Sraffa, Piero
Economista (Torino 1898 - Cambridge 1983). Di famiglia ebrea, figlio di Angelo, noto giurista e rettore (1917-26) dell’Università Bocconi, si laureò in giurisprudenza nel 1920 all’Università di Torino, sotto la guida di L. Einaudi (➔). Nella sua tesi, pubblicata nello stesso anno, su L’inflazione monetaria in Italia durante e dopo la guerra, sostenne che l’inflazione è determinata dall’incremento nella circolazione monetaria, avanzando critiche all’idea di un indice generale dei prezzi, radicata nell’impostazione quantitativista. Nel novembre 1923 assunse l’incarico di economia politica e scienza delle finanze presso la facoltà di giurisprudenza dell’Università di Perugia.
La sua critica all’impostazione marginalista (➔ marginalismo) e marshalliana (➔ Marshall, Alfred), quest’ultima proposta anche da M. Pantaleoni (➔), cominciò ad acquistare più chiara forma già nei primi anni a Perugia. Nel 1925 pubblicò il saggio Sulle relazioni fra costo e quantità prodotta («Annali di economia» della Bocconi). Uno sviluppo dello stesso saggio sarebbe uscito nel 1926, in «Economic Journal». S. affermava che, mentre per gli economisti classici la legge dei rendimenti decrescenti (➔ rendimento p) emergeva in seno alla teoria distributiva e i rendimenti crescenti dovevano ritenersi frutto dello sviluppo economico, i marginalisti, e in particolare Marshall, pretendevano invece di far coesistere tali fenomeni attraverso la ‘legge dei rendimenti non proporzionali’. Ma secondo questa ipotesi, per es., i rendimenti decrescenti sarebbero stati causati dalla scarsità del fattore produttivo, che tuttavia determinava l’abbandono dell’ipotesi marshalliana del coeteris paribus. Analoghe difficoltà avrebbero riguardato i rendimenti crescenti.
Vincitore del concorso a cattedra nel 1927 all’Università di Cagliari, su invito di J.M. Keynes, S. si trasferì dal 1928 alla University of Cambridge, dove fece parte del gruppo dei giovani allievi di Keynes (➔ postkeynesiana, teoria). S. ebbe un ruolo di primo piano tra gli economisti della scuola di Cambridge anche nel dopoguerra, quando i suoi contributi maggiori riguardarono la celebre edizione critica delle opere di D. Ricardo (The works and correspondence of David Ricardo, 10 voll., 1951-55) e il fondamentale saggio Produzione di merci a mezzo di merci (1960), premessa a una critica della teoria economica, destinato a suscitare amplissimo dibattito.
S. è considerato il padre nobile dell’indirizzo angloitaliano del sovrappiù, che ha avuto e, in una certa misura, conserva tuttora in Italia, grande influenza. Tra i maggiori allievi ed eredi dell’opera sraffiana, si ricorda, in particolare, per originalità e diffusione, L. Pasinetti.