PIETRO di Andria
PIETRO di Andria (Petrus de Andria, Petrus de Adria). – La data di nascita è incerta, ma può essere collocata approssimativamente intorno alla fine degli anni Quaranta del XIII secolo. Lo suggerisce la collocazione cronologica – sicuramente tra 1269 e 1270 – del secondo soggiorno del suo maestro Tommaso d’Aquino a Parigi (1268-1272), dove Pietro redasse la reportatio della sua Lectura super Matthaeum. Considerando l’iter formativo dell’Ordine domenicano nel XIII secolo (che prevedeva l’inizio degli studi filosofici dopo tre anni dell’emissione della professione religiosa, emessa normalmente intorno ai quindici anni (Masetti, 1864, pp. 55 s., 123), si può ipotizzare che Pietro di Andria sia nato verso la fine degli anni Quaranta e abbia vestito l’abito domenicano intorno alla metà dei Sessanta, presumibilmente nel convento di Trani, il più vicino alla sua città natale. L’erudito ottocentesco Riccardo D’Urso ascrisse Pietro d’Andria alla famiglia Marulli, senza però citare la fonte (D’Urso, 1842, p. 194).
L’oscillazione grafica fra ‘Andria’ e ‘Adria’ ha generato spesso confusione nelle opere erudite del XVII e del XVIII secolo e Pietro è stato erroneamente identificato con due frati domenicani tramandati dalle fonti con il nome Petrus de Adria (Pietro d’Atri, in Abruzzo). Un Petrus de Adria fu nominato vescovo di Mamistra in Armenia nel 1320 e morì a Napoli durante il viaggio per recarsi nella sua sede episcopale (Loenertz, 1937, p. 187). L’altro Petrus de Adria, coinvolto nella lotta fra Bonifacio VIII e i Colonna, fu imprigionato nel 1297 (Chartularium universitatis Parisiensis, II, 1891, p. 77 n. 604).
Per le sue doti intellettuali, Tommaso d’Aquino lo ingaggiò – proprio in quegli anni – come suo segretario. La lista più attendibile delle opere dell’Aquinate, tradita dal ms. Praha, Metr. kap. A 17/2, attribuisce infatti a Pietro d’Andria la reportatio del testo del De decem preceptis, raccolta di omelie sui dieci comandamenti (Schooner, 1956, pp. 135 s.; Torrell, 2000, p. 48), pronunciate tra il 1261 e il 1268 (e poi nel 1273; ibid., p. 56). È certo comunque che la redazione finale del De decem preceptis e della Lectura super Matthaeum sia avvenuta a opera di Pietro d’Andria dopo il 1270, per l’accenno nella Lectura alla discussione sugli stati di perfezione avvenuta proprio in quell’anno, mentre quella del De decem preceptis è da collocare dopo il 1273 perché presuppone il ciclo di omelie pronunciate per la quaresima di quell’anno a Napoli.
Come accennato, alla fine degli anni Sessanta Pietro soggiornò per la seconda volta presso lo Studio generale parigino, come studente della Provincia romana. Mancano notizie sulla sua attività per gli anni successivi, dopo la morte di Tommaso (1274), sino al 1288, quando il Capitolo provinciale tenutosi a Lucca lo inviò nel convento di Barletta (Acta capitulorum provincialium Provinciae Romanae, 1941, p. 84); poco dopo si spostò a Bari, giacché una lettera di Carlo II d’Angiò datata 1290, con cui il sovrano accordava al convento di Bari la bolla di venti once d’oro per portare a termine i lavori del chiostro, Pietro d’Andria è menzionato come priore (Le pergamene di S. Nicola di Bari. Periodo angioino (1266-1309), 1936, p. 217). Nel 1292 il Capitolo provinciale di Roma lo nominò lettore nel convento di Trani (Acta capitulorum…, cit., p. 107). Anche in questo caso, Pietro d’Andria non va confuso con Pietro Palmeri di Adria assegnato al convento di San Domenico dell’Aquila dallo stesso capitolo provinciale di Roma (p. 108).
Con la divisione della Provincia romana e la creazione della Provincia Regni per opera di Celestino V con la bolla Clara Ordinis fratrum Praedicatorum religio (1° settembre 1294, BOP, 1739, VII, p. 50; ibid., p. 51, per la conferma della bolla celestiniana da parte di Bonifacio VIII), Pietro d’Andria fu istituito vicario della nuova circoscrizione il 3 settembre successivo con la bolla Cum nos ex certis causis (BOP, 1739, VII, p. 50). In qualità di vicario fu incaricato di sovrintendere nell’arco di pochi giorni alla separazione dei conventi spettanti alla nuova provincia dal territorio della Provincia Romana, alle conseguenti assegnazioni dei frati, nonché all’indizione del primo capitolo provinciale, celebratosi il 14 settembre 1294 che lo elesse primo provinciale (Lettera di Carlo II d’Angiò a Pietro d’Andria ‘prior provincialis’, Archivio di Stato di Napoli, Monasteri Soppressi, 690, cc. 200-201v; Kaeppeli, 1962, p. 319).
