Famiglia fiorentina, documentata all'inizio del sec. 13º con Amideo, dal quale si partirono i due rami di Filippo (estinto nel sec. 17º) e di Arnoldo, tuttora fiorente. I P. ebbero torri e palazzi nel quartiere di Santa Croce (capp. P., affrescata da Giotto, in S. Croce). Parteciparono intensamente alla vita comunale (con ben 54 priori, a cominciare dal 1284) finché l'ascesa dei Medici ne determinò l'oscuramento; un ramo si trasferì in Francia, dando origine ai marchesi de Perussis (estintisi nel 1907). Ma è soprattutto nella storia economica che i P. hanno rilievo, con la celebre compagnia mercantile che G. Villani chiama "colonna della cristianità". Con una perfetta organizzazione i P. estesero il loro campo d'azione al mezzogiorno d'Italia, all'Inghilterra, alla Francia, tenendo in pugno le finanze dei principi, ottenendo in cambio dei prestiti richiesti per le spese di guerra e di corte (in Inghilterra per es.), la riscossione di tutti i proventi del regno. L'esportazione della lana inglese e del grano napoletano, le operazioni di compravendita di merci e di cambio della moneta nelle fiere della Champagne, impegnarono capitali favolosi, così come il finanziamento dell'Ordine gerosolimitano di Rodi, creando bilanci sociali dagli utili altissimi per tutto il primo trentennio del sec. 14º. L'eccessiva vastità degli impegni, complicati dalle gravose contribuzioni richieste dal piano di espansione territoriale perseguito da Firenze, la confisca dei beni in Francia e gli enormi crediti non rimborsati da parte del re d'Inghilterra (600.000 fiorini, con qualche esagerazione) e di Napoli, determinarono un clamoroso fallimento (1343) che travolse nella rovina altre famiglie fiorentine, segnando un punto decisivo nella storia economica e politica di Firenze.