PERIANDRO (Περίανδρος, Periander)
Tiranno di Corinto, regnò negli ultimi anni del VII o nei primi del VI sec. a. C. Appartenente alla dinastia dei Cipselidi. Fu annoverato più tardi tra i sette sapienti.
Da Tivoli proviene un'erma-ritratto in pentelico, ora conservata nei Musei Vaticani (Sala delle Muse) che reca iscritto il nome di P. seguito dal patronimico ed etnico e dal famoso motto a lui attribuito: μελέτη πᾶν. Il ritratto dell'erma vaticana indica la datazione dell'archetipo alla metà circa del IV sec. a. C. (ritratto quindi non fisionomico, ma di ricostruzione) e la sua attribuzione all'ambiente attico di gusto classicheggiante. Il Neugebauer, notata l'affinità stilistica del P. col ritratto di Platone, attribuiva anche quest'opera all'attività di Silanion. Repliche del P.-Vaticano sono a Monaco, collezione privata, e a Copenaghen, Gliptoteca (già creduto Sofocle); una doppia erma è a Villa Albani. V. H. Poulsen propone l'identificazione con P. della statua nota come Ippocrate dell'Antiquarium di Coo.
La figura di P., indicata dal nome iscritto, appare anche in un mosaico di Baalbek. P. inoltre era stato identificato (Brendel) in uno dei sette personaggi, evidentemente i sette sapienti, che figurano in un gruppo di ambientazione paesistica sui mosaici da Sarsina (a Villa Albani) e da Torre Annunziata (a Napoli), entrambi derivazioni, con varianti, da un unico prototipo ellenistico, probabilmente un quadro (Schefold) o un pinax pittorico (Ch. Picard). Ma tale identificazione è ora quasi concordemente rifiutata; anche pare improbabile che l'immagine di P. figurasse nel mosaico di Apamea, nel gruppo scultoreo del Serapeion di Memfi e nell'affresco ostiense del quale ci rimangono soltanto tre figure di filosofi. I componenti del gruppo numericamente costante dei sette sapienti variano presso i diversi scrittori e retori, ed è probabile che anche nell'arte figurativa, specialmente a cominciare dall'epoca ellenistica, si siano raggruppati di preferenza sette cultori della stessa disciplina, così come abbiamo un esempio nelle Ebdomades di Varrone (cfr. la notizia sulle illustrazioni del testo varroniano in Plinio, Nat. hist., xxxv, 11).
Monumenti considerati. - Erma vaticana: G. Lippold, Die Skulpturen des Vaticanischen Museums, iii, 1, BerlinoLipsia 1936, n. 531, tavv. 26-27 con bibl. prec.; C. Pietrangeli, in Rend. Pont. Acc., xxv-xxvi, 1949-51, p. 169. Replica di Monaco: K. A. Neugebauer, Antiken in deutschem Privatbesitz, Berlino 1938, n. 15, p. 13, tav. 9. Replica di Copenaghen: V. H. Poulsen, Bildnisse des Periander und des Pittakos (?), in Acta Archaeologica, xiv, 1943, p. 67 ss. Doppia erma di Villa Albani: Arndt-Bruckmann, 375-7. Ippocrate di Coo: L. Laurenzi, Monumenti di scultura (Coo), in Clara Rhodos, v, 2, 1932, p. 71 ss. Mosaici di Baalbek e Apamea: Fasti Arch., ii, 1947, n. 1788-89. Mosaici di Villa Albani e Napoli e affresco ostiense: O. Brendel, art. cit. in bibl., p. 1 ss. Complesso di Memfi: J. Ph. Lauer-Ch. Picard, Les statues ptolémaïques du Sarapeion de Memphis, Parigi 1955.
Bibl.: O. Brendel, Symbolic der Kugel, in Röm. Mitt., LI, 1936, p. i ss.; F. Schachermeyr, in Pauly-Wissowa, XIX, i, 1937, c. 702 ss., s. v.; L. Laurenzi, Ritratti greci, Firenze 1941, p. 99, n. 30, tav. X; K. Schefold, Die Bildnisse der antiken Dichter, Redner und Denker, Basilea 1943; Ch. Picard, Autour du Banquet des Sept Sages, in Revue Arch., S. VI, XXVIII, 1947, p. 74 s.; V. Poulsen, Les portraits grecs, Copenaghen 1954, n. 7, p. 33, tav. VII.