp. 111-134); Una pubblicazione belga sugli Archivi Farnesiani di Parma (ibid., XV [1915], pp. 231-38); La vertenza per la restituzione del castello di Piacenza a Ottavio Farnese... (ibid., XXII [1922], pp. 111-189); La controversia fra Ottavio Farnese e Margherita d'Austria... (ibid., XXII bis [1922], pp. 237-77); con il nome P. di Leonardo, Il maresciallo Bazaine e la guerra del 1870 (in Riv. univ., XIX [1874], pp. 130-60). Sempre nell'ambito de La Rassegna nazionale è importante la pubblicazione, con le sue prefazioni e note, di numerosi epistolari risorgimentali, fra i quali Lettere inedite di M. Minghetti a T. Mamiani ed a G. Marchetti (16 giugno 1887, pp. 353-80); Lettere inedite di G. Torelli a M. d'Azeglio (1º genn. 1888, pp. 120-40; 16 genn. 1888, pp. 266-92); Lettere inedite di M. d'Azeglio a G. Durando (1º sett. 1888, pp. 3-31); Lettere inedite di illustri a G. Durando (16 ott. 1889, pp. 653-76); Un episodio della vita di M. d'Azeglio. Lettere inedite di F. Sclopis (16 maggio 1893, pp. 295-99). In quegli stessi anni aveva pure dato alle stampe le traduzioni cui si è accennato: dall'inglese, F. Lieber, La libertà civile e l'autogoverno (in Biblioteca di sc. pol. diretta da A. Brunialti, V [1890], 2, pp. 109-488), e Ph. Schaff, Chiesa e Stato negli Stati Uniti... (ibid., VIII [1892], 3, pp. 385-514); dal tedesco, S. Brie, La storia dello Stato federale (ibid., VII [1891], 2, pp. 81-92). Attivissimo fu poi nella collaborazione alla Nuova Enciclopedia popolare (Suppl. 1889-1899), per la quale curò 72 voci biografiche.
Fonti e Bibl.: G. Sticca, Gli scrittori militari italiani, Torino 1912, pp. 271, 274; Lo Scoltenna... del Frignano, s. 3, I (1927-33), Pievepelago 1933, pp. 103-06 (sulle sue vacanze di studio nel Frignano; a Parma fu commemorato il 14 ag. 1933 da A. Galassini); G. Micheli, Gran Cordone P. F., in Arch. stor. per le prov. parmensi, n. s., XXXIII (1933), pp. XLIX-LXIV (già letto nella tornata 6 giugno 1932; specialmente sulle opere concernenti la Parma farnesiana); P. Fea, Biografia di L. F. - Cenni autobiografici, ediz. privata della famiglia, Tivoli s. a. [ma 1933], pp. 59-112 (opuscolo rarissimo: una copia presso i discendenti, un'altra presso l'Istituto d. Encicl. Ital., Arch. d. Diz. biogr. d. Ital., Vecchia miscellanea, XVI, n. 17); Ricordi di P. F., in Rassegna romana, VI (1935), 4-5, pp. 163-176 (alle pp. 160 ss. breve profilo biografico); O. Confessore, Conservatorismo politico e conformismo religioso. La "Rassegna nazionale" dal 1898 al 1908, Bologna 1971, passim; S. Furlani, Dalla Camera subalpina al "Nuovo Regolamento", Roma 1988 (estr. da I presidenti della Camera), pp. 7, 18, 42 (anche note 113, 114 e 115).