CANALIS, Pietro
Nacque a Osilo (Sassari) il 27 ott. 1856 da Giovanni e da Vittoria Campus. Vincitore di una borsa di studio delle province sarde e piemontesi, nel 1881 si laureò in medicina e chirurgia nell'università di Torino: dopo la laurea divenne assistente di G. Bizzozero e insegnò epidemiologia nella scuola di perfezionamento in igiene pubblica. Nel 1886 e nel 1887 si recò a Berlino, presso R. Koch, a perfezionarsi nelle tecniche batteriologiche, e nello stesso anno 1887 seguì a Roma L. Pagliani, incaricato da F. Crispi di costituire la direzione generale della Sanità pubblica, divenendo capo del laboratorio di micrografia e batteriologia del nuovo istituto.
Nel 1890, vinto il concorso, il C. divenne professore di igiene nell'università di Genova, e fondò l'istituto di igiene che diresse poi fino al 1931. Partecipò al primo conflitto mondiale come membro della commissione ispettiva degli ospedali assimilati dell'alta Italia. Nel 1928 e nel 1929 si recò, per incarico del governo, negli Stati Uniti d'America e poi a Copenaghen, Varsavia, Budapest, Zagabria, a visitare, a capo di una commissione di igienisti, le principali istituzioni sanitarie e gli istituti specializzati creati dalla Fondazione Rockefeller. Negli anni in cui visse a Genova il C. ricoprì numerosi incarichi: fu medico provinciale, membro del Consiglio di amministrazione dell'università e preside della facoltà medica, membro del Consiglio superiore della sanità, del Consiglio superiore dell'educazione nazionale, del Consiglio sanitario nazionale, del consiglio di amministrazione del Consorzio antitubercolare provinciale. Ebbe inoltre il merito di essere stato uno degli artefici dell'ospedale S. Martino di Genova.
Iniziata la sua attività scientifica nel campo della patologia generale, il C. si dedicò poi completamente ai problemi dell'igiene e della profilassi, distinguendosi sia come didatta e ricercatore, sia sul piano pratico. Inviato nel 1897 a Messina per combattervi l'epidemia colerica, vi svolse un'opera encomiabile, guadagnando la medaglia d'oro come benemerito della salute pubblica: egli venne autorizzato a reggere la città con pieni poteri dal punto di vista sanitario e provvide per oltre due mesi alle sue esigenze, mettendo così in opera quel sistema adottato poi dopo il 1900 in Amerìca per debellare la febbre gialla consistente nel, porre le città colpite sotto la reggenza assoluta di un commissano sanitario. Per incarico del governo nel 1890 partecipò attivamente anche alla campagna contro il colera in Eritrea; prese parte alla realizzazione degli impianti di depurazione dell'acqua degli acquedotti genovesi e alla difesa contro le malattie esotiche del porto di Genova, che malgrado l'enorme volume dei suoi traffici fu esente dal contagio in occasione della grande ricomparsa della peste del 1896 in tutti i maggiori porti del Mediterraneo; nel 1911 ebbe la medaglia d'argento al merito della sanità pubblica per l'opera svolta nella lotta contro il colera a Genova. Dimostrò l'utilità di ricorrere alle falde acquee sotterranee per l'approvvigionamento idrico e di preferire la fognatura a canalizzazione doppia a quella a canalizzázione unica, in contrasto con le concezioni allora dominanti; fu autore di studi sulla disposizione a contrarre malattie infettive; prospettò moderne vedute sulla corretta impostazione e sulla funzionalità degli ospedali. Le sue lezioni, dotte e magnifiche, furono sempre affollatissime. Nel 1908 fondò la rivista L'Igiene moderna.
Tra i suoi lavori meritano di essere ricordati: L'uso delle falde acquee sotterranee nella alimentazione delle città, in Atti del Congr. naz. di igiene, Torino 1898, pp. 101-117; Considerazioni pratiche intorno alla canalizzazione separata, ibid., pp. 188 s.; Ricerche epidemiologiche sull'infezione tifica in Torino, in Rassegna sanitaria, IX (1911), pp. 248-251; La difesa contro le malattie esotiche nel porto di Genova, in L'Igiene moderna, VI (1913), pp. 129-134, 161-175; La lotta contro la tubercolosi nell'età infantile e nella fanciullezza, ibid., VII (1914), pp. 161-166; Per una più completa e più esatta storia degli studi sulla malaria, ibid., IX (1916), pp. 321-334; L'acquedotto civico di Genova, ibid., X (1917), pp. 201-207; Il vaiolo in Italia e la sua profilassi, ibid., XVI (1923), pp. 275-286; Nuovi orizzonti nella costruzione degli ospedali, ibid., XXII (1929), pp. 323-343; Peste bubbonica, in Trattato italiano di igiene, diretto da O. Casagrandi, VI, 4, Torino 1931, pp. 622-677.
Morì a Santa Margherita Ligure l'11 agosto 1939.
Bibl.: L. Pagliani, La costit. e l'opera della prima direzione della Sanità Pubblica in Italia (anni 1887-1896), Biella 1921, ad Indicem;A.Floriani, Prof. P. C., in La medicina italiana, X (1929), pp. 563 s.; L. Piras, P. C., in L'Igiene moderna, XXXII (1939), pp. 401-406; Id., P. C., in Annuario della R. univers. di Genova, 1939-40, pp. 379-382; L. Agrifoglio, Igienisti ital. degli ultimi cento anni, Milano 1954, pp. 42-44; J. Fischer, Biograph. Lex. der kervorragenden Ärzte ..., I, p. 215.