Nel 1300 Carlo II d’Angiò affidò a Pietro una delicata missione in Ungheria per far riconoscere i diritti alla Corona ungherese di suo nipote Carlo Roberto (per la lettera di Carlo II d’Angiò di cui Pietro d’Andria fu latore, Minieri Riccio, 1882, pp. 33 s.).
Il 13 agosto 1307 fu nominato vescovo di Vico Equense da Clemente V (Regestum Clementis papae V, p. 86; ma per Kaeppeli, 1962, p. 319 l’identificazione è incerta e potrebbe trattarsi di un omonimo), cattedra che resse per un decennio; tuttavia non si hanno notizie sulla sua attività di governo episcopale. La sua morte avvenne probabilmente intorno al 1316 (Cappelluti, 1975, p. 163; Cioffari-Miele, 1993, p. 193).
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Napoli, Monasteri Soppressi, 690, cc. 200-201v (1294, settembre 14 ?); Roma, S. Sabina, AGOPXI, 156, 100 B; XIV, l. A. 4, cc. 161rb-vb; c. 444v; Bullarium Ordinis Fratrum Praedicatorum (BOP), a cura di A. Brémond, VII, Romae 1739, pp. 50 s.; Regestum Clementis papae V, II, Romae 1886, p. 86; Le pergamene di S. Nicola di Bari. Periodo angioino (1266-1309), a cura di F. Nitti di Vito, Trani 1936 (Codice diplomatico barese, XIII), pp. 217-222 (n. 140); Acta capitulorum provincialium Provinciae Romanae, a cura di Th. Kaeppeli - A. Dondaine, Roma 1941, p. 84 (r. 14), p. 107 (r. 1); B. Guy, Legenda sancti Thomae Aquinatis, in S. Thomae Aquinatis vitae fontes praecipue, a cura di P. Angelico Ferrua, Alba 1968, p. 192; Processus canonizationis sancti Thomae Aquinatis, Neapoli, ibid., p. 331 (testimonianza del logoteta Bartolomeo da Capua); Thomas d’Aquin, Sermons sur le dix commandements, a cura di J.-P. Torrell, Paris 2015, pp. 17 s.
Antoninus de Florentia (Pierozzi), Chronica, Lugduni 1543, l.III, tit. XVIII, cap. X, c. XXV; Antonius Senensis Lusitanus, Bibliotheca Ordinis Praedicatorum, Parisiis 1585, p. 192; G.M. Piò, Delle vite e de gli huomini illustri di S. Domenico, Bologna 1607, l.I, P. II, p. 83; T. Valle, Breve compendio de gli più illustri padri, nella santità della vita, dignità, uffici e lettere ch’ha prodotto la prov. del Regno di Nap. dell’Ord. de Predic., Napoli 1651, pp. 69 s.; V.M. Fontana, Constitutiones, declarationes et ordinationes capitulorum generalium ordinis Praedicatorum, Romae 1656, pp. 65 s.; Id., Sacrum theatrum Dominicanum, Romae 1666, p. 323; Id., De Romana Provincia, Romae 1670, pp. 7-9; A. Altamura, Bibliothecae Dominicanae, Romae 1677, p. 56; J. Quétif-J- Échard, Scriptores Ordinis Praedicatorum (SOP), I, Lutetiae Parisiorum 1719, p. 532, II, p. 83; F. Ughelli, Italia Sacra, VI, Venetiis 1720, p. 632; V.G. Lavazzuoli, Catalogo degli uomini illustri Figli del Real Monistero di S. Domenico Maggiore, Napoli 1777, p. VIII; R. D’Urso, Storia della città di Andria, Napoli 1842, pp. 194 s.; B. Capasso, Memorie storiche della Chiesa Sorrentina, Napoli 1854, p. 186; L. Parascandalo, Monografia del comune di Vico Equense, Napoli 1858, p. 119; P.Th. Masetti, Monumenta et Antiquitates veteris disciplinae Ordinis Praedicatorum ab anno 1216 ad 1348 praesertim in Romana Provincia, I, Romae 1864, pp. 52, 55 s., 123, 173; M. Makušev, Italienskie Archivi, II, Neapoli i Palermo, in Zapiski Imperatorskoi Akademii nauk, XIX, Sankt-Peterburg 1871, p. 6 n. 14; G. Wenzel, Monumenta Hungariae