Eisenman, Peter
Eisenman, Peter. – Architetto statunitense (n. Newark, NJ, 1932). Teorico, critico, insegnante, animatore culturale, fondatore dello studio Eisenman architects a New York, ha influenzato profondamente nell'ultimo trentennio del 20° sec. il dibattito architettonico internazionale, attraverso innovative esplorazioni sul significato stesso dell'architettura, che allontanata dall'ambito tradizionale di riferimento – estetico, funzionale e costruttivo – approda alla svolta del millennio a una nuova forma di espressione: una «implosione» – la definisce E. – che, superando la cultura semiotica, sia capace di stimolare esperienze tattili e corporee, attraverso manipolazioni plastiche improntate a una spazialità sottratta a ogni sua razionalizzazione. Di questa ricerca, sono emblematica testimonianza il Memoriale delle vittime dell'Olocausto a Berlino (1996-2005), premiato dall'American institute of architects, caratterizzato dalla continua instabilità di una griglia-foresta disseminata da quattromila steli di altezza variabile, e la Città della cultura della Galizia a Santiago de Compostela (1999-2011), generata, nella sovrapposizione fra l'orografia del sito e la conchiglia (simbolo della città), da ibridazioni e sfocamenti che destabilizzano ogni chiarezza concettuale. Accanto ai numerosi concorsi, fra cui si segnala il progetto vincente per il Transfer point e Archeo-park a Yenikapi, Istanbul (2012), sono da ricordare: Il giardino dei passi perduti, installazione al Museo di Castelvecchio a Verona (2004); lo Stadio dell'University of Phoenix a Glendale, Arizona (2001-06), dall'involucro segmentato e deformato; i progetti in corso in Italia, quali la Stazione Santuario a Pompei (dal 2006), il masterplan per il lungomare di Pozzuoli (dal 2009) e il complesso residenziale Pineta condominium a Milano (dal 2009). Membro dell'American academy of arts and sciences e dell'American academy of arts and letters, titolare della cattedra di architettura a Yale (dopo aver insegnato a Cambridge, Princeton, Harvard, Ohio State e alla Cooper union di New York), autore di numerosi saggi teorici e testi critici – tra cui Written into the void: selected writings, 1990-2004 (2007) e Ten canonical buildings, 1950-2000 (2008), sull'opera di dieci architetti – la sua attività teorico-progettuale ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti, fra cui il Leone d'oro alla carriera alla Mostra internazionale di architettura della Biennale di Venezia (2004) e il premio Wolf per le arti (2010).