CARACCIOLO, Petraccone
Della nobile famiglia napoletana, nacque da Giacomo, conte di Brienza, e da Lucrezia Del Balzo in località imprecisata, probabilmente verso la metà del XV secolo.
Il 2 nov. 1472 Ferdinando I d'Aragona dopo aver donato, come dotalizio, alla moglie del C., Isabella Diascarlon (o Diaz Garlon), il feudo di Buccino, ne investì il C. stesso, con il titolo di conte. Alfonso II, durante il suo breve regno, gli confermò il contado il 18 dic. 1494. Dopo la parentesi dell'occupazione francese del Regno e la morte del giovane sovrano Ferrandino, il C. prese parte, il 26 giugno 1497, all'incoronazione di re Federico. Questi, il 16 genn. 1499, gli concesse la carica di gran cancelliere, detenuta fino ad allora dal padre, caduto ammalato. Il 15 maggio dello stesso anno inoltre il sovrano gli confermò il possesso del contado di Buccino e del ducato di Caggiano (Salerno), ricevuto in eredità dal congiunto morto nel frattempo. Il 1º marzo 1501, mentre la tenaglia franco-spagnola si accingeva a stritolare il Regno, il C. ottenne da re Federico la conferma del gran cancellierato, con il diritto di successione per un erede. Pare però che dopo la caduta dell'ultimo Aragonese e dopo l'inizio della lotta per la spartizione del Regno fra Francesi e Spagnoli il C. prendesse posizione per questi ultimi, poiché il 9 ott. 1502 Gonzalo de Cordoba, da Barletta, dove si era asserragliato, lo ringraziò per gli aiuti in denaro ed in viveri che erano stati da lui forniti.
Alla morte della madre, che testò il 9 luglio 1505, il C. ricevette in eredità, insieme ai fratelli, la cappella del Crocifisso da lei fatta edificare nella chiesa di S. Giovanni a Carbonara.
Il 3 genn. 1507 ricevette da Ferdinando il Cattolico, in cambio di Caggiano, acquistato dal padre poco prima di morire e restituito alla casa Gesualdo, cui era stato confiscato, Martina, fino ad allora rimasta sotto il governo di Giovanna d'Aragona. Divenuto così il primo duca di Martina, il C., che governò con mitezza il suo feudo, ottenne più volte la conferma della carica di gran cancelliere, sempre estesa a un erede, il 31 maggio 1507, da Ferdinando il Cattolico, il 25 maggio 1516 ed il 12 ott. 1520 da Carlo V.
Il C., che ebbe dalla moglie cinque figli, Francesco, Giannantonio, Giovanni Battista, Lucia ed Aurelia, morì nel 1522, non avendo avuto, pur essendo stato a lungo gran cancelliere, un ruolo importante nella vita pubblica.
Bibl.: S. Ammirato, Delle famiglie nobili napoletane, II, Firenze 1651, p. 123; I. Chirulli, Historia cronologica della Franca Martina, I, Napoli 1749, pp. 120-25; II, Venezia 1752, pp. 32-37, 41-49; A. Filangieri di Candida, La chiesa ed il monastero di S. Giovanni a Carbonara, in Arch. stor. per le prov. napol., n. s., IX (1923), pp. 105 s.; N. Cortese, L'età spagnuola, in Storia dell'Univers. di Napoli, Napoli 1924, p. 358; C. Brandi, Martina Franca, Milano 1968, pp. 16, 18; F. Fabris, La genealogia della fam. Caracciolo, a cura di A. Caracciolo, Napoli 1966, tav. XXIV.