PEPARETO (Πεπάρηϑος, Peparethus)
Antico nome dell'isoletta del Mare Egeo oggi chiamata Scopelo, a est di Sciato e di fronte ad Alonneso sulla costa tessalica. Colonizzata secondo la leggenda da Cretesi sotto Stafilo, notevolmente prospera e ricca nell'antichità, specialmente per la sua produzione di ottimo vino, è spesso menzionata nella storia della Grecia. Possedeva tre città, di tutte le quali si conservano alcuni scarsi ruderi, e di cui la principale portava il nome stesso dell'isola ed era ubicata, nel luogo dell'odierno porto di Scopelo, sull'ampia baia a sud-est dell'isola, aperta alle tempeste di settentrione. Questa città, danneggiata da un terremoto durante la guerra del Peloponneso nel 426 a. C., fu più tardi attaccata da Alessandro di Fere, e l'isola tutta fu devastata da Filippo, perché gli abitanti a istigazione degli Ateniesi si erano impadroniti di Alonneso. Nel 207 a. C. Filippo V pose una guarnigione a Pepareto per difenderla dai Romani, ma distrusse la città nel 200 per non lasciarla cadere nelle mani dei nemici. Nativo di Pepareto è Diocle, il più antico storico greco che trattò della fondazione di Roma. Nell'isola pare siano state battute bellissime monete di tipo euboico già dall'inizio del sec. V a. C.
Bibl.: S. A. Oikonomos, ‛Η νῆσος ΙΙ., Jena 1883; C. Fredrich, Skiathos und P., in Ath. Mitt., XXXI (1906), p. 99 segg.; A. J. B. Wace, Skiathos und Skopelos, ibid., p. 129 segg.