BOETTO, Pietro
Nato a Vigone (Torino) da Antonio e da Caterina Anghilano il 19 maggio 1871, studiò dall'ottobre 1883 presso il seminario di Giaveno, entrando poi nel febbraio 1888 nella Compagnia di Gesù. Professati i voti il 2 febbraio 1890 nella casa di Chieri e compiuti qui gli studi filosofici, il B. dal 1894 insegnò nel collegio della Visitazione del principato di Monaco. Rientrato a Chieri nel 1898, fu ordinato sacerdote il 30 luglio 1901, compiendo gli studi teologici nel giugno 1902. In seguito fu inviato a Genova per reggere l'ufficio di ministro e di procuratore della residenza delle Cinque Piaghe, coadiuvando, nel frattempo, monsignor Arecco nella direzione del nuovo convitto per laici alla Crocetta. Dopo un breve periodo trascorso a Torino (1904-1905), fu destinato, nel settembre 1905, a dirigere il collegio di S. Tomaso in Cuneo; due anni dopo divenne coadiutore del superiore della provincia piemontese e procuratore della residenza di Torino. Il 1º nov. 1916 il B. fu nominato preposito della provincia piemontese, carica che rivestì per un triennio finché, nel 1919, fu mandato visitatore della Compagnia nella provincia di Aragona, dove allora fervevano complessi contrasti di natura sociale e nazionale; alla fine del 1920 passò a reggere lo stesso incarico nell'altra provincia spagnola, la Castiglia. Nel settembre 1921 fu chiamato a Roma come procuratore generale della Compagnia, dando prova nei contatti quasi quotidiani con gli uffici della S. Sede di notevole capacità e prudenza. Dal 1928 il B. fu anche provinciale della provincia romana e dal 1930 assistente d'Italia e vicesuperiore dell'intera Compagnia. Nel concistoro del 16 dic. 1935 Pio XI lo creò cardinale e lo destinò a partecipare al lavoro di sei congregazioni romane. Nominato arcivescovo di Genova il 17 marzo 1938, il B. prese possesso della sede il 9 maggio.
Nella sua nuova attività pastorale pose particolare cura nello sviluppo della spiritualità e della cultura religiosa del clero e dei fedeli, promuovendo l'Azione cattolica, la istruzione religiosa, il risveglio liturgico, l'espansione delle attività assistenziali.
Dopo l'8 sett. 1943 fece sospendere la pubblicazione del Nuovo cittadino, per non subordinare il quotidiano cattolico genovese alle autorità nazifasciste e, durante le ultime fasi della guerra, si adoperò attivamente, spesso in modo decisivo, a risparmiare lutti e distruzioni alla città. Nei giorni dell'insurrezione popolare fece opera di mediazione per affrettare la ritirata delle truppe tedesche: nella residenza del B., a Villa Migone, il pomeriggio del 5 apr. 1945 il generale Meinhold, capo di Stato Maggiore, negoziò con i rappresentanti del Comitato di liberazione nazionale la resa a discrezione delle forze tedesche. Per questa sua attività il B. ricevette in forma solenne dal Consiglio comunale di Genova il titolo di "defensor civitatis" (dicembre 1945). Morì a Genova il 31 genn. 1946.
Fonti e Bibl.: La più completa biografia del B. è di A. M. Lanz, Il card. P. B. arcivescovo di Genova, Isola del Liri 1949. Cfr. inoltre i necrologi in Riv. diocesana genovese, XXXVI (1946), n. 2, passim; Il Nuovo cittadino, 31 gennaio e 2 febbr. 1946; Documenti del C. L. N. per la Liguria, Genova 1947, pp. 15, 23, 25; J. Schmidlin, Papstgeschichte der neuesten Zeit, IV, Pius XI (1922-1939), München 1939, pp. 54, 217; E. Trinchieri, Contributo alla storia dell'insurrezione di Genova nel 1945, Genova 1948, pp. 57-78; Encicl. catt., II, col. 1754; Encicl. Ital., App. II, p. 418.