Historica. Acta extera, I, Budapest 1874, pp. 151 s., 164; C. Minieri Riccio, La genealogia di Carlo II d’Angiò, in Archivio Storico per le Province Napoletane, VII (1882), pp. 33 s.; Chartularium Universitatis Parisiensis, a cura di H. Denifle - A. Chatelain, II, Parisiis 1891, p. 77 (n. 604); E. Merra, La chiesa e il convento di S. Domenico di Andria, Trani 1897, pp. 143-150, 164-168; P. Mandonnet, Des écrit authentiques de S. Thomas d’Aquin, Fribourg 1910, p. 43; C. Eubel, Hierarchia catholica Medii Ævi, I, Monasterii 1913, p. 74; M. Grabmann, La scuola tomistica italiana nel XIII e principio del XIV secolo. Ricerche sui manoscritti, in Rivista di filosofia neoscolastica, XV (1923), pp. 101 s.; I. Taurisano, Discepoli e biografi di S. Tommaso, in S. Tommaso d’Aquino O.P. Miscellanea storico-artistica, Roma 1924, pp. 132-134; P. Synave, Le catalogue officiel des œuvres de S. Thomas d’Aquin, in Archives d’histoire doctrinale et littéraire du Moyen Âge, III (1928), pp. 35-40; H.Ch. Scheeben, Die Tabulae Ludwigs von Valladolid in Chor der Predigerbrüder von St. Jakob in Paris, in Archivum Fratrum Praedicatorum, I (1930), p. 261; G.M. Monti, Da Carlo I a Roberto d’Angiò, Trani 1936, p. 133; Id., Nuovi studi angioini, Trani 1937, pp. 69, 145; R. Loenertz, La Société des frères Pérégrinants. Étude sur l’Orient dominicain, I, Roma 1937, p. 187; M. Grabmann, Die Werke des hl. Thomas von Aquin. Eine literarhistorische Untersuchung und Einfahrung, in Beitrage zur Geschichte der Philosophie und Theologie des Mittelalters, XXII/1-2, Munster Westf. 1949, pp. 80 s., 93 s., 98 s., 117, 263, 317; A. Dondaine, Secrétaires de Saint Thomas, Roma 1956, pp. 198-200, 303; H.V. Schooner, La Lectura in Matthaeum de S. Thomas (Deux fragments inédits et la Reportatio de Pierre d’Andria), in Angelicum, XXXIII (1956), pp. 121-142 (per la reportatio di Pietro d’Andria, pp. 138-144); Th. Kaeppeli, Dalle pergamene di S. Domenico di Napoli. Rilievo dei domenicani ivi menzionati con due appendici sui priori conventuali e provinciali fino al 1500, in Archivum fratrum Praedicatorum, XXXII (1962), p. 319; A. Trombetta, Vico Equense e il suo territorio, Roma 1967, p. 212; A. Dondaine, Autour des sécretaires de S. Thomas, in Die Metaphysik im Mittelalter, Berlin 1963, pp. 751 s.; D. Vendola, Documenti tratti dai registri vaticani, vol. II, Da Bonifacio VIII a Clemente V, Trani 1963, p. 194; G. Cappelluti, Fra P. d’A. e i segretari di s. Tommaso, in Memorie Domenicane, n.s., VI (1975), pp. 151-165; J.P. Renard, La Lectura super Matthaeum V, 20-48 de Thomas d’Aquin (Édition d’après le ms. Bâle, Univ. Bibl. B.V. 12), in Recherches de Theologie Ancienne et Médiévale, L (1983), pp. 145-190; G. Cioffari, Storia dei Domenicani in Puglia (1221-1350), Bari 1986, pp. 60-62; G. Cioffari - M. Miele, Storia dei Domenicani nell’Italia meridionale, Napoli 1993, I, pp. 38, 41, 45, 87, 156, 191-193, II, p. 400; J.-P. Torrell, Les Collationes de decem preceptis de saint Thomas d’Aquin. Édition critique avec introduction et notes, in Id., Recherches thomasiennes, Paris 2000, pp. 48 s., 56-59, 291 (trad. francese delle Collationes: Thomas d’Aquin, Sermons sur le dix commandements, cit.); Id., Initiation à saint Thomas d’Aquin. Sa personne et son œuvre, Paris 2002, pp. 340-345.